






Nella concezione comune il giardino è spesso ritenuto uno spazio, più o meno ampio, destinato a fini ornamentali e di relax. Di conseguenza la scelta delle piante solitamente privilegia quelle con ricche fioriture o dalle caratteristiche curiose, oppure le più adatte a creare zone riparate ed ombrose. Completamente trascurate, o al massimo relegate tra la rimessa e il capanno per gli attrezzi, sono le piante da frutto e le orticole considerate come elementi di “servizio” e quindi da nascondere alla vista. In realtà anche le piante da frutto meritano un “posto in prima fila” nel nostro giardino, piccolo o grande che sia. Oltre a donarci il piacere di gustare frutti appena raccolti dall’albero, potranno diventare un elemento d’attrazione del nostro giardino: la fioritura, la comparsa dei frutti e la crescita fino alla maturazione, la caduta delle foglie. Quali altre piante scandiscono in modo più evidente il susseguirsi delle stagioni?
Le piante da frutto vanno quindi riscoperte e rivalutate, potendo diventare un elemento di originalità e di richiamo per il nostro giardino.
Inserire piante da frutto nel giardino non significa necessariamente ricalcare la struttura dei frutteti industriali, disponendo gli alberi in filari ordinati, ma possiamo anche distribuirle liberamente integrandole e confondendole con gli altri elementi del giardino. Basterà un po’ di fantasia per creare piacevoli e insoliti accostamenti.
Una scelta ragionata
Prima di introdurre una nuova pianta nel nostro giardino dobbiamo sempre valutare a fondo le esigenze e le caratteristiche della specie, per non rischiare insuccessi.
Così deve essere anche per le piante da frutto. Infatti ciascuna specie ha un’adattabilità differente all’ambiente e al tipo di terreno inoltre richiede cure colturali (potatura, difesa dalle avversità ecc…) più o meno impegnative. E’ quindi necessario esaminare attentamente ogni aspetto per compiere le scelte corrette e decidere la collocazione di ogni pianta.
Ad esempio in vicinanza dell’abitazione si dovrà evitare di disporre specie che richiedono numerosi trattamenti per la difesa dalle avversità, come pure dovremo prevedere la vicinanza di piante impollinatrici se la varietà lo richiede. Ancora dovremo valutare l’epoca di maturazione di ciascuna varietà, la quantità di frutti che potranno produrre le nostre piante e la possibilità di conservazione in ambiente domestico. Ad esempio le mele autunnali si possono conservare facilmente quindi possiamo prevedere anche 5-10 piante, dalle quali si può stimare di ottenere una produzione da 100 fino a 400 kg di mele che potremo consumare nell’arco di due-tre mesi. Diversamente ciliegie, pesche, albicocche e susine hanno una conservabilità limitatissima e conviene piantare pochi alberi per non rischiare di avere una produzione molto superiore ai nostri consumi. Piuttosto potremo prevedere piante di diverse varietà con maturazione scalare per avere una raccolta diluita e prolungata nella stagione.
Ogni specie da frutto meriterebbe un’esposizione approfondita per illustrarne esigenze e tecnica colturale ma, volendo dare alcune indicazioni sintetiche, abbiamo raccolto nella tabella 1 le caratteristiche principali che possono servire per orientarsi nella scelta. Le indicazioni riportate sono da considerarsi molto indicative poiché, all’interno della stessa specie, sono presenti varietà tra loro spesso molto differenti per sviluppo vegetativo, sensibilità alle malattie, produttività ecc..
Inoltre si deve anche considerare la possibilità di disporre di differenti portinnesti che influenzano lo sviluppo e la capacità di adattamento della pianta al terreno.
Infine vi sono alcune indicazioni che sono valide per tutte le piante da frutto ed anche ornamentali: evitare la piantagione in posizioni dove si verificano ristagni d’acqua, se possibile non ripiantare dove si sono appena estirpate altre piante, valutare attentamente gli spazi e le dimensioni che raggiungeranno le piante adulte. Un frutteto ombroso sarà un piacevole riparo estivo ma non darà mai un abbondante raccolto: solo in pieno sole si formano frutti abbondanti e di ottima qualità.
SPECIE |
impollinazione | avversità | potatura | irrigazione | terreno | Resistenza al freddo | coltivazione |
Albicocco | no | + | ++ | + | ++ | media difficoltà | |
Ciliegio | Si/no | + | + | + | +++ | molto facile | |
Cotogno | Si | ++ | + | +++ | Calcare | +++ | facile |
Cachi | no | + | + | + | ++ | molto facile | |
Fico | no | + | + | + | ++ | Molto facile | |
Kiwi | Si (presenza di maschio e femmina) | + | ++ | +++ | Calcareargilla | ++ | facile |
Lamponi | No | + | + | ++ | +++ | molto facile | |
Melo | Si/no | +++ | +++ | ++ | +++ | difficile | |
Melograno | no | + | + | + | ++ | Molto facile | |
Nashi | Si | ++ | ++ | ++ | Calcare | ++ | media difficoltà |
Nespolo giapponese | no | + | + | + | argilla | + | Molto facile |
Nespolo comune | no | + | + | + | +++ | Molto facile | |
Pero | Si | +++ | +++ | ++ | +++ | difficile | |
Pesco | no | ++ | +++ | +++ | Calcareargilla | ++ | media difficoltà |
Rovo | No | + | + | ++ | +++ | molto facile | |
Susino | Si | + | ++ | ++ | +++ | media difficoltà | |
Vite | No | ++ | ++ | + | +++ | media difficoltà |
Impollinazione: in molti fruttiferi la fecondazione del fiore, e quindi la formazione del frutto, avviene solo ad opera di polline proveniente da fiori di una differente varietà. All’interno di alcune specie esistono varietà che non necessitano di impollinatori (autofertili) ed altre che ne richiedono la presenza.
Avversità: (+)= generalmente non sono richiesti trattamenti per la difesa. (++)= situazione intermedia. (+++)= avversità pericolose e spesso presenti, sono indispensabili alcuni interventi per proteggere i frutti.
Potatura: (+)= potatura semplice e/o saltuaria. (++)= situazione intermedia. (+++)= necessaria una potatura annuale e meticolosa.
Irrigazione: (+)= buona resistenza alla siccità. (++)= situazione intermedia. (+++)= necessarie irrigazioni frequenti
Terreno: principali fattori che limitano lo sviluppo della specie. La capacità di adattamento è però influenzata dal portinnesto utilizzato: ad esempio il pero innestato su cotogno è molto sensibile al calcare, non ha invece problemi se si impiega il pero selvatico.
Resistenza al freddo: (+)= possibili danni con temperatura poco inferiori a zero gradi. (++)= nessun danno fino a circa –10 C°. (+++)=nessun danno con temperature di –15 ed oltre.
Coltivazione: giudizio “riassuntivo” sulle singole specie
Come piantare
Sarà una nostra scelta se disporre le piante liberamente o secondo filari regolari. Nel secondo caso potremo seguire gli schemi riportati nei disegni 1-3, per tracciare sul terreno il “sesto d’impianto” e individuare la posizione delle singole piante.
I tutti i modi, nel calcolare le distanze, dobbiamo valutare attentamente le dimensioni che raggiungeranno le piante nell’età adulta. Come già affermato dobbiamo evitare di piantare gli alberi da frutto troppo ravvicinati: mettendo a dimora una pianta in meno, otterremo dalle altre una produzione maggiore in quantità e qualità. Infatti in situazioni di ombreggiamento diminuisce la formazioni dei fiori, i frutti sono meno saporiti, più sensibili ad marciumi e alle altre avversità. Se realizziamo dei filari continui dobbiamo mantenere una distanza per lo meno uguale all’altezza delle piante (disegno 4) inoltre, sempre per ottimizzare l’illuminazione delle piante, è fondamentale che siano orientati da nord a sud.
Lo sviluppo delle piante che mettiamo a dimora, come la longevità e produttività, dipendono dalle modalità e correttezza delle operazioni di piantagione. Prima di tutto il terreno va preparato con largo anticipo in modo che la terra di scavo, col gelo e le piogge, diventi friabile e fine. La piantagione si può eseguire aprendo buche singole per ogni pianta oppure lavorando l’intera superficie destinata all’impianto con un’aratura.
Poi si dovranno reperire e scegliere le piante: per questo è indispensabile rivolgersi ad un vivaio specializzato, dove potremo trovare un grande assortimento di specie e varietà.
Infine realizzeremo la messa a dimora delle piante, operando in giornate miti e in assenza di gelo. Molta attenzione va posta alla profondità di piantagione: dobbiamo mantenere il livello che la pianta aveva in vivaio considerando che, in seguito all’assestamento del terreno, tende ad abbassarsi (Disegno 5). Errori durante questa operazione possono provocare crescita stentata e anche la morte della pianta.
Dopo la messa a dimora, in assenza di piogge e con terreno molto secco, può essere utile una piccola irrigazione (5-10 litri per pianta). Non è invece indispensabile concimare gli alberi appena trapiantati; anzi si deve evitare di mettere concimi direttamente nella buca perché il contatto diretto con le giovani radici potrebbe creare danni.
A questo punto inizia la nostra avventura di frutticoltori: dovremo però ancora imparare come potare le diverse varietà, a riconoscere e combattere le avversità, quando raccogliere i frutti e come conservarli.
Come disporre le piante in filari allineati
1)Fissare un picchetto nel punto A, mantenendo almeno 3 metri dal confine (distanza minimima stabilita dal Codice Civile per gli alberi di alto fusto)
2)Tracciare una linea parallela al confine e fissare un secondo picchetto nel punto B, alla distanza di 4 metri da A
3)Fissare una corda lunga 3 mt. al picchetto A ed una di 5 mt. al picchetto B. Il punto d’incontro individuerà il punto C.
4)In questo modo avremo individuato due linee (A-B e A-C) che formano un angolo di 90° e che potremo utilizzare per tracciare una serie di filari paralleli lungo i quali disporre le piante.
Disporre le piante
Lungo i filari le piante si possono collocare allineate secondo le due direzioni (disposizione in quadrato o rettangolo); oppure, per sfruttare meglio gli spazi, si possono disporre tra loro sfalsate (disposizione a “quinconce”, le piante risultano ai vertici di un triangolo isoscele).