











Come orientarsi nella scelta dei prodotti per la difesa delle piante
I prodotti che si utilizzano per la difesa delle piante vengono spesso presentati in senso dispregiativo col termine “pesticidi”, dalla trasposizione del termine inglese “pesticide” , sfruttando l’assonanza col termine italiano di peste. In realtà una traduzione corretta potrebbe essere antiparassitario, poiché “pest” in inglese significa avversità.
Meglio allora parlare di presidi fitosanitari o “agrofarmaci”, farmaci dell’agricoltura, poiché si tratta di prodotti che vengono impiegati per difendere e curare le piante..
Per essere più precisi esistono due differenti categorie di agrofarmaci: i prodotti fitosanitari per piante ornamentali (PPO) a libera vendita presso garden o supermercati, e i prodotti fitosanitari veri e propri, utilizzabili nella difesa delle piante coltivate, reperibili nelle rivendite autorizzate.
Come nel caso dei farmaci per uso umano esistono rischi o abusi anche nell’uso degli agrofarmaci ma, non per questo, devono essere demonizzati o rifiutati a priori. La fitoiatria (scienza della difesa delle piante) si è notevolmente evoluta e continua a progredire con l’introduzione di sistemi e mezzi di difesa sempre più sicuri per l’ambiente, gli utilizzatori e i consumatori. Questo non significa che possiamo utilizzare gli agrofarmaci senza alcuna precauzione o preparazione.
I prodotti fitosanitari vengono classificati in 5 categorie, in base alla tossicità acuta, che misura gli effetti immediati in caso di ingestione del prodotto. Per l’acquisto dei prodotti fitosanitari che rientrano nelle prime tre classi occorre possedere una specifica autorizzazione: il”patentino”, rilasciato dagli Assessorati Provinciali dell’Agricoltura dopo aver frequentato un corso e superato uno specifico esame.
Classi di tossicità dei prodotti fitosanitari
CLASSE | SIMBOLO |
MOLTO TOSSICO (T+) | Teschio e tibie incrociate |
TOSSICO (T) | Teschio e tibie incrociate |
NOCIVO (Xn) | Croce Sant’Andrea |
IRRITANTE (Xi) | Croce Sant’Andrea |
NON CLASSIFICATO | Frase “Attenzione manipolare con prudenza” |
Campo d’impiego
Altro criterio da seguire nella scelta dei prodotti fitosanitari è il campo d’impiego.
I prodotti si distinguono in:
- acaricidi, agiscono contro gli acari (ragnetti) dannosi ai vegetali
- diserbanti o erbicidi, per eliminare piante infestanti
- fungicidi o anticrittogamici, per proteggere le piante dalla malattie causate da funghi (crittogame)
- insetticidi, attivi contro gli insetti
- molluschicidi, per la lotta a chiocciole e limacce.
Ogni prodotto fitosanitario per essere immesso alla vendita deve ottenere una specifica registrazione che attualmente è regolamentata a livello europeo. Ogni prodotto è identificato da una denominazione commerciale, registrata dalla ditta produttrice, e contiene un determinato principio attivo, che è la materia attiva, la sostanza che ha azione insetticida, fungicida ecc.
Inoltre vengono aggiunte altre sostanze che hanno la funzione di adesivanti, disperdenti, bagnanti.
Così, come i farmaci umani, troviamo in commercio centinaia di formulati, originali e generici, tra i quali è spesso difficile orientarsi poiché molti di essi hanno un nomi diversi ma analoga composizione.
Tutte le informazioni necessarie per il corretto impiego sono sempre specificate sull’etichetta: composizione (principio attivo), colture e avversità per le quali è autorizzato l’impiego, dosi e modalità di distribuzione, tempo di carenza…. solo per citare le principali.
Principali informazioni riportate sulle etichette dei prodotti fitosanitari
Marchio | Nome commerciale “di fantasia” |
PRINCIPIO ATTIVO | Nome e percentuale della sostanza attiva contenuta nel prodotto |
FRASI DI RISCHIO | Indicano eventuali pericoli per la salute umana e l’ambiente nell’impiego del prodotto fitosanitario |
INFORMAZIONI SANITARIE | Indicazioni per il medico in caso di intossicazioni |
DOSI | La dose in grammi o millilitri da disperdere in una data quantità d’acqua |
IMPIEGHI AUTORIZZATI | Specie coltivate od ornamentali sulle quali è possibile applicare il prodotto |
AVVERSITA’ | Le avversità contro le quali il prodotto è efficace ed eventuali indicazioni sul momento d’applicazione |
TEMPO DI CARENZA | Numero di giorni che devono trascorrere tra l’impiego del prodotto e la raccolta dei frutti |
Istruzioni per l’uso
Normalmente nell’orto-frutteto e nel giardino di casa si eseguono pochi interventi utilizzando prodotti poco tossici o di origine naturale ma, non per questo, dobbiamo eseguire tali operazioni con leggerezza. Riassumiamo le “norme di base” da non trascurare mai.
- scegliere e dosare attentamente i prodotti, attenendosi sempre alle indicazioni dell’etichetta: dosaggi massimi, piante sulle quali è possibile utilizzarli.
- Ogni volta che si esegue un trattamento indossare indumenti protettivi (tuta, guanti, occhiali, maschera dotata di filtri adeguati)
- Prestare molta attenzione durante la fase di preparazione della miscela poiché si viene a contatto col prodotto puro. Eseguire queste operazioni all’aperto, o comunque non in locali domestici, indossando i suddetti mezzi di protezione
- Lavarsi e cambiarsi appena terminato il trattamento
Iinfine è opportuno rammentare alcune indicazioni generali ma non per questo meno essenziali.
- Durante la fioritura delle piante trattate o del manto erboso sottostante, è proibito utilizzare dei prodotti tossici per le api e altri insetti pronubi
- Con alte temperature trattare preferibilmente nelle ore del mattino o verso sera per evitare perdite di prodotto per evaporazione o possibili fenomeni di fitotossicità sulla vegetazione
- Eseguire il trattamento in giornate prive di vento per evitare la “deriva”, cioè lo spostamento della nube antiparassitaria su piante ed aree vicine
- Evitare di eseguire trattamenti in vicinanza di ortaggi od altri prodotti prossimi alla raccolta, in caso contrario proteggerli con un telo impermeabile
- Rispettare sempre in modo scrupoloso il tempo di carenza. Tempo di carenza, o intervallo di sicurezza = numero di giorni che devono trascorrere tra l’impiego del prodotto fitosanitario e la raccolta dei frutti. E’ sempre indicato sull’etichetta.
La revisione europea dei prodotti fitosanitari
Uno dei tanti effetti dell’istituzione della Comunità Europea ha riguardato la revisione delle normative dei singoli stati, la successiva armonizzazione ed emanazione di “regole comuni”.
Nel settore dei prodotti fitosanitari è iniziato nel 1993 un processo di revisione che ha riguardato ogni singola sostanza che è stata riesaminata in base alle attuali conoscenze e ricerche.
In pratica le società che producono e commercializzano un prodotto fitosanitario hanno dovuto ripresentare la documentazione aggiornata per ogni singola sostanza attiva riguardante le caratteristiche chimiche, l’efficacia, la tossicità verso l’uomo, i residui sulle derrate alimentari, gli effetti ambientali ecc. Un simile dossier (costituito da prove di campo, studi sperimentali e complesse analisi chimiche) ha un costo di diversi milioni di euro.
Di conseguenza le aziende produttrici, per molte sostanze attive, non hanno affrontato un simile investimento ed hanno lasciato decadere la registrazione. Inoltre alcune delle sostanze presentate alla revisione non hanno comunque superato l’esame della Commissione Europea. Solo quelle giudicate idonee sono state iscritte nell’ “Allegato 1” e hanno ottenuto l’autorizzazione alla vendita e all’ impiego sul territorio europeo.
Il bilancio di questo processo di revisione, che non è ancora completamente terminato, ha portato alla revoca di oltre il 70% delle circa 1000 sostanze attive registrate nei diversi stati europei.
Gli effetti pratici della revisione europea
Il principale aspetto negativo della revisione europea è dovuto al ritiro dal commercio di molti prodotti fitosanitari che, in alcuni casi, ha creato difficoltà nella difesa di alcune avversità. Questo riguarda soprattutto le cosiddette “colture minori” cioè le specie vegetali meno diffuse a livello mondiale.
Nel caso delle colture arboree le specie più importanti sono la vite e il melo, mentre tutte le altre, (albicocco, pero, pesco, susino, ciliegio…) hanno un’importanza secondaria e, considerati i costi di registrazione, solo una parte dei prodotti fitosanitari risultano utilizzabili su di esse. Quindi per alcune colture ci si è ritrovati con pochi prodotti a disposizione.
Il processo di revisione ha portato comunque anche molti aspetti positivi. Innanzitutto ha rappresentato un riesame dei prodotti fitosanitari che sono stati selezionati secondo i più severi e aggiornati criteri di sicurezza per l’uomo e l’ambiente.
Inoltre questo processo ha indirizzato ancor più la ricerca dell’industria verso prodotti fitosanitari biologici o comunque a basso impatto ambientale ed alla messa a punto di tecniche alternative: trappole, sistemi di confusione sessuale, esche insetticide…
Nonostante gli allarmi che, a volte con toni scandalistici, vengono riportati dai mass media l’agricoltura degli anni 2000 è sempre più “verde” a tutela dell’ambiente e del consumatore finale.
Negli ultimi ani la ricerca delle società di agro farmaci si è orientata sempre più verso prodotti biologici o comunque a basso impatto ambientale
Come cambia la difesa delle colture
Nella continua lotta contro agli insetti, l’uomo ha ottenuto dallo studio della fisiologia e del comportamento informazioni utilissime per la difesa delle colture.
Un importante esempio è rappresentato dalla scoperta dei feromoni, sostanze chimiche utilizzate dagli insetti per trasmettere messaggi. Esistono feromoni che comunicano pericolo, oppure richiamano altri individui, ma quelli che attualmente hanno trovato applicazioni pratiche sono i feromoni sessuali, emessi dalle femmine per attirare i maschi nella ricerca per l’accoppiamento. Ogni specie emette una determinata miscela feromonica che la distingue da tutte le altre.
Una volta identificata la composizione è stato possibile sintetizzare delle “copie” che oggi vengono impiegate secondo diverse strategie di difesa.
Monitoraggio
Attualmente sono disponibili oltre 100 diversi tipi di trappole. Innescate con uno specifico feromone sono in grado di catturare solo un determinato insetto. La cattura degli adulti permette di verificare la presenza e la densità della popolazione di una specie in quell’area. In questo modo si può prevedere l’entità del danno che il parassita potrebbe arrecare alle coltivazioni e decidere se e quando intervenire con insetticidi.
Cattura di massa
In questo caso si utilizza un numero maggiore di trappole (10 o più per una superficie di 10.000 metri quadri) con lo scopo di catturare ed eliminare il maggior numero possibile di maschi. Così si riduce la popolazione dell’insetto e quindi i danni alle colture, evitando l’impiego di insetticidi. Questo sistema viene utilizzato per i “rodilegno” (Cossus e Zeuzera) che attaccano piante da frutto e arboree forestali e ornamentali.
Confusione e disorientamento
Sono sistemi simili che hanno avuto una larga diffusione negli ultimi anni dieci anni. Sull’area da proteggere vengono distribuiti un gran numero di erogatori (da 500 a 3000 per coprire 1 ettaro = 10.000 metri quadri) che saturano l’ambiente circostante di feromone. In questo modo i maschi risultano attirati da una grande quantità di falsi messaggi. La localizzazione e l’accoppiamento con le femmine risulta molto difficile e si ottiene una forte riduzione della popolazione dell’insetto.
Nel mondo questi sistemi sono applicati su oltre 750.000 ettari, in Europa interessano oltre 200.000 ettari di frutteti e vigneti. L’Italia è all’avanguardia con più di 64.0000 ettari dove nella scorsa annata si sono utilizzati metodi di confusione sessuale a supporto o in alternativa all’impiego di insetticidi.
Anche se non viene riportato dai mass media con la stessa evidenza dei casi dei “veleni nel piatto”, l’agricoltura mondiale sta cambiando, tra le prime quella italiana, diventando sempre più “verde” attenta all’ambiente e al consumatore.