














E’ indispensabile comprendere il ciclo annuale delle piante da frutto, poiché qualsiasi intervento di tecnica colturale (potatura, concimazione, diradamento dei frutti, irrigazione…) deve essere adeguato e “sincronizzato” col ciclo fisiologico delle pianta.
Un delicato equilibrio
Le piante da frutto, e tutte le arboree in generale, presentano un ciclo fisiologico molto complesso. Dalla ripresa vegetativa fino alla caduta delle foglie, possiamo assistere ad una serie di fenomeni che si susseguono e sovrappongono secondo un preciso ordine ed in risposta alle condizioni ambientali.
Ad esempio mentre si formano e sviluppano i frutti della stagione in corso avviene contemporaneamente la crescita della nuova vegetazione e la “preparazione” delle gemme a fiore per l’anno seguente. La pianta deve ripartire le sostanze nutritive disponibili tra questi diversi processi, che risultano tra loro in competizione: se la fruttificazione è abbondante, o la crescita della vegetazione è molto vigorosa, la pianta riuscirà a nutrire poche gemme a fiore e nell’annata seguente la fruttificazione sarà scarsa.
Ogni ciclo annuale condiziona quello successivo e dipende da quello che lo precede, poiché l’entità della fioritura e della fruttificazione dipendono dalle condizioni della stagione precedente, ed a loro volta influenzeranno quella successiva.
Conoscere la pianta
Se vogliamo essere frutticoltori provetti dobbiamo riuscire a “leggere” nel corso della stagione il comportamento futuro della pianta per prevedere ed anticipare possibili squilibri, intervenendo con adeguate operazioni colturali.
Per raggiungere questa conoscenza, che non potrà mai essere completa e totale, dobbiamo prima di tutto osservare le piante e capire come i diversi eventi sono tra loro collegati.
Ad esempio se consideriamo un pero e ne seguiamo lo sviluppo dall’inizio alla fine della stagione, scopriremo che in ciascuna fase vegetativa avvengono dei mutamenti interni ed esterni della pianta.
L’aspetto fondamentale non è tanto la successione delle diverse fasi, quanto i rapporti di competizione e dipendenza esistenti tra i singoli processi che, come detto, influenzano oltre all’annata in corso anche quella successiva.
Se consideriamo il periodo di attività più intensa della pianta, che va da fine aprile alla metà di giugno, possiamo individuare almeno tre distinti eventi che avvengono quasi contemporaneamente:
– la formazione dei frutti (allegagione) e la prima fase di sviluppo
– la crescita della nuova vegetazione
– la formazione delle gemme che svilupperanno l’anno seguente
Il ciclo annuale del pero
Principali processi fisiologici |
Operazioni colturali |
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Rigonfiamento gemme | Si riattiva la circolazione della linfa che inizia a trasportare le sostanze nutritive dagli organi di riserva (radici e organi legnosi) ai punti di crescita (gemme). | Terminare la potatura entro questa fase | |
Bottoni fiorali | Aumento dell’assorbimento radicale. Completamento degli organi fiorali e maturazione del polline | Concimazione con azoto | |
Fioritura | Emissione del nettare all’interno dei fiori, la cui produzione richiede un notevole dispendio energetico | ||
allegagione | Formazione del frutto (fase di moltiplicazione cellulare). Forte accrescimento dei germogli, solo le prime foglie adulte elaborano sostanze nutritive | Se necessario diradare i frutti, per regolare la carica produttiva. In base alle condizioni climatiche iniziare le irrigazioni, per evitare stress e arresti nella crescita dei frutti | |
Frutto “noce” | Nel frutto continua la formazione dei semi (inizia la fase di distensione cellulare). I germogli rallentano la crescita, l’attività fotosintetica è massima. Inizia la differenziazione delle gemme per il prossimo anno | Terminare il diradamento dei frutti entro questa fase. | |
Accrescimento frutto | Si completa la formazione dei semi. Avviene la differenziazione delle gemme, i germogli iniziano a lignificare | Su piante molto vigorose si può eseguire un leggero passaggi o di potatura | |
Maturazione | Termina l’accrescimento del frutto. Forte attività di assorbimento radicale, la pianta deve reintegrare le sostanze spese per la fruttificazione | Concimazione azotata in post raccolta e irrigazione con condizioni siccitose | |
Caduta foglie | Prima che cadano le foglie la pianta cerca di riassorbire le sostanze nutritive, che vengono immagazzinate nel legno |
L’aspetto fondamentale non è tanto la successione delle diverse fasi, quanto i rapporti di competizione e dipendenza esistenti tra i singoli fenomeni. L’intervento del frutticoltore deve essere rivolto a mantenere una situazione d’equilibrio tra i due fondamentali processi fisiologici dell’albero: l’attività vegetativa, cioè la formazione di nuovi germogli, e l’attività riproduttiva, che si realizza nella formazione dei frutti e dei semi.
Accrescimento dei frutti e dei germogli
Nella prima fase del periodo, fino circa alla fine di maggio, si ha una forte competizione tra accrescimento dei frutti e dei germogli. Si tratta di due finalità differenti: da un lato la formazione di frutti e semi per la riproduzione della specie; dall’altro lo sviluppo di una chioma in grado di svolgere un’attività fotosintetica sufficiente ad alimentare la pianta.
Su una pianta giovane, o comunque molto vigorosa, prevale la crescita vegetativa e la maggioranza delle sostanze nutritive vengono indirizzate verso i germogli. Di conseguenza, tra tutti i frutti allegati, molti di questi arrestano lo sviluppo e cadono a terra (cascola fisiologica). Viceversa su piante invecchiate, con scarsa attività vegetativa, l’allegagione è spesso elevata mentre i nuovi germogli sono pochi e deboli.
In seguito, nella tarda primavera, l’accrescimento della vegetazione rallenta poiché la pianta ha formato una sufficiente massa fogliare per alimentarsi. Le sostanze nutritive elaborate vengono allora indirizzate soprattutto nei frutti, per completare la formazione dei semi. Nello stesso momento, sui nuovi germogli, inizia la formazione delle gemme che svilupperanno nell’anno successivo, che devono decidere “cosa fare da grandi” se cioè originare un germoglio (gemme a legno) od anche organi riproduttivi (gemme a fiore). Questo processo è indicato come differenziazione delle gemme e non è un fatto casuale ma dipende dalla quantità di sostanze nutritive disponibili.
Se sulla pianta è presente un elevato numero di frutti, che richiamano la maggiore quantità dei nutrienti, si formeranno poche gemme riproduttive e l’anno successivo la fruttificazione sarà scarsa (anno di scarica). Viceversa, se la pianta deve alimentare pochi frutti, vi saranno sostanze nutritive abbondanti e si potranno formare numerosi fiori che l’anno seguente porteranno ad un’elevata fruttificazione (anno di carica). Ecco spiegati i meccanismi fisiologici dell’alternanza di produzione che spesso si rileva su melo e albicocco ma riguarda tutte le specie da frutto.
Prevenire gli squilibri
Con la tecnica colturale si deve intervenire sulla pianta per prevenire o ridurre questi squilibri. Quando l’allegagione è molto forte (anno di “carica”) si eseguirà un forte diradamento dei frutti in epoca precoce (entro la metà di giugno) prima che inizi la differenziazione delle gemme. Dopo un anno di “scarica” si dovrà invece intervenire con una severa potatura invernale per ridurre il numero di gemme a fiore e prevenire un’eccessiva fruttificazione nella stagione seguente.
Possiamo anche comprendere perché i tagli di raccorciamento sui rami di due-tre anni hanno un effetto positivo sull’allegagione. Ad esempio, considerando il pero, alcune varietà come ‘Abate Fetel’ e ‘Decana del Comizio’, presentano un’emissione delle foglie molto precoce che aumenta la competizione tra l’accrescimento vegetativo e l’allegagione dei frutti. Infatti le foglie, finché sono giovani, consumano per la crescita più di quanto riescono a produrre con la fotosintesi. Solo da adulte, quando sono completamente distese, il bilancio della produttività fogliare diventa positivo.
Tornando al pero il ramo di due-tre anni presenta nella parte basale le gemme miste a fiore e, se non viene accorciato, i vigorosi germogli che si formano sulla parte apicale richiamano la maggioranza delle sostanze nutritive e provocano spesso la mancata allegagione. Se con la potatura accorciamo il ramo a un terzo-metà della lunghezza, si annulla la competizione dei germogli apicali, facilitando così l’allegagione.
Concimazioni
Altre indicazioni pratiche che derivano dalla conoscenza del ciclo della pianta, riguardano la concimazione. Infatti la somministrazione di elementi nutritivi, sia in quantità che qualità, deve seguire le richieste e le esigenze dei processi fisiologici. Ad esempio non è consigliabile distribuire azoto in piena estate, quando l’attività vegetativa della pianta sta rallentando, ma piuttosto il potassio del quale la pianta assorbe in questo periodo forti quantità.