



La grande cocciniglia cotonosa è un fastidioso insetto di origine Australiana segnalato in Italia all’inizio dell’800 che infesta diverse piante coltivate ed ornamentali soprattutto negli areali caldo-umidi ed in serra. Icerya purchasi è specie ermafrodita anche se lo stadio adulto viene comunemente indicato come femmina.
Si tratta di una cocciniglia molto polifaga, che attacca diverse piante ornamentali, oltre al pittosporo ed alcune piante coltivate come gli agrumi. Il corpo di questa Cocciniglia è di colore aranciato-rossastro e ricoperto da cera biancastra. La struttura che distingue bene questo insetto è rappresentata da un caratteristico ed evidente sacco di uova di colore biancastro e di aspetto ceroso con carenature longitudinali che la femmina adulta produce sotto il suo corpo debordando abbondantemente verso un lato a formare un sacchetto bianco pieno di uova di colore rosato.
I suoi stadi giovanili (neanidi) sono di colore arancio alla nascita, ma si ricoprono successivamente di abbondante cera bianca.
Icerya purchasi sverna in diversi stadi di sviluppo secondo gli ambienti. Generalmente a fine inverno inizio primavera la femmina svernante, più o meno matura, completa il suo sviluppo e inizia a deporre alcune centinaia di uova nell’ovisacco; da queste uova, in primavera, si origina la prima generazione.
A questa ne seguono altre due o tre generazioni tra l’inizio e la fine dell’estate.
Danno
Il danno si manifesta sulla vegetazione e sui giovani rametti/germogli ed è dovuto alle punture di nutrizione con sottrazione di linfa. Inoltre l’abbondante produzione di melata e di secrezioni cerose che l’insetto produce imbrattano la vegetazione determinando, oltre alla comparsa di fumaggini e del conseguente annerimento degli organi vegetali, dei danni estetici e fisiologici conseguenti all’incrostazione della vegetazione da parte della melata invischiata a residui cerosi biancastri, alle fumaggini e ai diversi stadi che colonizzano la vegetazione, in particolare gli stadi adulti con i vistosi e incrostanti ovisacchi. Le massicce infestazioni producono vistosi disseccamenti a carico della vegetazione delle piante colonizzate, che si spogliano e vanno in deperimenti vegetativi spesso irreversibili se non si interviene.
Tecniche di controllo
Icerya purchasi che in natura, nei suoi areali, è controllata naturalmente ed efficacemente da un coleottero coccinellide: Rodolia cardinalis, nei nostri areali occorre intervenire chimicamente data la sua alta dannosità e capacità colonizzatrice. La difesa chimica si rende pertanto necessaria negli areali in cui il suddetto predatore è assente.
In presenza di infestazioni massicce conviene effettuare preventive operazioni di pulizia dei cespugli o delle siepi di pittosporo, mediante potature di rimonda e di sfoltimento dei cespugli stessi, per permettere una migliore circolazione dell’aria, che ostacola il fitomizo, e una migliore penetrazione della soluzione insetticida nelle parti interne della chioma che in genere sono le più infestate.
I trattamenti chimici che si eseguono successivamente debbono essere ripetuti ed eseguiti avendo cura di colpire bene tutta la vegetazione, comprese le parti interne più serrate degli arbusti.
I prodotti da impiegare sono in genere degli oli bianchi invernali o estivi (secondo il momento dell’intervento) attivati con insetticidi di contatto come i piretroidi (ad esempio la deltametrina).
È infine sempre importante sottolineare che quando si fanno trattamenti chimici a piante ornamentali, soprattutto in un contesto urbano con un approccio di tipo hobbistico, è necessario fare attenzione al tipo di registrazione del prodotto impiegato e che lo stesso sia ammesso nelle condizioni operative del caso.