Aiuola resistente al caldo e alla siccità

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Per loro il sole non è mai troppo

Nei versanti assolati delle valli alpine o sulle colline del centro e del Sud, spesso si manifestano condizioni di estrema siccità anche per lunghi mesi. Ecco un modulo di aiuola di 3 x 2 metri, facilmente raddoppiabile o triplicabile se lo spazio è maggiore, ideale in situazioni dove il sole da mattino a sera colpisce inesorabile ogni forma vivente, il terreno non trattiene nessuna goccia d’acqua e magari ha una inclinazione tale da drenare anche la rugiada della notte, quando l’acqua non è facilmente disponibile… Condizioni che possono scoraggiare anche il più coriaceo giardiniere!

Hippophae rhamnoides

Hippophae rhamnoides, più conosciuto come olivello spinoso, è un arbusto che per farsi notare ha ideato una tal profusione di bacche arancioni da non far rimpiangere l’assoluta e insignificante presenza di fiori. Ama i terreni sabbiosi e la vicinanza del mare, dove il salmastro farebbe perire in breve tempo piante di ben più nobile schiatta. Il nostro olivello invece non fa una piega e anzi dimostra di star bene anche dove il freddo mette in difficoltà piante di sicura origine alpina, quindi piantiamolo con fiducia, anche nelle valli alpine fino ai mille metri di altezza. Il portamento eretto richiede una vigorosa potatura nei mesi estivi così da mantenerlo in “forma” globosa. Unico neo, la presenza di spine durissime che ne fanno un ottimo soggetto per la formazione di siepi impenetrabili.

Cytisus scoparius

Accanto all’olivello spinoso, si possono disporre due o tre ginestre. Per esempio delle varietà di Cytisus scoparius, scelte nelle sfumature di rosso o giallo, come la ‘Burkwoodii’ dai fiori rosso vivo e striati di giallo, o ‘Andreanus’ giallo-rossa, ‘Lena’ rosso scuro con ali bordate di giallo ecc. Anche le ginestre vegetano benissimo in terreni magri e assolati, dal livello del mare ai monti, offrendoci in estate una vigorosa e molto appariscente fioritura, inoltre sono semi decidue, quindi anche d’inverno mantengono gli steli verdi pur lasciando a terra le piccole foglie. Per mantenerle in salute, una sola regola: potatura dopo la fioritura di almeno la metà della chioma, evitando il legno vecchio. Facendolo fin dal primo anno, eviteranno di “coricarsi” e di spogliarsi troppo. Sono l’ideale per i terreni fortemente scoscesi, magari insieme a Lespedeza thumbergii.

Caryopteris x  clandonensis

Ancora un arbusto per la parte arretrata dell’aiuola, Caryopteris x  clandonensis, deciduo e rustico nella maggior parte delle regioni, si adatta bene anche ai terreni argillosi. La fioritura è entusiasmante, assomiglia a una nuvola azzurro-lavanda da agosto a fine settembre. Il portamento è arrotondato, un ciuffo morbido di rami con fogliame color verde grigio, alto non più di 130 cm. Nella nostra composizione uno o due esemplari possono bastare. Anche per questa pianta è sufficiente una vigorosa potatura in febbraio marzo accorciando i rami dell’anno precedente a 2-3 cm dal legno vecchio. In questo modo la pianta sviluppa ogni anno una folta vegetazione dalla forma regolare. Dei tre arbusti indicati è quello che vuole un’attenzione in più per il terreno, infatti una buona dose di letame maturo o composto e una concimazione annuale con potassio, favorisce la colorazione blu e l’abbondanza di fiori.

Hyssopus officinalis

Per la parte anteriore dell’aiuola, piantiamo una macchia di Hyssopus officinalis, conosciuta come pianta officinale e aromatica, la scegliamo per la sua vistosa fioritura blu-viola che va da luglio a settembre. Riunendo cinque o sette piante occuperemo un metro quadro circa, che diverrà denso di molti fusticini eretti. Le foglie verde brillante sono semipersistenti e per mantenerlo in forma è sufficiente potare in primavera abbassandolo di due terzi. L’altezza non supera mai i 60 cm.

Symphoricarpos albus

Nella parte centrale disponiamo una paio di piccoli arbusti di Symphoricarpos albus, meglio conosciuti come sinforina. Si tratta di una delle piante arbustive più adattabili e per migliorare ulteriormente la sua proverbiale resistenza è sufficiente spargere ai suoi piedi una buona dose di pacciamante, come humus o composto. Inoltre tollera bene il calcare e l’inquinamento dimostrandosi pianta ideale per le aiuole cittadine. L’aspetto poco ordinato si può migliorare pareggiando i molti rametti alla fine dell’inverno, e comunque si farà perdonare regalandoci una miriade di bacche invernali sferiche e cerose simili a piccoli confetti. Di questo arbusto sono reperibili degli ibridi, S. x doorenbosii dalle bacche colorate di rosa o quasi rosse.

Santolina chamaecyparissus

Alcune piante di Santolina chamaecyparissus, completano l’aiuola, grigie e sempreverdi non mancheranno di stupire per la rusticità e l’aspetto inconsueto. Si tratta di una pianta a foglia grigia tra le più apprezzate, adatta a formare anche piccole siepi e ad essere trattata con opportune potature nella forma di sfera. Alla fine di giugno inoltre presenta un’abbondante fioritura gialla, anche questa molto particolare per i tanti capolini privi di petali, quasi dei bottoni sulfurei portati su singoli steli. Si consiglia la potatura dopo la fioritura. Tutta la pianta è fortemente aromatica e si adatta anche a condizioni “normali” come una fertile bordura della pianura, piuttosto che il vaso di un terrazzo. Nelle valli alpine, magari contro un muro rivolto a sud, sopporta con fierezza anche gli inverni più freddi, e se il gelo dovesse bruciacchiare qualche ramo, basterà attendere la primavera per veder spuntare dal colletto qualche nuovo germoglio.

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