





Dalle mie parti dove la collina è già montagna e i boschi di castagno la fanno da padrone, il terreno è pesante, ma non perché il suo peso specifico è alto, piuttosto perché è terra difficile da lavorare. Sono terre dense, con tanta argilla, con una tinta rossastra per il contenuto di ferro, ma potrebbe essere grigia, in varie sfumature e il discorso non cambierebbe molto (ricordo però che i terreni più scuri si riscaldano prima, per la diversa quota di radiazione calorica riflessa: l’albedo). Si tratta quindi di terreni quasi sempre “difficili”, ovvero con un eccesso di microporosità (spazi vuoti tra una particella di terreno e l’altra) che difficilmente rilascia l’acqua di cui si impregna.
Una pratica raccomandabile per migliorare questo tipo di terreno è quella di vangare (o arare) in autunno inoltrato inglobando una buona quantità di materia organica (letame o compost) che così beneficia dell’azione del gelo e del disgelo dell’inverno: gli agricoltori ben sanno quanto è efficace questa pratica per ottenere un perfetto letto di semina o trapianto.
Se però il terreno oltre ad essere argilloso fosse anche in condizione di scarsa luminosità, come in un fitto sottobosco o all’ombra di case o strutture, allora i problemi aumenterebbero e si imporrebbe un’oculata scelta delle piante.
Ecco le piante più indicate se volessimo realizzare un giardino su di un terreno di collina argilloso con una copertura uniforme di vecchie querce, magari attraversato da un sentiero un po’ selvaggio…
Quercus spp.
Ovvero la quercia nella varie specie reperibili in vivaio, a partire dai nostrani roveri fino a quelle dalla crescita molto rapida tipo Q. palustris o Q. rubra. Solitamente le querce si adattano molto bene alle più disparate condizioni pedoclimatiche, quindi se ben coltivate riescono bene anche in quelli molto argillosi, anzi proprio in questi tendono a diventare veri e propri patriarchi dalle grandi dimensioni.
Symphoricarpos
Tra gli arbusti del sottobosco un posto di rilievo devono averlo le piante delle perle, per le numerose bacche che nelle varietà bianche assomigliano senz’altro a lucide perle. Si tratta di arbusti molto rustici che non temono il freddo e nemmeno l’ombra e ben si adattano ai terreni pesanti, anzi proprio in questi paiono giovarsene diventando voluminosi e dal colore del fogliame verde scuro. Messi in gruppo, magari della varietà Symphoricarpos ‘White Hedge’ formano presto delle macchie ampie che da settembre a gennaio offrono i loro rami penduli e carichi delle decorative perle. Ricordiamo inoltre che il bianco (o il giallo) è per gli arbusti del sottobosco il colore da preferire, proprio perché “buca” l’oscurità facendosi particolarmente notare.
Vinurnum carlesii
Elegante, arrotondato, abbastanza compatto (h 130 cm x diametro 100 cm), ecco un viburno da luoghi ombrosi e che non teme il terreno pesante (evitare quelli calcarei). La fioritura è in marzo aprile, bianco rosata ma soprattutto molto profumata. Anche in questo caso è meglio formare dei gruppi di tre o cinque piante per ottenere un buon risultato estetico. Se reperibile la varietà ‘Aurora’ è da preferire per il colore più intenso dei fiori.
Ribes sanguineum
Fanno parte di questa specie alcune varietà che si differenziano per l’altezza dell’arbusto e per l’intensità di colorazione dei fiori, generalmente rossi. Quindi si possono reperire almeno un paio di varietà da abbinare, una bassa (h 120-150 cm) come la ‘Brocklebankii’ che ha anche un caratteristico fogliame giallo e abbastanza aromatico e una decisamente più alta e ampia come la ‘Pulborough Scarlet’ o come la recente ‘Koja’ (h 250 cm). Producono fiori rosso intenso riuniti in grappoli in aprile maggio. Come per molti arbusti a fiore primaverile si consiglia la potatura appena terminata la fioritura.
Ed ora completiamo gli spazi rimasti e soprattutto i primi piani verso il sentiero, con qualche esempio di erbacea perenne, magari da riunire in ampie macchie anche mescolandole tra loro: Hosta spp, Astilbe x arendsii, Epimedium x versicolor, Dicentra , Liriope muscari, Heuchera sanguinea.
VIVAIO ALPINIA
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(Disegni di Daniela Baldoni)