





Profumo di lavanda e rigore formale sui tetti di un piccolo borgo piemontese
I proprietari di questa piccola terrazza (25 mq circa) situata nel centro storico di Savigliano, l’indaffaratissima cittadina in provincia di Cuneo, desideravano riservatezza e rigore formale. Volevano però poter ammirare il mare di tetti a coppi, campanili, torri e tutta la bellezza di questo angolo di Piemonte antico. Il problema più evidente, per non aumentare i carichi sulla pavimentazione, era l’impossibilità di trasportare in loco pesanti fioriere, si è dovuto quindi ricorrere a contenitori in resina, leggeri e molto robusti. In commercio vi sono ormai una infinità di texture che imitano molto bene sia il cotto, che la pietra e perfino il metallo. Anche la mancanza di montacarichi e ascensori ha influito, perfino sulla decisione di utilizzare piante giovani senza zolle pesanti e coltivate in vasi di piccole dimensioni. Il terriccio, con una buona percentuale di torbe e humus e con un contenuto di argilla inferiore alla media, ha permesso altresì di contenere il peso totale della realizzazione.
Per una crescita vigorosa e sana delle piante si è optato per un programma di concimazione che prevede l’apporto di fertilizzanti chimici a lenta cessione e organici (più fogliari), da seguire e rispettare per tutta la durata del periodo vegetativo.
Il clima continentale (estati calde, talvolta molto afose e inverni rigidi, anche con presenza di molta neve) e l’esposizione rivolta ad est, hanno condizionato la scelta della vegetazione, oltre che naturalmente l’aspetto estetico che doveva rifarsi alle architetture tipiche del “giardino all’italiana” e il rigore formale richiesto dai committenti. Quindi in questo progetto nessun elemento troppo morbido, eccessivamente colorato o tantomeno esotico.
La copertura verso le case difronte è stata fatta posando in fioriere di cm 100×40, alte 45 cm quattro esemplari di indiscussa bellezza di Taxus cuspidata ‘Straight Hedge’ dall’intenso fogliame verde scuro lucido che si presta bene ai tagli frequenti. La forma regolare (quasi un muro) è data proprio dalla potatura in almeno due periodi all’anno: inizio primavera e metà-fine estate. I tassi rispondono infoltendosi ancor di più e prendendo la forma desiderata. Sono piante adattabili alle condizioni più disparate, ma con una predilezione per la mezz’ombra.
In due fioriere di cm 50×50 alte 45, poste ai lati opposti del terrazzo, sono stati piantati due Laurus nobilis foggiati a cono che in pieno sviluppo non dovranno superare i due metri di altezza. Gli allori sono piante con vocazione mediterranea, ma il microclima della città facilità notevolmente il loro adattamento. La forma allungata verticalizza la composizione e aiuta a rendere la terrazza più ampia. Anche in questo caso una periodica e accurata potatura aiuterà a mantenere la forma prescelta delle due piante.
Un consiglio: utilizziamo sempre forbici molto affilate e disinfettate. Per questo genere di potature evitiamo il tosasiepe, recide di netto il fogliame che manifesterà le cicatrizzazioni in modo troppo evidente, meglio un taglio accurato di forbice (tipo Felco 2).
Sui muri divisori, posti ai lati del terrazzo, sono stati installati due graticci in legno impregnato su cui è stato fatto arrampicare Trachelospermum jasminoides, ovvero il falso gelsomino, molto utilizzato ma sempre affascinante. Un sempreverde d’effetto, sia per il bel fogliame fitto e verde lucido, che per la fioritura lunga di piccoli fiori bianchi a stella, profumatissimi.
Nei medesimi vasi di cm100 x 40 alti 45 abbiamo inserito una vecchia conoscenza Lavandula angustifolia ‘Hidcote’, ormai un classico sia per il giardino che per la coltura in vaso. Questa aromatica dalla fioritura lunghissima e particolarmente intrigante (blu notte con sfumature porpora) ama essere posizionata nei contenitori grazie al suo portamento compatto e regolare. Si accontenta di poco, e se non si esagera con la fertilizzazione azotata regala foglie (grigie) e fiori particolarmente profumati.
In una realizzazione così rigorosa un solo esemplare di Magnolia obovata apporta una giusta dose di “morbidezza” da rendere tutto più equilibrato. Per lei è sufficiente una fioriera di cm 50 x 50 alta 45, per vederla prosperare e rifiorire tutti gli anni. Tra le magnolie è quella che meglio si adatta al freddo e chiede veramente poche cure, fiorisce 15-20 giorni dopo Magnolia x soulangeana, ma ripresenterà altri fiori anche in piena estate.
E per concludere ancora un tocco formale: nei tre contenitori tondi, di diametro di cm 35 cm, altrettanti Buxus sempervirens ‘Rotundifolia’ dalla forma rigorosamente a sfera. Chi meglio del bosso sa riportare alla mente l’immagine dell’arte topiaria, siepi lineari, labirinti e giardini rinascimentali. Questa pianta è il simbolo dello stile “all’italiana” e seppur soggetto a critiche per l’uso talvolta improprio o ripetuto, noi continuiamo ad usarlo con vero piacere.
VIVAIO ALPINIA
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