ITALIA – TOSCANA L’isola di Giannutri

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Si racconta che nelle notti più buie e solitarie di Giannutri risuonino le grida strazianti e selvagge del fantasma di Marietta Moschini, la giovane e bella amante del “Garibaldino”, che ancora oggi aggirandosi disperata nella macchia piange la perdita del suo innamorato. Il Conte Gualtiero Adami, detto appunto il “Garibaldino” perché in gioventù aveva partecipato alla spedizione dei mille, è forse il personaggio più noto e interessante che abbia abitato l’isola. Egli, ormai in là con gli anni, si trasferì a Giannutri nel 1882 insieme al fratello Osvaldo, ufficialmente, con l’intento di installare sull’isola una fornace per la produzione di calce e, al tempo stesso, coltivare la vite e l’olivo ma, i più romantici, dicono anche per fuggire dall’amore impossibile nato tra lui e la nipote appena diciottenne. Per la realizzazione di quest’impresa i fratelli Adami ottennero l’isola in affitto e chiamarono diversi operai e contadini per dare avvio ai lavori. Ben presto, però, a causa delle difficoltà logistiche imposte da questo luogo, che è un fazzoletto di terra poco più grande di uno scoglio completamente privo di risorse idriche, il progetto falli miseramente e, quindi, tutti dovettero abbandonare l’isola, tranne Gualtiero che volle continuare a risiedervi facendo vita solitaria. Marietta, che non aveva mai accettato la perdita del suo amato, poco tempo dopo, nonostante le difficoltà trovò il modo di raggiungerlo e insieme abitarono su quest’isola deserta per circa quarant’anni coltivando quel poco terreno produttivo che Giannutri offriva loro, allevando polli, pescando in mare e andando a caccia di conigli. Gualtiero morì nel 1922 a più di ottanta anni e la tradizione vuole la bella amante abbia continuato a vivere i giorni che le restavano in questo luogo, in uno stato totalmente selvaggio, scacciando con violenza chiunque tentasse di avvicinarla.

 

Giannutri è un’isola rimasta per lungo tempo disabitata, da sempre descritta come rifugio di pirati e saraceni che, per secoli, hanno utilizzato questa terra di nessuno come base per le loro scorrerie sulla costa e nell’Arcipelago toscano. In epoca romana fu proprietà della famiglia dei Domizi Enobarbi che vi edificarono una suntuosa villa con numerosi edifici, pavimenti di marmo e bellissimi mosaici che però, nel III secolo d.C., probabilmente a causa di un sima che la ridusse in rovina, fu abbandonata. L’isola fu poi abitata dai Monaci Cenobiti e forse da qualche eremita, ma mai per lungo tempo. Nel corso dei secoli è stata sotto il controllo della Spagna, della Francia e della Germania ma non è mai stata abitata stabilmente fino al 1861 quando, dopo l’annessione al Regno d’Italia, fu costruito il faro che ancora oggi domina le scogliere di Capel Rosso e quindi si stabilì qui un guardiano. Negli anni successivi, ai primi del ‘900, l’isola fu ceduta dall’amministrazione locale ai Principi Scaletta che ne fecero una riserva di caccia e vi edificarono le prime abitazioni. Questa rimase comunque spopolata fino agli anni ’60, quando ebbe inizio un periodo d’intensa speculazione edilizia, che ha trasformato radicalmente l’aspetto dell’Isola: in pochi anni furono costruiti numerosi edifici, soprattutto nel tratto centrale e fu realizzato il villaggio vacanze di Cala Spalmatoio che adesso langue in completo abbandono.

 

Oggi Giannutri è inclusa per intero nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e conserva una natura ancora selvaggia, ma ciò nonostante, è un’isola in gran parte di proprietà privata, frequentata da un turismo residenziale facoltoso e riservato che ama vivere isolato dal mondo nelle poche ville e i molti bungalow sparsi nella macchia con poche o punte comodità. Giannutri non ha ne ristoranti ne alberghi, anzi non ha nessun tipo di esercizio pubblico ed è collegata al continente solo da un traghetto che, al di fuori della stagione estiva, raggiunge l’isola solo nel fine settimana.

 

Sotto l’aspetto fisico Giannutri è la più meridionale e una delle più piccole isole dell’Arcipelago toscano, è situata immediatamente di fronte al promontorio dell’Argentario e misura appena 2,3 chilometri quadrati per una lunghezza complessiva di circa 3 chilometri e una larghezza media di 500 metri. L’isola ha una caratteristica forma a mezzaluna e una costa rocciosa molto frastagliata ricca d’insenature e grotte, soprattutto nel tratto più meridionale, dove si trova anche Poggio di Capel Rosso che con i suoi 88 metri costituisce il rilievo più alto. L’intera isola è ricoperta da una macchia mediterranea molto lussureggiante, più alta e intricata nella porzione settentrionale, soprattutto attorno a Poggio Cannone, e digradante verso una vegetazione più bassa, fino a divenire gariga, nel tratto più a sud. Vi si trovano corbezzoli (Arbutus unedo), mirti (Myrtus communis) e lentischi (Pistacia lentiscus), insieme con ilatro (Phillyrea latifolia) e altaterno (Rhamnus alaternus), nei tratti più chiusi, e cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), rosmarino (Rosmarinus officinalis), erica (Erica multiflora) e camedrio femmina (Teucrium fruticans), nelle zone più aperte. Molto interessante è la presenza dell’euforbia arborea (Euphorbia dendroides) un arbusto che, soprattutto nel tratto meridionale, risulta localmente piuttosto comune e, con la sua forma insolita e i colori che cambiano con le stagioni, finisce per essere, insieme alla scilla marina (Urginea maritima), l’entità che caratterizza in maniera più decisa l’ambiente. Tipico di Giannutri è anche il ginepro fenicio (Juniperus phoenicea), una conifera piuttosto rara in Toscana che qui compare con esemplari notevoli, non di rado raggruppati a formare perfino modesti boschetti. Tra le emergenze più rilevanti della flora dell’isola è necessario ricordare poi Cneorum tricoccon, un modesto e raro arbusto giudicato a rischio di scomparsa in diversi luoghi e, infine, Limonium sommierianum una pianta endemica dell’arcipelago, caratteristica delle scogliere marine, conosciuta solo per Giannutri, l’Isola del Giglio e Montecristo.

 

Quello delle scogliere è uno degli ecosistemi più interessanti dell’arcipelago, ricco di peculiarità e specie rare ma, proprio per questo, è anche uno degli ambienti più delicati e maggiormente soggetti ad alterazioni. A Giannutri, in particolare, la minaccia proviene una specie esotica molto invadente: il fico degli ottentotti (Carpobrotus acinaciformis) che è stato introdotto sull’isola a scopo ornamentale solo pochi anni fa e ora si è espanso al tal punto da sostituire, in molti luoghi la vegetazione autoctona. Fenomeno che è molto evidente soprattutto in corrispondenza delle scogliere di Punta San Francesco e Cala Maestra. Molte sono le specie esotiche naturalizzate sull’isola, una di queste è l’acanto (Acanthus mollis) che s’incontra sparso qua e la nella macchia nei pressi dell’abitato, ma forse ancor più interessante è la borragine (Borago officinalis), un’erba molto comune, notoriamente usata anche in cucina e per questo motivo introdotta e favorita nella sua diffusione in diverse isole dell’arcipelago. Sull’Isola di Giannutri quest’erba è comunissima e, in primavera, crea grandi superfici fiorite sia nei pressi dell’area abitata sia nella zona di punta San Francesco.

 

La visita di Giannutri è condizionata da diverse limitazioni. Solo chi possiede una residenza o se ne procura una in affitto può ottenere il pass che permette di accedere a tutta l’isola. Altrimenti, il visitatore occasionale, che si reca sul posto con il traghetto di linea o con uno dei numerosi battelli turistici in partenza dai porti dell’Argentario, non può allontanarsi dal centro abitato, vale a dire dai trecento metri di strada che uniscono Cala Maestra a Cala Spalmatoio. Fra l’altro anche la Villa romana è chiusa per restauri e quindi anche qui non sono permesse le visite. Il metodo più pratico per vedere Giannutri è di rivolgersi alle guide autorizzate del Parco, che sono le uniche persone alle quali è consentito accompagnare i visitatori lungo i sentieri dell’isola.

 

Alcuni indirizzi utili:

Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

Portoferraio – Località Enfola

Tel. 0565 919411

parco@islepark.it

www.islepark.it

Ufficio Guide Scuola di Alpinismo

www.ufficioguide.it

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