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Tra fioriture spontanee e specie rare
E’ bella la Val Seriana e ricca di paesaggi diversi, caratterizzati da ampie zone pianeggianti a terrazzi, delimitate da gradini e scarpate ripide. Basta camminare un po’ e dopo conche luminose e pendii verdissimi si incontrano faggete dense ed abetaie cupe e poi, all’improvviso ecco faglie e falesie che mettono a nudo pareti calcaree di antica origine marina, che sono tipiche dei paesaggi dolomitici e, più su ancora, rocce scure di origine vulcanica.
Profondamente incisa da fiume Serio che ha scavato nei secoli, gole profonde, marmitte dei giganti, orridi e spettacolari cascate, la valle si suddivide in numerose vallette laterali pensili, tutte di grande valore naturalistico. In questa zona, occupata dai versanti meridionali delle Alpi e delle Prealpi Orobiche, sopravvissero, infatti, durante il periodo della glaciazione, specie di fiori oggi considerati preziosi perché estinti altrove e quindi rari.
Sono fiori come il Ranuculus thora, la dafne odorosa, la bellissima silene di Elisabetta (Silene elisabethae) e poi campanule, genziane, viole, aquilegie, primule, orchidee… innumerevoli specie che da primavera all’autunno, qui si possono ammirare.
Miniere, pascoli, fiori
Sino agli anni ’80, su questi monti erano ancora attive numerose miniere per l’estrazione di ferro, zinco e piombo e altri minerali che servivano ad alimentare le industrie della pianura sottostante, Oggi, esauriti i minerali e chiuse le miniere delle quali qua e là si vedono ancora gli imbocchi, la montagna non ha smesso di vivere, lo dicono i sentieri ben attrezzati, i rifugi accoglienti, i paesi ricchi di tradizioni e di folclore, i prati sfalciati e i pascoli alti che ogni anno da giugno a settembre vedono il ritorno di mandrie e di greggi. Oggi, in questi luoghi restano comunque le ricchezze del paesaggio e di una natura in gran parte intatta che richiama numerosi visitatori.
Gli itinerari da percorrere sono davvero tanti, ognuno ha un periodo “perfetto” per ammirare una specie piuttosto che un’altra, ad esempio, il sentiero dei fiori, che scorre ai piedi del Monte Arera, a 2.000 metri di altezza, tra rocce e ghiaioni, deve essere visitato intorno a giugno se si vuole godere la sua spettacolare fioritura. A primavera, tra aprile e maggio, conviene fare percorsi a quote inferiori, dove la fioritura arriva prima.
La Filaressa
Tra gli itinerari primaverili interessanti e poco faticosi da percorrere, c’è ad esempio quello che da una quota di circa 800 m porta a 1135, sul cucuzzolo della Filaressa, nome che ha il significato di “montagna ricca”.
Per raggiungere la zona, da Bergamo si deve imboccare la strada che conduce in Val Seriana deviando in direzione di Alzano Lombardo. Poi si gira a sinistra per Nese e si sale, curva dopo curva, sino a Monte di Nese. Qui si parcheggia l’auto dietro la chiesa e ci si incammina sul sentiero che, a destra conduce alla Forcella e quindi alla cima della Filaressa. Si va tra prati soleggiati coperti di tappeti di erbe e di fiori e subito tra il verde si vedono cuscini di genzianelle (Gentiana verna) di un blu così brillante da sembrare fosforescenti e piccole Ophrys insectifera dai fiori bruno-porporini. Più avanti, si alzano numerose spighe di fiori rosa di Orchis mascula, orchidee che quasi si confondono con le vicine Polygala comosa dal colore simile. In cima alla Forcella proprio al limite di un bosco di faggi ci sorprendono alcune spighe di Cephalanthera rubra, orchidee dai meravigliosi fiori di un rosa violaceo. Lasciati i prati, proprio a ridosso di un sentiero sassoso e preannunciati da un intenso profumo, ecco alcuni cespugli di fiori rosa di dafne odorosa (Daphne cneorum) e appena più su, con le radici che s’aggrappano tra le rocce di calcare, ci sono numerosi peri corvini (Amelanchier ovalis) con la loro candida fioritura. Tra le pareti rocciose, in piccole conche e fenditure, ci sono sassifraghe, semprevivi, sedum e saponarie in fiore… Tra i tanti altri fiori incontrati cito solo il raro Ranunculus thora con la tipica, grande foglia rotonda che pare messa a proteggere il mazzetto di fiori gialli, l’ultimo dono di una giornata perfetta. Poi si ritorna a valle.