Orti a Euroflora 2011

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In mostra progetti studiati e realizzati con particolare attenzione ai costi e ai materiali che suggeriscono la possibilità di ricreare un piccolo orto-giardino in modo facile e sostenibile

Il concorso di Euroflora 2011 ha lanciato al sfida a realizzare un orto di piccole dimensioni utilizzando piante che sappiano soddisfare sia la valenza funzionale, sia quella estetica, suggerendo l’idea che anche questo spazio debba soddisfare la vista, esattamente come un giardino.

Recupero di vecchi materiali come atteggiamento ecologico
Recupero e riutilizzo di materiali oggi considerati di scarto, magari con l’intervento creativo e l’applicazione di una manualità volta alla personalizzazione del risultato finale.

Vecchie sedie con la seduta impagliata rovinata e inutilizzabile sono trasformate, dopo una nuova verniciatura a smalto, poste in serie, in una sorta di fiorire sopraelevata. (FOTO 1)

Barattoli di latta che un tempo erano impiegati come vasi laddove mancava la terracotta, o questa poteva rompersi con facilità, sinonimo di una campagna povera e attenta allo spreco, oggi diventano un allegro motivo di colore. (FOTO 2)

Aspetti più insoliti
Non mancano in un concorso aspetti insoliti o di avanguardia, di ricerca funzionale o estetica, talvolta spinti all’eccesso, ma anche fonte da cui trarre spunti interessanti.

Una sorta di unità autonoma ed indipendente questa torre raccoglie l’acqua piovana dal celo, la scalda con i pannelli solari, si illumina con quelli fotovoltaici, consente di fare la doccia nel verde e si presenta come un orto/giardino a vasi verticale integrato nella struttura. (FOTO 3)

Un progetto che unisce design e concetto, una tavola dove al posto del piatto è inserito un vaso di aromatiche, la materializzazione della tensione a riappropriarsi di una vita fatta di odori, colori, sapori e tempi diversi. Divertendosi, seri ma non seriosi. (FOTO 4)

Il caleidoscopio di colori ottenuto mescolando tagete, viole, salvia splendens e cineraria stacca con forza dal concetto di eleganza composta e misurata proposta un po’ ovunque. L’utilizzo di un materiale tecnico come l’acciaio, solo in parte riflettente, e la pacciamatura colorata completano questa realizzazione ad “effetto”. (FOTO 5 e 6)

Riscoperta delle vecchie tecniche
La riscoperta e la valorizzazione delle tecniche legate alla tradizione come recupero di un amore nel fare le cose con le proprie mani senza dover sempre ricorrere all’artefatto rivelano un gusto e una passione che sempre più connota il “fare giardino”.

L’angolo segreto come occasione di rifugio, raccoglimento in se stessi, e possibilità di relazionarsi con gli altri senza interferenze è riproposto con una realizzazione che impiega vecchi materiali, non importa se totalmente fuori contesto, una sorta di isola che non c’è. (FOTO 7)

La maestria delle piccole cose pronta a riemergere laddove c’è bisogno. Bastano pochi rami di salice e un po’ di pazienza per formare una piccola struttura a difesa degli ortaggi di pregio. (FOTO 8)

Non ombreggiare il terreno dove si coltiveranno gli ortaggi è un’esigenza che spesso si scontra con la necessità di doverli proteggere. Al posto di siepi o barriere continue ecco un circolo di bambù al posto delle vecchie frasche infisse nel terreno. (FOTO 9)

Il muretto formato con tronchi di legno scarsamente marcescibile richiede una certa perizia per essere messo in opera, ma è un’idea che può valorizzare qualsivoglia piccolo spazio. (FOTO 10)

L’orto circolare con le verdure più basse all’esterno e quelle che cresceranno alte al centro fa parte della tradizione di alcune zone del nostro paese: bello da vedere e funzionale, meno difficile da impostare di quanto si creda. (FOTO 11)

Le sezioni di tronco per disegnare un pavimento di legno integrato nel terreno e nel prato quasi si trattasse di una via davvero cresciuta con il bosco. Un buon modo per riutilizzare il legno di un albero giunto a fine carriera. (FOTO 12)

Rivisitazione con nuovi materiali
L’utilizzo di materiali diversi dal solito serve a rivalutare e a far apprezzare maggiormente aspetti consueti.

Disegniamo sul prato aiuole a corsia piene di ortaggi, un primo passo verso l’orto giardino, una felice integrazione fra l’utile e il dilettevole perché poche piante ornamentali sono altrettanto colorate come radicchi e lattughe. (FOTO 13)

Per riparare un angolo dedicato ai bambini, ricreando il mito della capanna come dimensione protetta e personale, ecco l’idea di piantare dei salici da fiume e legarli alla sommità. Un’idea viva. (FOTO 14)

La pacciamatura con scaglie di lavagna in questo contesto geografico non solo serve per l’effetto finale del contrasto di colore ma ripropone l’utilizzo dei materiali locali senza dover sempre ricorrere a blocchi di tufo e pietra pachistana. (FOTO 15)

L’arte topiaria non è alla portata di tutti. Richiede costanza, manualità, tempi di attesa e pazienza. Con una base preformata di fibra di cocco ed edera si possono fare grandi cose. (FOTO 16)

Le condizioni di coltivazione possono essere così pesanti da dover ricorrere ad una protezione totale del terreno. Ecco l’impiego di un feltro pesante tagliato solo laddove cresceranno le piante. (FOTO 17)

Orti senza spazio
Gli orti fuori terra rappresentano il desiderio e/o la necessità di coltivare laddove non vi è spazio consentendo a tutti di produrre ortaggi secondo criteri biologici o non impiegando prodotti di natura chimica.

Sopra un bancale sono stati composti uno a fianco all’altro cartoni da latte in tetrapack materiale resistente, durevole e impermeabile come fossero tanti vasi. Bucati sul fondo per consentire lo sgrondo sono contenitori individuali per crescere fiori e ortaggi. (FOTO 18)

Le casse di plastica colorate, robuste ma ormai poco utilizzate consentono, predisponendo all’interno un foglio che trattenga acqua e terra un contenitore di buone dimensioni dove coltivare vere e proprie micro aiuole da spostare a seconda di come gira il sole, dello stato della pianta, o del cambio di casa. (FOTO 19)

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