














«Giardini di colori»
Il colore, tema della scintillante edizione 2009 del “Festival Internationale dei Giardini” allo Chateau de Chaumont sur Loire, crea nel giardino atmosfere, equilibri, contrasti, intensità e racconta infinite associazioni cromatiche e sensoriali dalle virtù terapeutiche, psicologiche ed energetiche della tavolozza vegetale, dove le erbe tintore hanno un posto privilegiato, utilizzata dai paesaggisti nelle loro creazioni. Usando il colore come contrappunto vitale alla piatta quotidianità, i progetti vincitori propongono luoghi sensibili, paesaggi monocromatici, tonalità decise, delicati cammei o sfumature vibranti. Le modulazioni travolgenti di rossi intensi, blu e verdi vellutati, gialli lucenti e bianchi e neri emozionanti dei venti Paesaggi Temporanei, selezionati e vincenti, sulle oltre 300 proposte venute da tutto il mondo, dal presidente di Giuria Michel Pastoureau, sorprendono e affascinano, divertenti e insoliti, visitatori grandi e piccini.
“Vanishing black hole” di Odile Decq, Agence Decq-Cornette, paesaggista
Peter-J. Baalman, Agence Decq-Cornette, capo del progetto – Francia
Nessuna pianta é assolutamente nera e quindi il nero é luce come disse Soulages, e Matisse ha sempre affermato che “il nero è un colore”. Questo giardino-installazione è un simulatore di spazi che attira il visitatore in una virtualità fisica. Se nella coreografia il corpo danza per descrivere lo spazio qui lo spazio danza per il corpo. Il paesaggio è semplice gli specchi neri riflettono, moltiplicano ed esaltano sole, pioggia, vento, nuvole e li fanno danzare. L’assenza d’angoli nello spazio ovale, gli specchi inclinati irregolarmente rimandano ogni cosa e la assorbono nel nero. Nero anche il suolo cosparso da infiniti, cedevoli ritagli di pneumatici intorno ad un centro d’Ophiopogon nero (Ophiopogon planiscapus ‘Nigrescens’). Il limite degli specchi fa chicane all’entrata immergendo il visitatore nel caléidoscopio visionario.
“Meteore” di Nicola Lo Calzo, paesaggista e fotografo Italia e François Bosset, paesaggista – Francia
Crateri, geyser, nebbie hanno ispirato l’idea di questo giardino risultato dalla caduta di un meteorite, dove dal vuoto nasce il pieno, e il vuoto è generatore di vita e dal nero nasce il colore. In parte umido e in parte arido e nel mezzo un’esplosione di fioriture, digradanti dalle tonalità più calde a quelle fredde, come l’indaco (Indigofera tinctoria ) e l’isatis pastello (Isatis tinctoria ) fra le piante tintore giocate con materiali rupestri prestati dalla natura.
“Penombra” di Alvaro de la Rosa Maura, scultore e giardiniere e Patricia Diaz Agrela, ingegnere agronomo – Spagna
«Pénombre o l’espressionismo del pittore statunitense Mark Rothko nel giardino» é un giardino rosso profondo «grave ed emozionale», come un dipinto dalle tonalità dense sottolineate dalla vaporosità della gaura bianca dove il contrasto fra l’esilità delle graminacee giapponesi e l’Aeonium, succulenta delle Canarie, nell’isola centrale del giardino crea un’atmosfera porpora e nera austera e affascinante esaltata dalla luce crepuscolare.
“Mangia-Testa” di Steven Fuhrman, Samson Lacoste e Luc Pinsard, studenti alla Scuola Nazionale Superiore d’Architettura di Parigi Val-de-Seine – Corentin Belliard, tecnico végétale – Noël Pinsard, ingégnere paesaggista – Ulysse Lacoste, scultore di metalli – Philippe Maillols, RMDM architectes, architetto e insegnante presso la Scuola Nazionale Superiore d’Architettura di Parigi Val-de-Seine – Francia
Il giardino «Mangia-Testa» propone un’esperienza individuale cromatica dove filtri colorati a forma di caschi sferici s’innalzano ad altezza d’uomo invitando i visitatori a infilarci il capo e osservare il paesaggio attraverso le più differenti tonalità trasformando così i partecipanti in cosmonauti liberi di “vedere” il giardino secondo le cromie desiderate.
“ Ocra Loira” di Sarah Chantrel et Valérian Goalec, studenti presso la Scuola Regionale delle Belle-Arti di Rennes – Bruno Dubois, architetto e professore – Vincent Dupont-Rougier, professore – Francia
Il giardino ha come punto di riferimento la Loira, la ricchezza totalizzante che questo fiume ha dato e da alla sua regione e degli straordinari giardini cresciuti lungo le sue rive. Molti artisti come Olivier Debré si sono appassionati alla fama e alla prosperità di questo maestoso corso d’acqua spesso detto «ultimo grande fiume selvaggio d’Europa» il pittore lavorava lungo le sue sponde su delle tele immense su cui descriveva le cromie sottili che lo formavano. Il paesaggio di “Ocra Loira» é un omaggio a Debré e un frammento del fiume, la riscoperta della sua ricchezza materico/cromatica e della sua luce, le tonalità lievi, naturali, cammei di paglierino e bianco esaltati dal nero opaco dell’ardesia.
“Ultra-violetto” di Marie-Tiffany Hamon-Delgado, atelier MéTHoDe, architetto DPLG
Florence Mottes, architetto DPLG – Anne-Elise Hamon, tecnico cura del territorio – Pierre-Alexandre Marchevet, Paesaggista DPLG – Eric Gentils – Francia
«UV» é un cammeo di viola e accompagna il visitatore tra foglie fiori spiegando i benefici degli ultravioletti attraverso la fotosintesi e variazioni cromatiche, intorno una rete di filtri di vetri solari protettivi, simbolo di importanza e danno degli ultravioletti, crea un dialogo mutevole tra fotosintesi e aridità, colore e non colore.
“Trasposizione” di Florimond Gauvin, architetto-paesaggista, diploma ENSNP di Blois ha creato nel 2008 Bigbang studio d’architettura del paesaggio e design urbano proponendo territori dove coniuga fantasia al bon senso – Mathouta Vongphouthone, architetto DPLG, diploma Scuola d’Architettura di Lione, lega la tecnicita all’immaginario – Francia
«Facendo vorticare il cerchio cromatico i colori inizialmente scanditi si mescolano sommandosi fino a divenire grigi».
Il giardino propone un viaggio tra staticità e dinamica dove l’elemento statico é la passerella a ventaglio di legno e quello dinamico sono i vegetali impiantati in modo casuale con fioriture la cui mescolanza origina cammei blu-rosa o vaporosi bianco-rosa. La nebulosità delle essenze rende quasi invisibile i limiti della circolarità della passerella e il sottobosco di foglie, addentrandosi nella vegetazione, fa affondare il passo rendendolo momentaneamente insicuro, squilibrio che sottolinea la contrapposizione fra l’ignoto/mutevolezza della dinamicità del paesaggio e la stabilità/il noto del calpestio di legno circostante che lo perimetra.
“Colore degli Elementi” di Stefan Laport, Office for Landscapearchitecture, architetto-paesaggista – Gartenlandschaft Berg & Co. GmbH – Joachim WŸrster, vivaista – H. Lorberg Baumschulerzeugnisse GmbH & Co. KG – Germania
Il giardino, vissuto dal visitatore lungo un percorso esterno, è progettato in una forma nitida grafica giocata con l’intensità dei rossi delle piante e dei loro contenitori e lo scivolare lento dell’acqua, fra pareti di pietre a secco, a riflettere il cielo e le differenti componenti colorate di vegetali e di manufatti.
“Dinamiche in linea” – Giardino dell’emittente «Côté Jardins» su France 3 di Thierry Levaillant. Équipe : Pierre Schneiderlin, Raoul Relave, Franck Gambini – Francia
Forme di ramature e materiali naturali creano un piccolo giardino intimo e i vegetali principali sono rappresentati da dischi colorati e ogni mese rimpiazzati dall’essenza vera. Insieme all’utilizzazione della tecnica «di Benjes» (ecologista tedesco,1937-2007) nel giardino si sono aggiunte una depressione per zone umide, tumuli di ciottoli per zone aride e il più evoluto sistema della “pioggia a pettine” mezzo semplice ed estetico d’indirizzare le acque piovane. Per Thierry Levaillant, responsabile della cronaca dell’emittente, i giardini d’oggi devono coniugare conoscenze agronomiche e botaniche con le tecniche ecologiche e le filosofie della giardineria.
“La linea gialla” di Maythinie Eludut, grafico e paesaggista DPLG — GJulien Viniane et Gaylord Le Goaziou, paesaggisti DPLG – Francia
Il giardino nasce dall’idea che il colore giallo su fondo nero, usato nel paesaggio urbano per segnaletica stradale, insegne e cartelloni pubblicitari abbia un forte impatto visivo. Nel giardino il nero puro non esiste ma esistono una molteplicità di sfumature scure che gli si avvicinano e colorano corolle, foglie e gambi di piante strane, impensate, rare e isolate.
Sul camminamento di ghiaia nera un filo giallo attraversa, lega, conduce, forma spirali nel giardino che raccoglie essenze oscure e insolite, poi s’innalza, si trasforma in un lungo belvedere lucente immerso in un’esplosione di fiori gialli da cui si può contemplare l’intero paesaggio.
“La sosta dei tintori” di Noémie Chevereau, designer d’environnement
Frédérique Michel, attore-regista – Dimitri Leduc, architetto d’interni – Frédéric Langel, fotografo – Guillaume Felder, urbanista – Jean François Clergeaud, disegnatore nell’ufficio di studi della città d’Angers – Luc Meinrad, agronomo e Gisèle, abitante del bacino centrale del giardino, é una salamandra nera dal ventre giallo, trasformata in Salamandra Tintora il tempo del Festival 2009. Il detto di Gisèle: “ Se la salamandra tintora stende i suoi giunchi nella bella stagione, l’uccello volteggiante li colora nello stesso tempo» – Francia
Il giardino della «La Sosta dei Tintori » é un affascinante curioso paesaggio composto di zone cromatiche – ognuna delle quali rappresenta il delicato processo di tintura – antiche piante tintore e vegetazioni i cui fiori e foglie rammentano le diverse tinte trattate, posti intorno ai bacini per le tinture colmi di pigmenti dai colori caldi e luminosi e circondati dalle fibre uscite dal bagno di colore e messe ad asciugare.
“Beauty Garden” di Christophe Robin, uno fra i più ricercati specialisti del colore e dell’uso della luce, celebrato direttore artistico de l’Oreal e di Jean Luis David, da registi e attori e Clarisse Béraud, compositrice floreale – Francia
Il Beauty Garden è una passeggiata sognante che ricorda Delphine Seyrig in « Pelle d’Asino », andare e venire fra tre specchi immersi in differenti colori, questo giardino, ideato da uno dei più famosi esperti del colore é un invito a contemplarsi e ritrovarsi. Con uno spirito sia kitch che ricco di humor Robin ha concepito il suo paesaggio tripolare uno specchio per le chiome rosse circondato da vegetazione in tonalità brune e beige-rosés, uno per quelle bionde fra tenere rose di maggio mentre fioriture rosso intenso incorniciano lo specchio per i toni bruni.
Giardino Fuori Concorso di Erik Borja, artista paesaggista ideatore e progettista dell’opera artistica con partner Simon Crouzet e la sua equipe della Bambouseraie d’Anduze e il concorso dei giardinieri del Domaine de Chaumont sur Loire – Francia.
Ispirato ad un progetto del 13mo secolo dei monaci Buddisti Zen per la meditazione, il giardino offre un’interpretazione stilizzata e simbolica della Natura in cui le metaforiche acque della Loira nascono da altrettanto emblematiche montagne vulcaniche del massiccio centrale per poi scorrere e defluire nell’oceano raffigurato dalla superfice di ghiaia bianca rastrellata.
Erik Borja: Uno dei più famosi e sensibili paesaggisti francesi, creatore di particolari giardini zen in Francia e all’estero, dopo gli studi alle Belle-Arti, Borja si consacra alla scultura. Nel ’77, durante un viaggio a Kyoto, trova nei giardini giapponesi e nell’indirizzo zen nuove ispirazioni. Nel suo fantastico giardino-ateliers sulla Drome, Les Clermonts, lo scultore esprime un’interpretazione intima e sottile dei grandi principi del Feng Shui. Pubblica – Editions du Chene 1999 – « Les Leçons du jardin zen ». Ritagliando contro il cielo le silouhettes nitide degli alberi-nuvola, Erik Borja s’impone dominando con intensità zen l’arte dell’intaglio vegetale. Nel 2006 crea, per la Bambouserie de Prafrance ad Andouze, una sorprendente passeggiata a filo d’acqua, Le Vallon du Dragon, immersa nei bambù di ogni forma, colore e specie, rocce, cascate, vegetazioni e fioriture mediterranee.
Simon Crouzet: Straordinario responsabile e ospite eccellente della Bambouseraie de Prafrance à Anduze, giardino botanico esotico unico in Europa per la sua incredibile collezione di bambù giganti, alberi secolari e infinite curiosità e collezioni rare: il labirinto vegetale, il villaggio laotiano, bonsai e le magnifiche serre vittoriane Eugène Mazel.
Festival Internazionale dei Giardini
Castello di Chaumont-sur-Loire
tra Blois e Tours, a 185 Km – Autostrada A10 e A85 – uscita Blois o Amboise
Tel. 0033 (0)2 54 20 99 22
www.domaine-chaumont.fr