Bloom 2014: i giardini di domani

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Nel parco Phoenix, il cuore verde di Dublino, si tiene un grande festival dove talentuosi paesaggisti esprimono la loro visione e disegnano le nuove tendenze. Ecco le nostre scelte dei giardini più innovativi e interessanti.

Mentre il Chelsea Flower Show, prestigioso evento londinese, si chiude in una dorata autoreferenzialità allontanandosi dalla scena internazionale, ecco che il Bloom, festival dei giardini che si tiene ogni anno a Dublino, trova uno spazio crescente anche a livello europeo: è qui che una selezione di paesaggisti di talento presenta allestimenti di giardini che costituiscono una sintesi di innovazione e creatività, apprezzata da oltre 100.000 visitatori.

Il presente e il futuro ecosostenibile
L’edizione 2014, di cui “Giardini” presenta qui una scelta di immagini e di idee, ha rappresentato un punto di svolta importante. Per la prima volta, praticamente tutti gli allestimenti hanno messo in primo piano i temi della sostenibilità, della biodiversità e, in molti casi, del corretto rapporto con il cibo: l’orto è protagonista come fattore primario di contatto con i ritmi naturali. Il futuro sostenibile è raccontato anche dall’utilizzo di materiali e di tecnologie innovative, dai legnami (spesso riciclati e lavorati con arte) ai metalli trattati con ecovernici. Grande spazio è offerto alla presenza dell’acqua, in fontane, laghetti e ruscelli. Risorsa da tutelare anche in un paese tradizionalmente piovoso, che ha assistito negli ultimi anni a estati insolitamente calde e asciutte, l’acqua introduce il tema della fauna selvatica, con ambienti che attirano api, farfalle e libellule e attraggono gli uccellini.
Un altro percorso artistico interessante è quello legato alla riscoperta delle tradizioni. Ora che si è placato l’effetto dello sviluppo esplosivo e della forzata modernizzazione a cui l’Irlanda ha assistito nell’arco di soli 10 anni, c’è il desiderio di recuperare una dimensione più pacata e riflessiva, un vivere più lento e intimo: ecco perché tutti i giardini presenti al Bloom hanno in comune il fattore della vivibilità. Non sono solamente opere d’arte, ma anche e soprattutto ambienti da vivere e da assaporare anche in città, come rifugio antistress.
Il Bloom è un evento che comporta un grande impegno: ha richiesto il lavoro di oltre 4.000 persone e l’impiego di 80.000 piante. Dopo la chiusura, molti dei 30 giardini allestiti sono stati smontati e riallestiti presso ospedali, scuole e case di cura, un bell’esempio di solidarietà e di rinuncia agli sprechi.
Info: www.bloominthepark.com
Info per un viaggio in Irlanda: www.irlanda.com

Medaglia d’oro Selvaggio e naturale, realizzato con incredibile perfezione: il giardino “Idir”, concepito da Deirdre Pender, è un luogo intenso e spirituale che accoglie piante servatiche e sculture moderne. Ha meritato la medaglia d’oro per la sua originalità.
Giardino zen “Tus Nua”, realizzato dal giovane e talentuoso paesaggista Cian Haves, propone l’idea di un giardino urbano di stile zen, dove ritrovare la pace dopo lo stress del lavoro e della vita cittadina, circondati da felci e completato da una roccaglia di succulente ospitata in un muretto di pietre chiuse da una rete metallica, nel segno del riciclaggio creativo.
Il colore è energia “Facing South” del paesaggista Paul Foley, dedicato alla collezione di piante di Lord Milo Talbot nei giardini di Malahide, vicino a Dublino, raccoglie una scelta di fiori mediterranei, africani e americani caratterizzati dal colore vivace e dalla resistenza al caldo e al sole (Cistus, Diascia, Astrantia, Hemerocallis, Rudbeckia, Achillea, Coreopsis e molte altre).
Orto sul muretto La mancanza di spazio non deve essere un limite al piacere di coltivare ortaggi a km zero: un orto-giardino miniaturizzato ma non per questo meno generoso, allestito sui muretti di recinzione e in vasche appoggiate sulla pavimentazione. L’idea è di Dònaill Murtagh, “A work oh heart”.
Un giardino da mangiare Rinfrescato da curiose fontane nebulizzanti, “Tayto garden” di David Everard celebra le piante commestibili, a partire dalla patata, oggi l’ortaggio più diffuso nel mondo, fino alle piante da frutto e ai fiori commestibili come borragine e calendula, con tavoli e panche per portare subito in tavola i prodotti raccolti nell’orto.
Stile moderno Medaglia d’oro anche per Andrew Christopher che ha disegnato “You talk I’ll listen”, giardino accogliente e rilassante, con una bordura di graminacee che emerge dalla siepe geometrica in bosso; un dondolo in vimini oscilla lieve su uno sfondo di alte digitali, felci (Polystichum polyblepharum), Hosta ‘Frances Williams’ e vari tipi di Geranium.
Innovativo e a bassa manutenzione Lo stesso progetto “You talk I’ll listen” nella sua versione moderna: l’autore ha infatti declinato il medesimo spazio con uno stile innovativo che prevede l’impiego di piante poco esigenti, quali le Graminacee Agrostis, Briza, Stipa, Mischanthus e Pennisetum in varietà nane (per occupare poco spazio) raccolte da un muretto azzurro; le piramidi di vetro servono per proteggere ortaggi delicati, in inverno.
Un viaggio nel tempo Angoli per sedersi fra i fiori e un gioco di forme, dominate dalle sfere degli Allium, dalle alte digitali, dalle foglie di una collezione di Acer japonicum e dalle ortensie: un giardino antico, “A journey through the time”, di Anthony Ryan.
Dedicato al cranberry Oggi si parla molto delle virtù preziose del cranberry o mirtillo americano (Vaccinium macrocarpon), dalle efficaci proprietà antiossidanti e antibatteriche. Alan Rudden e Dave Ryan hanno ambientato le piante di cranberry in “Wellbeing wetlands”, un giardino del benessere con un laghetto ricco di ninfee visitate dalle libellule.
Orto-giardino in cassette Ideato come orto-giardino realizzabile anche in terrazzo o in un cortile ghiaioso, il “Limerick Culture Garden” di Ailish Drake propone l’idea di avere aromatiche e officinali miscelate a ortaggi e fiori semplici e antichi, come le aquilegie, Monarda e Dianthus, il tutto in una serie di cassette di legno che ne consentono una facile cura.
Il giardino è una medicina Fiann Ò Nuallàin disegna, in “The first place”, un piccolo giardino o terrazzo domestico che mira a far stare bene: grazie ai colori (terapia cromatica), alle erbe, ai profumi (terapia degli odori) e al movimento fisico che la cura del giardino comporta. Una ricca scelta di aromatiche e officinali (erbacee, ma anche arbusti e alberi) è il cuore del suo progetto.
L’importanza dell’orto e del compostaggio Un muretto a secco di belle pietre naturali accoglie un piccolo orto e un cesto per fare il compostaggio: una soluzione che mira a educare al cibo sano e genuino, al risparmio e al riciclaggio. Non a caso il progetto, di Elma Fenton, si intitola “Food for thought”, cibo per la mente.
Stile metropolitano al naturale Linee moderne con vasche di metallo dal fondo scuro, per riflettere il cielo sull’acqua, e una selvaggia vegetazione di fiori apparentemente spontanei (Achillea, Cimicifuga, Geranium, lupini, Polemonium, Verbascum e tanti altri ancora): è la creazione di Kevin Dennis, “City life garden”, un piccolo giardino urbano godibile e originale.
Giardino sensoriale Dedicato a un ospedale dei bambini presso il quale è stato poi trasportato e rimontato, questo progetto di Anthony Ryan e Kieran Dunne mira a sollecitare i 5 sensi con una ricca vegetazione e ad accogliere anche chi ha difficoltà a muoversi, grazie alle pavimentazioni lisce e ai muretti che consentono di sedersi per assaporare la bellezza del luogo.
Rifugio intimo Ortensie, digitali e cespugli sempreverdi proteggono un ambiente intimo e meditativo. La panchina con lo schienale a forma di farfalla evidenzia la volontà di curare l’ambiente senza pesticidi, accogliendo gli insetti utili. Una creazione di Anthony Ryan che comprendeva tre spazi: passato, presente e futuro. Questa è l’area dedicata al passato, di stile vittoriano.

Info: www.bloominthepark.com

La bella città di Dublino vanta un patrimonio vegetale di assoluto rispetto, a partire da Glasnevin Botanic Gardens, giardini botanici aperti al pubblico (ingresso gratuito), con enormi serre vittoriane e una enorme quantità di piante da ogni angolo del mondo, raccolte in aree tra le quali passeggiare è un vero piacere.
A mezz’ora dal centro della città è visitabile il castello di Malahide con il parco dove il viaggiatore e collezionista Lord Milo Talbot, con la moglie Sonja, raccolse una incredibile collezione di piante esotiche, in particolare da Tasmania, America meridionale e Africa.
Uno dei giardini pubblici più interessanti è Blessington Street Basin, un tempo bacino di rifornimento dell’acqua potabile e oggi oasi naturale con un’isola popolata da uccelli selvatici che qui trovano un ambiente idoneo per la nidificazione.

Il Phoenix Park, che accoglie ogni anno l’evento Bloom, è un parco grandissimo frequentato ogni giorno da migliaia di persone in cerca di fresco e natura; confina con la Farmleigh House, il cui parco topiario, con enormi figure in bosso e tasso scolpite ad arte, è completato da una collezione di opere d’arte contemporanea.

Info per un viaggio in Irlanda: www.irlanda.com

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