





























Per risparmiare energia e migliorare l’ambiente
Il peggioramento delle condizioni di vita, soprattutto nelle città, in particolare quelle di grandi ma anche di medie dimensioni, il rilevante aumento del prezzo del petrolio e dei gas naturali per produrre energia, l’incremento del traffico e le conseguenti emissioni di sostanze nocive, ha posto la necessità di effettuare interventi che, in qualche misura, possano migliorare le condizioni ambientali e ridurre le emissioni di inquinanti.
Il “tetti verdi” rientrano in questa logica in quanto hanno benefici effetti sul bilancio energetico degli edifici, sul rapporto ossigeno-anidride carbonica, e anche sull’estetica e sulla fruizione di superfici solitamente non utilizzabili.
Cos’è un tetto verde
I “tetti verdi” si possono considerare coperture vegetali dei tetti degli edifici. Anziché coppi e tegole, sull’ultimo strato del tetto compare una copertura vegetale. Queste coperture vegetali prevedono un sistema di impermeabilizzazione di alta qualità, un sistema antiradici, un sistema di controllo del vapore acqueo, un substrato di coltura e vegetazione idonea a vivere in queste condizioni.
Perché il tetto verde
Studi condotti all’estero, in particolare negli Stati Uniti, Canada e Germania, hanno dimostrato che un tetto verde presenta una serie di benefici non solo per il singolo ma anche per la collettività.
Risparmio sulle spese di riscaldamento e raffrescamento dell’edificio
Il tetto è la parte dell’edificio dove si ha la maggiore dispersione termica. La vegetazione e il substrato di coltura (terreno speciale dove si sviluppano gli apparati radicali) influiscono sul microclima del tetto andando a creare una riduzione della temperatura del tetto durante il giorno in estate, e una minore dispersione termica durante l’inverno. Il tetto verde diventa una sorta di “volano termico” tra strutture murarie e ambiente. In estate un tetto in asfalto può raggiungere temperature intorno a 80°C, mentre di notte cede calore all’aria e scende a temperature intorno i 20°C. Un buon tetto verde può mantenere la temperatura massima estiva intorno ai 25°C.
La riduzione dei consumi dipende delle dimensioni dell’edificio, della tipologia del tetto verde, e dalle caratteristiche climatiche del luogo. Studi canadesi hanno evidenziato che con una copertura di graminacee, e 10 cm di substrato di coltura si ha una riduzione del 25% sul raffrescamento estivo.
A livello urbano la vegetazione, durante l’estate abbassa la temperatura di alcuni gradi grazie anche all’effetto dell’evapo-traspirazione, mediante il quale le piante assorbono energia termica per far evaporare acqua, e abbassare la temperatura dell’aria circostante. Per far evaporare un litro d’acqua occorrono circa 592 chilocalorie. Da questo punto di vista i tetti verdi possono incrementare la superficie a verde delle aree urbane notoriamente avare di spazi occupati dalla vegetazione.
Riduzione dell’inquinamento acustico
Il substrato di coltura e le piante rappresentano una barriera alla propagazione delle onde sonore in quanto possono riflettere, deviare o assorbire le onde sonore prodotte dagli aerei, dal traffico e dai macchinari. Si ottiene così, entro certi limiti, un’insonorizzazione; il suolo tende a bloccare le onde sonore a bassa frequenza mentre la vegetazione quelle ad alta frequenza.
Anche rispetto all’inquinamento acustico le caratteristiche della copertura giocano un ruolo importante nell’ottenere l’effetto desiderato. Ad esempio un substrato di coltura di 12 cm può ridurre il rumore di 40 decibel che salgono a circa 50 decibel per uno strato di 20 cm.
Assorbimento dell’acqua piovana
Il substrato di coltura, quando piove assorbe acqua e parte di essa viene immagazzinata dai pannelli alveolari o altri sistemi di trattenuta. Se la pioggia è di lunga durata il substrato rilascerà l’acqua che non riesce a trattenere. In questo modo, comunque, si ha un rilascio più lento dell’acqua al sistema fognario.
Se i tetti verdi fossero diffusi si avrebbe una maggiore efficienza delle reti fognarie urbane durante gli acquazzoni, in quanto l’afflusso di acqua piovana sarebbe rallentato, e in parte ridotto, dai tetti stessi.
Miglioramento dell’aria
La vegetazione, in generale, è in grado di convertire anidride carbonica in ossigeno attraverso la fotosintesi.
Si calcola che 1,5 mq di graminacee siano sufficienti a produrre ossigeno per il fabbisogno annuo di un uomo. Allo stesso tempo è sufficiente 1 mq di graminacee per fissare 0,2 kg di microparticolato atmosferico.
Come è fatto un tetto verde
I tetti verdi richiedono soluzioni tecniche particolari affinché si possa trarre vantaggio dalla copertura vegetale senza avere problemi d’infiltrazioni d’acqua o di ristagni di umidità. Possono essere applicati alle coperture piane dei capannoni industriali e commerciali, ai tetti piani e inclinati delle civili abitazioni, alla copertura dei parcheggi interrati. Il tetti verdi possono essere di tipo “estensivo” o di tipo “intensivo”. Il tetto verde estensivo prevede un intervento “leggero” dato da uno strato di terreno di coltura esiguo (intorno ai 10 cm) e impiego di piante erbacee, di altezza limitata. Il tetto verde intensivo comporta un maggiore strato di terreno di coltura (generalmente dai 40 ai 60/80 cm) e prevede l’impiego di specie erbacee, arbustive e, all’occorrenza, arboree. Si può anche chiamare col più classico termine di “giardino pensile”. In entrambi i casi, prima della realizzazione, è bene sincerarsi della portata del solaio sul quale si vuole impiantare il tetto verde.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, esistono sistemi già sperimentati che garantiscono risultati ottimali. Questi sistemi prevedono la posa in opera di diversi elementi tecnici che si possono così sintetizzare:
- membrana antivapore: evita la formazione di condensa e i ristagni di umidità che possano trasmettersi agli ambienti sottostanti
- isolante termico: evita dispersioni di calore dagli strati sottostanti
- membrana impermeabile: evita infiltrazioni d’acqua nelle strutture portanti e negli ambienti sottostanti
- membrana antiradice: evita alle radici di approfondirsi oltre questo livello (la membrana antiradice può essere posta anche come primo tratto in aderenza alla struttura portante del tetto)
- strato drenante: con funzione di immagazzinare acqua ed allontanare quella eccedente
- strato o membrana filtrante: evita che particelle di terriccio possano infiltrarsi negli strati sottostanti
- terreno di coltura: terreno alleggerito che ha la funzione di accogliere le piante
- vegetazione: prevalentemente costituito da piante erbacee perenni resistenti alla siccità
- è possibile, inoltre, prevedere un impianto d’irrigazione a goccia che possa essere attivato in caso di periodi prolungati di siccità, al fine di garantire la sopravvivenza della copertura verde dei tetti
Caratteristiche del terreno di coltura
Presenta, generalmente, un buon contenuto in sostanza organica e inerti porosi (ad esempio lapillo vulcanico, pomice, agriperlite) che possano trattenere umidità ed elementi minerali ed alleggerire il peso del terreno stesso. La presenza di inerti ha anche la funzione di mantenere una buona porosità del terreno, e quindi un buon equilibrio tra ossigeno e acqua tellurica. Il terreno di coltura ha uno spessore variabile tre gli 8/10 cm sino a 40 cm (e anche oltre), a seconda dell’inclinazione del tetto e del tipo di vegetazione prevista.
Caratteristiche della vegetazione
Le piante erbacee dei tetti verdi estensivi devono essere anche a rapido sviluppo, soprattutto orizzontale (tappezzanti o coprisuolo) al fine di ottenere rapidamente un’omogenea copertura della terra di coltura. A questo proposito sono molto utilizzati, nelle condizioni climatiche tipiche dell’Italia, i Sedum e i Mesembrianthemum che assommano caratteristiche di spiccata resistenza alla siccità, rapidità di copertura e crescita in altezza contenuta. Nel caso di tetti inclinati la vegetazione deve essere abbastanza bassa e lo strato di terreno sottostante deve mantenersi entro i 10 cm. Qualora invece si operi su tetti piani, in funzione della portata del tetto, si possono realizzare veri e propri giardini pensili (tetti verdi “intensivi”). In quest’ultimo è possibile anche la messa a dimora di arbusti e piccoli alberi. Le piante possono essere poste in opera mediante stuoie prevegetate, mediante semina o mediante piantagione diretta.