La piscina in scarpata

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Tante soluzioni per uno spazio scomodo
Un panorama sull’intera vallata e il fiume sottostante, una casa bellissima, ricostruita con criteri essenziali e linee pulite, arredata con squisito gusto minimalista, un giardino non piccolissimo ma posizionato interamente su una ripida scarpata, con dislivelli che variano da 5 a 9 metri in una sezione di ca. 30 metri totali di larghezza; e poi, la forte volontà dei proprietari di avere una piscina. Ingredienti non facilissimi da combinare in modo armonioso; non solo – come in alcuni dei più riusciti esempi della tradizione nordica, un altro preciso desiderio di questa giovane coppia anticonformista era quello di un giardino naturale e “un po’ selvaggio” da progettare con le linee architettoniche pulite, con  pochi ma ricercati materiali e forme: pietra naturale regolare, doghe di legno chiaro e grandi vetrate apribili che portano il giardino letteralmente in casa.

Impossibile una biopiscina
Proprio per questo, la richiesta  iniziale era quella di una biopiscina, che effettivamente sarebbe stata un ideale completamento della situazione sia sotto l’aspetto estetico come anche sotto quello “filosofico”. Infatti, ad indagare meglio, l’idea della biopiscina era nata non tanto per la balneabilità, quanto per il concetto di un giardino acquatico naturale, decorativo tutto l’anno, da posizionare nell’unico – e purtroppo ristrettissimo – piano del giardino, proprio di fronte alle grandi vetrate del salone.
Scartata, con dispiacere, l’idea della piscina naturale per l’effettiva mancanza di spazio (occorrono almeno 180 mq netti  rispetto ai 150 mq totali disponibili), abbiamo rimescolato vecchi desideri, nuove esigenze e fattibilità tecnica per trovare la soluzione ottimale.

Due possibili soluzioni
Una prima soluzione poteva essere un giardino naturale, semplicissimo e decorativo in modo anticonformista, basato sull’uso di massi, pietre e ghiaie locali e l’impiego quasi esclusivo di graminacee come motivo ricorrente. La seconda invece, un piccolo giardino a parte per una piscina a depurazione tradizionale. Elemento di collegamento progettuale, un piccolo canale d’acqua, bordato riccamente da graminacee e bambù.

La scelta del luogo
Diversa dalla biopiscina, la piscina a depurazione chimica resta inattiva e poco decorativa per la maggior parte dell’anno, motivo per cui si sconsiglia sempre una posizione dominante e ben visibile dalla casa, specie se si tratta di una abitazione primaria.
Sotto quest’aspetto, abbiamo dunque trovato un posto ideale: una scarpata a monte rispetto alla casa, con ampio  panorama sulla vallata, già terrazzata, con muri a monte e a valle. Meno ideale invece, lo spazio totale disponibile: ca. 20 m di lunghezza su una larghezza media di 8 m, quest’ultima  con un dislivello che varia da 1,50 a 3,00 m. Per tutte le soluzioni serve la formazione di un piano al posto della scarpata, e il consolidamento della struttura mediante palificazione per evitare assestamenti  e/o moti franosi del piano artificiale sotto il peso della piscina.

Per arrivare alla soluzione finale sono tre sono state le proposte, tutte ispirate dal concetto del collegamento tra architettura e natura.

Per rimanere fedele al concetto delle linee pulite, combinate con elementi decorativi di vegetazione, in questa soluzione è stata sacrificata l’estensione della parte balenabile (peraltro per i prprietari non di interesse primario), per conservare una parte dello spazio disponibile  per ospitare decorative piante acquatiche. Attenzione: in spazi così piccoli, tutto deve essere studiato per non creare confusione estetica e funzionale! In questo caso, si arriva al giardino della piscina salendo una larga scala in doghe di legno, con partenza sul prato del pianterreno dell’abitazione. Arrivati in alto, il proseguimento in piano della scala consiste in un comodo pontile della stessa larghezza (3,00 m), che serve come elegante solarium da dove, oltre al bellissimo panorama, si ha una interessante visione sulla vasca della piante acquatiche, ma nello stesso tempo anche un comodo accesso a quella balenabile. La divisione necessaria tra le due vasche, con acqua naturale per quella delle piante e acqua depurata per quella balenabile, si risolve in modo invisibile  proprio sotto il pontile. La superficie balenabile di ca. 42 mq, la più ridotta delle soluzioni, si può valorizzare con alcune  idee accessorie, come quella di installare un impianto per il nuoto controcorrente. Per superare i salti di quota si lavora con una strutturazione terrazzata con fioriere, mentre la pavimentazione attorno alla piscina è prevista in pietra naturale regolare a correre.

La seconda soluzione, con una balneabilità di ca. 60 mq,  propone invece una forma libera che si ripete anche nello sviluppo della scala d’accesso. Nello stesso morbido movimento è inserito il muro  di sostegno a monte che confina in parte direttamente con la vasca, mentre nella parte del solarium scende dolcemente di quota in una curva verso valle. Si accompagna con una ricca vegetazione ricadente di arbusti e perenni, che ammorbidisce idealmente le linee architettoniche. In questo caso, una moderna pedana in larghe doghe di legno, simili a quelle dei pavimenti interni, fa da solarium e sdrammatizza la ristrettezza dello spazio.   

La più grande delle vasche, con uno spazio balenabile di ca. 65 mq, impone invece l’accesso spostato a destra, per arrivare comodamente sul lato più largo della piscina, dove si trovano ampi e bassi gradoni che portano dolcemente sotto acqua. A monte, questa piscina è accompagnata sul lato lungo dal muro anteriore di una vasca d’acqua indipendente e posta su un livello superiore che ospita decorativi fiori di loto. Per “rompere” l’effetto ad imbuto di questa forma geometrica, il lato più corto è reso interessante da un muro colorato e una cascata permanete “a tenda” che crea movimento e riporta l’acqua dal circuito in piscina. In questa soluzione, la proposta è quella di pavimentare i gradoni e il fondo della piscina con la stessa pietra naturale usata anche per tutte le aree esterne.

La scelta finale
La soluzione definitiva riprende elementi singoli di tutte le soluzioni, elaborando questi e adattandoli alla particolare situazione, tutto  per ottenere un armonioso risultato complessivo. Per collegare idealmente la situazione al resto del giardino, il contorno del solarium è accompagnato dallo stesso elemento massi/ pietre/ghiaia e graminacee, che donano all’insieme un aspetto leggero e quasi casuale.   

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