Al posto del prato

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Alternative per contenere il consumo di acqua e la manutenzione

Il cosiddetto “prato inglese” cioè il pratino sfalciato, compatto, abbondantemente irrigato si giova di piogge regolari estive e di temperature massime relativamente contenute che sono condizioni che caratterizzano, per l’appunto, il clima inglese. In Italia, dove ormai le precipitazioni estive sono limitate a brevi ma intensi acquazzoni, il prato deve essere frequentemente irrigato il che comporta un grosso dispendio di acqua, bene la cui disponibilità, soprattutto in periodi di carenza, è limitata. L’irrigazione del prato, oltretutto, è poco efficace nel senso che, dovendolo irrigare a pioggia, una buona parte dell’acqua irrorata si perde per evaporazione, senza raggiungere le radici delle graminacee che compongono il prato. Da non trascurare anche il costo dell’impianto d’irrigazione che risulta sensibilmente superiore per il prato rispetto a quello utilizzato per adacquare alberi e arbusti. Il prato, inoltre, per essere mantenuto decorosamente, andrebbe sfalciato almeno due volte alla settimana e questo, indicativamente, dalla primavera all’autunno. Il che comporta all’incirca, 56 sfalci all’anno. In Inghilterra, e in qualche caso anche da noi, il prato è utilizzato per tappezzare i percorsi del giardino. Indubbiamente il risultato estetico è notevole ma c’è da dire che ogni 3-4 anni occorre effettuare un rifacimento del prato stesso o, in alternativa, ricorrere annualmente ad operazioni quali carotatura e “top dressing”, cioè una serie di operazioni atte a rigenerare l’efficienza del tappeto erboso sottoposto a calpestio che ne determina l’usura. Altra nota dolente del prato è data dalle zone in ombra che caratterizzano molti piccoli giardini. Gli esiti, di questa situazione sono noti: crescita di muschio e prato stentato caratterizzato da scarsa fittezza e scarso sviluppo vegetativo con tappeto erboso distribuito, per lo più, a macchie prima dell’avvento definitivo del muschio.

Per tutta questa serie di motivi si può ricorrere a soluzioni alternative che consentano di avere sia zone calpestabili sia zone “verdi” di gradevole aspetto che richiedono nulla o bassa manutenzione e tutto ciò per abbattere sensibilmente i costi di gestione, favorire il risparmio idrico e avere, comunque risultati estetici e funzionali uguali o superiori rispetto al prato.

Tuttavia, ove le condizioni di esposizione e umidità lo consentono, chi non vuole rinunciare al prato, può prevedere di ridurre la superficie a prato a vantaggio di altre soluzioni.

Prati Fioriti

Una prima alternativa al prato inglese, il tradizionale tappeto erboso calpestabile, può essere rappresentato dai prati fioriti. Si tratta di prati ottenuti da un miscuglio di semi che oltre alle graminacee, tipiche dei tappeti erbosi tradizionali, unitamente a piante erbacee caratterizzate da fioriture vistose. Il miscuglio delle piante da impiegare per costituire questi prati può essere orientata verso la scelta di specie che resistono alla siccità o specie che richiedono una più frequente innaffiatura, da specie che fioriscono in un periodo più ristretto (per avere una grande quantità di colore concentrata in un determinato periodo) o da specie che fioriscono in periodi differenti (in modo tale da avere fioriture di minore intensità ma distribuite in un lasso di tempo che corrisponde, grosso modo, a quasi tutta la stagione vegetativa). Si può ricorrere anche a miscugli che comprendono specie erbacee tipiche della zona, in questo caso si contribuisce al mantenimento della biodiversità consentendo alle specie eliminate dal territorio a causa dell’agricoltura intensiva che, in questo caso, permangono nel territorio grazie alla loro presenza nei giardini. I miscugli si possono scegliere anche in base all’altezza delle piante, indicativamente si hanno due fasce: quella compresa tra i 30 e i 40 cm e quella compresa tra i 70 e i 110 cm. I prati fioriti richiedono minori manutenzioni, in particolare lo sfalcio viene eseguito, in media, una volta all’anno, a fine stagione e l’irrigazione, a parte il periodo compreso tra la semina e la germinazione, viene effettuata solo in caso di lunghi periodi siccitosi. Il prato fiorito si mantiene per 5-6 anni poi occorre effettuare una trasemina per rinnovarlo.

Percorsi e pavimentazioni

I sentieri inerbiti che attraversano il giardino possono essere efficacemente sostituiti da una serie di materiali. Si parte dei tradizionali materiali lapidei quali autobloccanti, legno, pietre, sassi, ciottoli di varia natura, materiali organici (cippato, corteccia, gusci di nocciole, ecc.). Scegliendo e abbinando opportunamente i materiali si possono ottenere effetti cromatici interessanti che danno colore al giardino. In generale le pavimentazioni lapidee e in materiale cementizio sono più costose mentre le ghiaie costano decisamente meno anche se richiedono una maggiore manutenzione (saltuaria crescita di infestanti, qualche rastrellatura).

Riduzione del prato

Se non si vuole rinunciare al cosiddetto prato inglese anche qui le soluzioni possono essere di diverso tipi. Si può ricorrere a materiali diversi. Nelle zone del giardino dove non si vogliono posizionare alberi, perché si vuole sostare o avere una visuale libera, si possono scegliere materiali e colori che creino essi stessi un disegno. Se non si vuole rinunciare alla vegetazione, si può ricorrere all’impiego di erbacee perenni o annuali e a piccoli arbusti che anziché fatti crescere in mezzo al prato si possono contornare da materiali diversi calpestabili. E’ il caso delle ghiaie, disponibili in differenti pezzature, dalle più fine alle più grossolane, alle pavimentazioni in legno, agli autobloccanti. Le pavimentazioni in pietra e marmo risultano particolarmente costosi per questi usi, ma avendo disponibilità economica, si può ricorrere anche a questi ultimi.

Zone in ombra o mezzombra

Anche qui le soluzioni possono essere molteplici. Il prato può essere sostituito da piante erbacee e da piccoli arbusti che crescono in ombra o mezz’ombra. Vi è un’ampia scelta: hoste, felci, ortensie, gerani (genere Geranium), acanti, Cimifuga rubifolia e C. simplex (entrambe in luoghi umidi), Convallaria majalis (mughetto), edera, Lamium (ottime tappezzanti), Liriope muscari, primule, Pulmonaria officinalis, Rehmannia elata, Saxifraga stolonifera, Tiarella plyphilla, Tricyrtis hirta, , Ophiopogon japonicum, Ruscus aculeatus, e R. hypoglossum Viburnum tinus, Vinca minor. Se occorre attraversare la zona in ombra o sostare in essa si possono aggiungere pavimentazioni di varia natura (legno, ghiaie, autobloccanti, materiali lapidei). Un opportuno design può aggiungere valore estetico a queste zone

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