










Un giardino che si inspira alla tradizione toscana dell’hortus conclusus e al giardino formale rinascimentale
Siamo sulle colline di Fiesole, vicino a Firenze, in una giornata limpida e soleggiata, ad ammirare lo spettacolo straordinario di questo elegante spazio verde. Raggiungendo una posizione elevata è possibile con lo sguardo spaziare su tutto il giardino: un quadrato pressoché perfetto e quasi completamente circondato da un’alta siepe che ne delinea le forme e ne “protegge” il contenuto. Apparentemente un giardino storico, in realtà il frutto della capacità progettuale contemporanea.
Le quinte verdi, le ampie distese prative, la geometrica cadenza dei limoni in vaso, le cime dei cipressi che si protendono verso il cielo: tutti gli elementi più evidenti di questo giardino, realizzato da Emilio Trabella e dalla Ratti Flora, riportano alla tradizione paesaggistica toscana e al giardino formale rinascimentale
Il giardino geometrico, con le sue grandi siepi modellate, è stato sapientemente ricostruito ad arte, con il preciso intendimento di essere quasi immutabile nel tempo e rappresentare quanto di più vicino alla perfezione, svincolato dalla ciclicità delle fioriture e dalla caducità delle foglie che ne possono continuamente mutare l’aspetto. È una scelta estetica, formale ben precisa, ripresa in modo molto personale da Trabella per realizzare il suo progetto.
Nei grandi giardini italiani del Quattrocento e del Cinquecento, cui indubbiamente si rifà questa creazione, si potevano inserire anche alcuni elementi architettonici, come una vasca e una fontana, o preziosi vasi in cotto decorati con classiche ghirlande per contenere gli agrumi che nei mesi invernali trovavano spazio al coperto, riparati in serre o sotto ampie tettoie. Ed è ciò che è stato fatto nel nostro caso, con inserimenti che arricchiscono l’insieme senza sconvolgerne l’estetica.
L’aiuola
E l’elemento floreale non trova spazio nelle geometrie composte del progetto? No, anche i fiori giocano la loro parte, magari non da protagonisti, ma certamente come straordinari comprimari. In un unico luogo, più adiacente alla casa, ecco una grande aiuola che si libera da vincoli formali e si “lascia andare” alla libertà del colore e della fioritura semplice ed efficace delle viole (Viola tricolor), delle rose e delle Impatiens “Nuova Guinea”. Ed emerge così l’originalità del progettista, la sua voglia di stupire, di sconvolgere le regole, come se Vita Sackville West avesse improvvisamente rinunciato alle sue bordure grigie e nel suo giardino di Sissinghurst ci si trovasse, girato l’angolo, di fronte a una nuova armonia di linee e di tonalità.
Com’era e com’è
Lo spazio che prima delle ristrutturazione circondava questa villa sulle colline di Fiesole era poco più di un terreno agricolo, con un grande uliveto, che è stato mantenuto a lato del giardino principale, e qualche esemplare di leccio secolare che ancora si può ammirare nell’area antistante la casa: un impianto mai modificato da secoli. E su questo “imprinting” di cultura locale e di piante autoctone ha lavorato Trabella, riportando elementi della struttura del giardino storico all’italiana, come si diceva prima, in un succedersi di spazi aperti che formano un unico, omogeneo luogo verde dominato da una grande distesa prativa divisa in due parti uguali da un passaggio lastricato in pietra e circondato dalla maestosa siepe che nasconde l’accesso a un camminamento esterno e una spettacolare vista sulla città di Firenze e sui colli circostanti.
Le essenze
Sulle essenze poco da dire: oltre ai limoni in vaso possiamo ricordare le Impatiens e le viole (Viola tricolor), i cipressi, l’alloro (Laurus) e i lecci (Quercus ilex). Ma non sta nella scelta delle specie botaniche l’aspetto interessante di questo progetto, ma nella non comune capacità di creare dal nulla un impianto semplice e raffinato, elegante e tradizionale, facilmente riproducibile ma unico.
(Foto di Giustino De Lorenzo)