






L’orizzonte fonde gli azzurri di marecielo da cui emerge Capri, mentre il sole intinge le guglie di pietra nell’oro filato del primo mattino. Le terrazze-giardino della villa salgono in sequenza lungo la roccia dell’isola, amatissime balze di campagna che la costanza e il gusto dei proprietari hanno trasformato nell’intimità raffinata e affascinante di giardini diversi sospesi sull’incanto di Marina Piccola
Insieme, a bordo di una minuscola trazione elettrica, l’unica locomozione silenziosa e non inquinante permessa a Capri, Riccardo Rocchi, solca veloce, lungo il versante settentrionale dell’isola, viottole ripide. Dalla Piazzetta su, su, oltre località La Croce, la piccola chiesa trecentesca di San Michele, Matermania, l’intrico di stradelle s’inerpica odoroso poi, improvvise, dalle murate a secco che le contengono, sbucano le belle terrazze-giardino della villa.
Radiosa e solare Pinuccia, la moglie di Riccardo mi viene incontro nella luce morbida, danzata di ombre e lame di sole.
Le fasce, ombreggiate da querce secolari e naturalmente orientate verso l’affaccio sul panorama sottostante di Marina Piccola, sono state strutturate con grazia e intelligente attenzione così da avere una serie di giardini multiformi, dalle differenti intensità di verdi, ricchi di vegetazione e fioriture adatte a sole, salino, vento di mare.
La privacy dell’intero assetto è protetta dalla cinta folta delle querce già parte del territorio rurale ed elemento botanico ricorrente. Dal cancello d’ingresso lungo il calpestio in graniglia chiara, scarde e quadrelle di pietra si snoda la prima ampia terrazza con una serie di angli speciali che movimentano il paeasggio. A destra, di fronte al parapetto in laterizi, griglie e anfore di begonie, affacciato sul frutteto-giardino e sulla serra, una ringhiera in ferro battuto e bordura di evonimo aureo raccoglie sotto la mezz’ombra degli altofusti, una composizione di pietra, acqua e vegetazione.
Collezioni di yucca, aloe, cespugli radenti e odorosi di rosmarino, ginepro e lavanda circondano lampioni sottili, sedute in pietra, rocaille e rocce di un fontanile e lo stagno delle ninfee. Di seguito in un’ansa di pietra a secco ombreggiata da olivi, querce e carrubi formano un gruppo arbusti nani di aceri, ginepri, una lucente collezione di agrifogli (Ilex aquifolium, Ilex aquifolium ‘Ovata Aurea’, Ilex aquifolium ‘Ferox’), cotognastri e pyracantha, bordati, a seconda della luce, da iris, calle orchidee e ortensie.
Alle spalle una lunga e comoda seduta di pietra guarda le grandi e luminose portefinestre della villa, scandite da alberi di limoni in vaso e aperte sul centro arrotondato della terrazza-giardino ornato da un antico pozzale. A sinistra prosegue il parapetto, mentre, laterale al sedile grandi anfore con Impatiens, petunie, surfinie profumate e vaseria di cotto artigianale incorniciano il risalire di comode e brevi rampe lungo il naturale andamento del terreno. Tra cactacee, yucche, cycas e macchia odorosa seguono l’assolato fianco di roccia, costeggiano brevi terrapieni fitti di querce, ulivi e cipressi aperti sul mozzafiato della veduta, fino alla grande terrazza panoramica.
Recinta dal tipico colonnato tutto bianco delle case di Capri, sovrastata dalla tradizionale intelaiatura a sostegno delle “pagliarelle”, il caratteristico, freschissimo cannucciato, riparo dal cocente sole estivo, la fantastica terrazza, su cui affaccia il primo piano della villa, fra gli arredi di midollino e ferro battuto si spinge nel vuoto trapunta dallo scarlatto della collezione di pelargoni e affaccia sia sul panorama sia sul movimento delle balze-giardino fino a occhieggiare quella del frutteto-giardino. Questo, sottostante a tutto, assolato ma protetto, con un microclima perfetto per alberi di ciliegi, albicocchi, peschi, fichi e agrumi è diviso in ranghi ordinati e armoniosi che vanno dall’angolo a prato ombroso quasi meditativo di un sedile sotto una quercia fino alla piccola serra. Intorno, nel chiocchiolio di una fonte, mixed-borders con gunnera manicata, rose da taglio e da arbusto, ortensie, amaryllis, splendide Brugmansia (Datura) arborea e B. sanguinea, immersi nel miele fitto dei gelsomini, fanno giardino.