







Dalla collina napoletana di Posillipo si giunge, fra le querce e un annoso pino della terrazza-giardino, tappezzata di vite americana e glicine, su cui affaccia l’ingresso alla villa, acquistata dai proprietari negli anni ’90 e ristrutturata dall’architetto Patrizia Pane.
“L’insieme, già preesistente,” spiega l’architetto Pane, “è posto sull’andamento a terrazze del territorio, degradante dalla campagna al mare. Il suo fascino, al di là delle sovrastrutture inidonee, consisteva in questo movimento non banale, naturale simbiosi fra abitazione e “stanze” a giardino, mi ha ispirato l’idea di un unicum, interno-esterno e viceversa.”. Così, abbattute limitazioni, manufatti e sovrapposizioni, ha trasformato il complesso in un “cottage”, raffinato e intimo in serena simbiosi al verde incluso circostante.
Il giardino si suddivide su due terrapieni, contigui al primo piano e al pianoterra della casa. Il giardino del primo piano, circondato fra le pareti foderate di vite e glicine bianca, lungo e rettangolare, Pane lo ha disegnato con un taglio profondo di prato impiantato di palme, araucaria, Cycas, oleandri, aromatiche (lavanda, rosmarino, malvarosa – pelargonio campano con foglie intensamente profumate e piccola fioritura rosa, citronella, santolina), arbusti da fiore e da foglia, vegetazione mediteranno/tropicale adatta a sole, vento di mare e salsedine, qua e la arricchita da ciotole e orci di stagionali. Un calpestio in cotto napoletano, lasciato naturale per comodità e bellezza, lo separa dall’allungo parallelo della piscina, incassata sotto la cinta, e si allarga rotonda sotto la pergola del glicine che si affaccia concava e bordata di ortensie sulla veduta come un “bow-window” all’aperto, per romantiche e scenografiche cene a lume di candela e fiaccole.
Attraverso la bordura, intagliata nel sempreverde, una piccola scala scende al secondo giardino del pianterreno su cui prospettano la sala da pranzo, l’intimità del salotto-biblioteca con un grande camino, cucina e servizi.
Lo spazio quadrato, più ampio e protetto dagli sbalzi di temperatura e degli elementi climatici, ha permesso all’architetto la possibilità di inserire simmetrie di aiuole –giardino con roseti (arbustivi e da gambo), alberi da frutto e agrumi legate fra loro dal gioco di sottili pergole di gelsomini, rose rampicanti, un corridoio di glicine, getti di Bougainvillea e datura arborea. La pagoda di un gazebo, la serra, il monolite di un eucalipto secolare e al fondo un altro angolo-salotto completano il paradiso domestico.