Giardino nel Parmense

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Un giardino che in soli sei anni ha già acquistato identità e struttura ideato e realizzato da an’appassionata autodidatta

Sandra compera un vecchio casal nella campagna intorno a Parma, affiancato da 5 grandi alberi (ipocastani e tigli) ed una cavallerizza in bosso davanti alla facciata, tutto intorno 2 ettari e mezzo di terreno agricolo assolutamente piatto e vuoto. Ho conosciuto Sandra durante un viaggio in Inghilterra per visitare giardini, girava con un grande quaderno dove prendeva continuamente appunti, chiedeva informazioni, confrontava le sue idee. Aveva letto molto, visitato giardini in Italia e all’estero e cominciato ad abozzare su grandi fogli da disegno i primi progetti e le nuove idee.

La prima decisione che prende riguarda la siepe di confine: viene scelto il carpino, mutevole nelle stagioni e adatto alla pianura parmense dal suolo argilloso. Sceglie carpini di un metro e li pianta a 70 cm, ma a distanza di tempo si accorge che è stato un errore, perché la siepe ci ha messo 4 anni a chiudere. Avrebbe dovuto piantare alla stessa distanza, ma in due file a scacchiera ed usare piante piccole. La seconda realizzazione sono due grandi bordi misti (15x3m), abbinando le piante per periodo di fioritura e colore, con al centro un gazebo con panchina. E’un successo, nel giro di 2 anni i bordi raggiungono la maturità e masse di Hemerocallis, Aster, Sedum, peonie, Poligonum bistorta, Iris, Centranthus creano macchie di colore con sullo sfondo rose floribunda e cespugli rustici da fiore in tinta. L’anno successivo è quello delle rose, in autunno arrivano dall’Ighilterra le prime rose a radice nuda per creare una grande pergola di 15 m sostenuta da archi di ferro, dove si alternano rose sarmentose a rose a cespuglio. Nasce anche il vialetto delle rose antiche, abbinate a 5 varietà di lavanda e a Iris florentina . La parte centrale del pergolato è ricoperta da 4 esemplari di Rosa ‘Ethel’ che raggiunge rapidamente i 5m. Nello stesso periodo viene piantato” Il Giardino della Quiete”sulle tonalità bianco lilla dalla forma a elle.

La parte del giardino più vicina a casa comincia riempirsi di fiori e piante, sotto i vecchi alberi viene realizzato un giardino di sottobosco con ellebori, Hosta, primule e bulbose, e davanti casa un lastricato di pietra antica con tanti vasi di “Aduse”con piante di agrumi e erbe aromatiche. Le scelte e gli abbinamenti sono perfetti. La vecchia cavallerizza davanti casa e il gruppo di alberi, fanno pensare che nel passato esistesse un giardino in quel luogo, così Sandra chiama il nuovo giardino “Il giardino ritrovato”, pensando anche al piccolo giardino dei nonni dove erano stati gettati i primi semi d’amore per le piante e i fiori. Negli ultimi 2 anni inizia la fase “strutturale” creando tre giardini a stanze su modello post vittoriano. La prima è ” il giardino delle erbe”, circondato da carpino dove erbe aromatiche formano strutture geometriche alternate a semine di fiori di campagna tipiche della zona ed a dalie. La seconda struttura a forma quadrata è ”l’orto decorativo”, circondato da una siepe di olivello spinoso e di callicarpa, bacche arancio e viola che decorano la recinzione anche d’inverno. La terza, appena finita è il “frutteto decorativo “ a forma circolare, realizzato con peri e meli antichi tirati a spalliera con al centro una aiuola sopraelevata con supporto di giunchi intrecciati dove vengono coltivate le zucche.

Ancora grandi estensioni di terreno nudo circondano il nucleo centrale. Comincia, così, la fase delle grandi masse di alberi e arbusti, piantati in modo spontaneo, seguendo criteri di abbinamento di colore: il gruppo delle bacche (meli da fiore, azzeruoli sullo sfondo, Cotoneaster e rose canine davanti); il gruppo giallo (Gleditschia ed Helianthus salicifolia sullo sfondo, buddleia variegata gialla con prati di Solidago e graminacee davanti); il gruppo bianco (Prunus mume, Viburnum opulus, Amelanchier e prati di Narcissus davanti). Prima del cancello, al posto del viale di tigli tipico della sua zona, Sandra ha appena piantato due boschetti naturaliformi (carpino, pioppo, tiglio, robinia, sambuco, acero campestre e rovo) immersi in un mare di prato spontaneo mosso in primavera da onde di fiori selvatici. E’ stata l’ultima straordinaria sorpresa nel visitare questo giardino, cresciuto sotto i miei occhi, che è stato anche il filo conduttore di una splendida amicizia tra due giardiniere.

(Foto di Giustino De Lorenzo)

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