








Circondato da mura antiche, in parte etrusche, il giardino di Maria Elisa Leboroni famosa xilografa, le cui opere sono conosciute anche negli Stati Uniti, Inghilterra e Giappone, è un piccolo angolo di pace e di bellezza
Ricavato da uno degli antichi orti entro le mura, ha mantenuto il fascino e l’atmosfera dei tempi antichi e incornicia la facciata della chiesa di S. Francesco, con sulla sinistra il gioiello di S. Bernardino.
Questo luogo magico fu acquistato 30 anni fa in completo abbandono, assieme ad una vecchia casa da ristrutturare. Il giardino di 3000 metri quadrati è composto da 5 terrazze degradanti verso la piazza di S. Francesco. Al centro una scalinata di vecchi mattoni, già esistente, collega le varie parti. Nella zona più alta, nella terrazza proprio sotto le mura etrusche, di fronte alla cucina, coperta in parte da una pergola di vite è stato creato un delizioso giardino di erbe mescolate a fiori spontanei dell’Umbria.
Ispirato all’orto concluso medievale, raccoglie: timo, salvia, finocchio selvatico, santoreggia, erba cipollina e maggiorana, mescolate ad agli selvatici e gigli. Rose botaniche e una Clematis montana decorano le vecchie mura e accompagnano il percorso di collegamento alle terrazze inferiori, interrotto da una sosta con panchina di pietra per ammirare la facciata di S. Francesco. Questa atmosfera di sorpresa scenografica e di pace bucolica, in contrasto con l’attività della città appena fuori il muro di cinta, caratterizzano tutto il giardino.
Anche la scelta delle piante è legata alla storia del luogo. Molti alberi da frutto, rose antiche e botaniche, filari di viti rimasti dall’antico orto, sono stati abbinati a cespugli da fiore, da bacca e da foglia, scelti con gusto da artista, mescolando tonalità cromatiche, forma e tessitura in modo perfetto. Lavande, santoline, Phlomis fructicosa e cisti decorano la parte più assolata del giardino, dove i vecchi filari di vite e gli alberi da frutto ancora sono produttivi. Ortensie adatte al terreno calcareo, come Hydrangea arborescens ‘Annabelle’ e Hydrangea quercifolia affiancano la parte di scalinata in ombra. Bellissimi ciuffi di peonie di sapore antico fioriscono le varie terrazze, dove grandi bossi potati, retaggio del vecchio giardino, costituiscono un supporto scultoreo e classico alla spontaneità dell’insieme. Sotto i vecchi alberi esistenti (una Magnolia grandiflora, un corbezzolo e un albero di Giuda), negli anni è stato creato un giardino di sottobosco, che si ammira appena entrati dal cancello. Macchie di tappezzanti come il Geranium macrorrhizum, Vinca minor, mughetti e violette, coprono il terreno e fanno da base a numerose specie di ellebori e di orchidee selvatiche della zona.
La parte strutturale del giardino è costituita da varie specie di sempreverdi estremamente rustici: alloro, fotinia, berberis in varietà, pittospori, Lonicera nitida ‘Baggesen’s Gold’ e molti viburni, lasciati crescere in libertà. In questo mondo vegetale rustico e legato al luogo, due sono le piante inusuali che caratterizzano il giardino. La prima è la più scenografica e spettacolare. Mi riferisco ad uno splendido esemplare di Rosa ‘La Folette’ che in pochi anni ha ricoperto tutto il piazzale di ingresso, mescolandosi ad un antico glicine e continuando poi ad estendersi sopra la terrazza inferiore. Una rosa estremamente attraente, dai grandi fiori fragranti rosa intenso e dal fogliame scuro, lucido e decorativo è un ibrido della Rosa gigantea, non molto resistente al freddo. La seconda pianta inusuale è un pino Picea glauca ‘Coerulea’ che domina la terrazza più grande. Misa è una straordinaria giardiniera, non solo per la sua creatività da artista pura, ma anche per la capacità di fare crescere tutto ciò che pianta, sempre alla ricerca di piante nuove, ma legate alle sue scelte interiori.
Foto Giustino De LOrenzo