









Volli, fortemente volli questo giardino
Può capitare che la vita porti lontano dalle strade percorse da bambini, dai luoghi abituali e, naturalmente, amati per i ricordi piacevoli e struggenti che portano con sé. Troviamo una piccola (e grande) storia come questa, com’è ovvio legata a un giardino, a Folzano, quello che un tempo era un borgo rurale alla periferia sud di Brescia.
In una delle cascine della zona, un’azienda agricola molto vasta che comprendeva una casa padronale rettangolare con un cortile e una grande aia lungo il lato maggiore, abitavano i nonni di Vittorio Belluati, l’attuale propietario.
Dopo un lungo periodo di allontanamento dovuto agli impegni lavorativi, nasce in lui il desiderio di ritornare nel proprio paese d’origine e la nostalgia di quella vecchia cascina. Acquisire parte del fabbricato e ristrutturarlo secondo i proprio gusti è stata una impresa fortemente voluta e portata avanti con passione. Il risultato è quello che si può ammirare in queste pagine.
I lavori
“L’intervento principale – ci racconta il proprietario – è stato lo smantellamento del calcestruzzo dell’aia e l’ampliamento del cortile-giardino lastricato con pietre vecchie di Sarnico. Successivamente il terreno è stato adattato a ospitare aiuole con arbusti di grandi dimensioni e piccole perenni.
“Il passante che percorre la strada comunale parallela alla muraglia, ricoperta di edera rampicante – ci racconta ancora Vittorio Belluati, con evidente orgoglio – non può fare a meno di curiosare attraverso le grate del maestoso cancello verde in ferro battuto che nasconde, al suo interno, una vera e propria oasi di serenità.”
Proprio a ridosso del muro si trovano quattro cipressi in filare e, nella zona più umida, ombreggiata vi sono ortensie, bossi, Philadelphus e Viburnum opulus.
“Sul lato est, per schermare l’altra proprietà, ho piantato, con successo direi, alcuni sempreverdi: viburno, Pittosporum, tasso, Laurus nobilis, oleandri, corbezzoli, molte aghifoglie che, in poco tempo, hanno creato una barriera naturale che nasconde la rete divisoria.
Ho alternato quegli arbusti con piante spoglianti quali la Magnolia soulangeana, Lagerstroemia indica, aceri e tamerici.
Nel centro del giardino, tra il prato e il cortile lastricato, ho inserito tre alte palme, una pianta di olivo, otto grossi vasi in cotto di limoni e, ancora, vasi con Lantana camara di tutti i colori, gerani, Plumbago e rose a volontà.
All’inizio, ero molto dubbioso ma, l’accostamento di cipressi, palme, olivo, oleandri, lantane e Cicas revoluta con Clematis, Bougainvillea e limoni, hanno ravvivato molto il giardino rendendolo di sapore tipicamente mediterraneo.
Conservandone il ricordo sin dalla mia infanzia, ho voluto mantenere i profumatissimi gelsomini e
i pergolati di uva che si arrampicano lungo i pilastri di marmo del cortile arrivando fino alla loggia.”
Continuando a chiacchierare capiamo che è stata l’impossibilità di garantire un’assidua manutenzione a indurre il propietario a preferire questo progetto basato su una bella selezione di arbusti. Una scelta interessante, che può essere altrettanto valida in moltissime realtà contadine del nostro territorio, e che può anche altrove trovare una giusta “abbinata” con un’altra decisione importante: quella di non “cedere” alla moda del tappeto erboso a ogni costo, che qui stravolgerebbe la funzione tradizionale degli spazi. Un cortile è bene che rimanga almeno in gran parte esteticamente tale: da qui l’idea di lastricarlo in pietra. L’effetto d’insieme è gradevole e coerente.
Per dare un senso ulteriore a questa scelta chiudiamo con un’osservazione interessante: “In effetti, un giardino come questo – sembra un paradosso! – finisce per migliorare con un po’ di abbandono”. Ottima soluzione, no?
Foto Giustino De Lorenzo