
















La prima cosa che si notava arrivando era l’assoluto rigore nella scelta di linee e materiali. Il perfetto ordine ovunque: niente fronzoli, nessun tentativo di malriusciti tentativi di giardinaggio “fai da te” all’esterno, solo prato ovunque in attesa di una definitiva sistemazione del giardino. La casa, bellissima, moderna e minimalista, si affaccia con un fronte unico di vetrate sul panorama collinare e il fiume sottostante. Quando viene illuminata dagli spettacolari tramonti dietro la collina, l’interno splende nella sua semplicità, una semplicità ingannevole: ogni dettaglio, in realtà, è studiato con cura e gusto squisito, dal pavimento in larghe doghe di legno chiaro, alle tende bianche in tessuto grezzo che si aprono su tutto il fronte della vetrata, agli elementi di arredo. Il concetto dell’open space è sottolineato da una bella stufa moderna con fuoco a vista, che domina nello spazio libero. In questo luogo si rispecchia in modo inconfondibile l’attività professionale dei giovani proprietari: il settore dell’arredamento e dell’architettura d’interni.
Presto sono chiari anche i loro intenti: creare, anche per i due figli ancora piccoli, uno spazio personalissimo e autosufficiente, che in caso di necessità possa quasi sostituire una vacanza o la classica gita domenicale. Per un po’ si parla di un giardino naturalistico e semplice, ma la richiesta è ingannevole quanto l’apparente sobrietà degli interni: il concetto, le aspettative e la coerenza con l’architettura e con gli interni evidenziano il desiderio di un giardino semplice solo in apparenza, ma in realtà raffinato ed anticonformista, la continuazione ideale degli interni verso l’esterno, come in alcuni dei più riusciti esempi della tradizione nordica, in cui i giardini naturali e un po’ selvaggi si armonizzano con linee architettoniche pulite e la comunicazione visiva tra interno ed esterno è resa possibile da grandi vetrate apribili.
Tre erano i principali obiettivi progettuali: una soluzione valida per la sistemazione tecnica ed estetica della ripidissima scarpata a valle, l’inserimento di una piccola piscina e il ripristino, verso il confine sud di un muro di sostegno che aveva ceduto sotto il peso del terreno di riporto e di un grande esemplare di Cedrus atlantica.
Scartata, per via del costo eccessivo, l’idea iniziale di posizionare la piscina, con l’aiuto di micropali, a ridosso di una delle scarpate a monte dell’abitazione, l’acqua ha trovato il suo spazio nell’unico piccolo piano disponibile del giardino, quello antistante le vetrate del salone. Per un effetto estetico ottimale la piscina è stata considerata come parte integrante dell’asse visivo tra interno ed esterno. Per non spezzare ulteriormente uno spazio già ridotto, abbiamo stabilito una misura definitiva della piscina di 3,50 x 8,00 metri con un posizionamento decentrato, a ridosso del muro di sostegno a monte. Questa ubicazione permette un ideale collegamentoestetico e funzionale con la terrazza del salone attraverso un solarium in legno Pau Rosado. Viste le dimensioni ridotte dell’opera, divengono determinanti per la bellezza e la funzionalità dell’impianto i colori, le finiture e gli optional. Per la stagione fredda, è stata inserita l’opzione del funzionamento invernale, con un minimo di impegno e costi molto ridotti, è possibile evitare la copertura, quanto mai antiestetica nelle immediate vicinanze delle vetrate, godendo invece della sempre piacevole vista dell’acqua anche durante l’inverno.
La tecnica costruttiva Paragon, un innovativo sistema francese con casseri in rete a perdere, si è rivelata la soluzione ideale per questo complicato cantiere: oltre a risultare facilmente trasportabile, stabile e adattabile a qualsiasi esigenza, permette di operare con uno scavo appena più ampio dell’ingombro finale della piscina. Rispetto al perimetro definitivo della vasca, lo scavo necessario è più largo di soli 20 cm. Per lato: una notevole semplificazione dell’ingombro cantieristico, del movimento e smaltimento dela terra e del ripristino finale. Anche il problema di eventuali assestamenti dei pavimenti periferici in questo caso non si è posto. Una decorativa e comoda gradinata su tutto il lato corto della piscina, permettono sia la nuotata che una piacevole sosta in acqua. In risposta alla richiesta dei proprietari per una piscina dal colore discreto e possibilmente naturale, le pareti interne sono state impermeabilizzate con cemento idrofugo multistrato, completato con una rifinitura in resina dal tenue colore sabbia. Il bordo esterno, la gradinatainterna e tutto il fondo della piscina sono stati rivestiti con lastre su misura in pietra di Lucerna, una soluzione che, oltre alla lineare eleganza, dona anche un colore molto bello e naturale all’acqua.
Posizionato sul bordo del lato opposto alla gradinata, un caratteristico monoblocco in pietra si Lucerna aggiunge un elemento decorativo: dal masso, una lama d’acqua si riversa nella piscina: al di là dell’aspetto accattivante e del piacevole rumore della cascata, si aggiunge in questo modo anche la possibilità di un idromassaggio al collo e alla schiena.
Assolutamente libero il resto del piccolo, e unico, piano del giardino che, oltre alla piscina, ospita soltanto un bellissimo esemplare di gelso, Morus alba. Quest’ultimo sostituisce il grande cedro preesistente, che per la posizione esposta, la statica e l’altezza raggiunta (oltre 10 metri) costituiva un serio pericolo per la casa sottostante, senza peraltro riuscire a mascherarla visivamente. Il gelso, pianta caratteristica della zona, molto più basso e di statica diversa, non costituisce un pericolo per il vicino, funziona da piacevole barriera visiva e fornisce l’ombra necessaria in questa posizione estremamente calda.
A valle del piano della piscina comincia la scarpata più ripida, che presenta un dislivello di 5 metri su un’estensione totale di 9 e un’inclinazione che rendeva molto difficile la gestione del prato esistente. L’area è stata così interamente trasformata in un giardino roccioso: muri a secco, formati da grossi blocchi di pietra naturale, accompagnano adesso l’andamento del terreno, così da strutturare nel modo migliore e meno pericoloso il dislivello esistente. Ampi gradoni che collegano i vari livelli consentono non soltanto una piacevole passeggiata tra le piante erbacee, le aromatiche e le sassigrafe, ma anche un’agevole manutenzione. Qui si cammina tra i ciuffi di Carex, si osserva la Molinia che danza nel vento, lo Stachys sembra invitarci a toccare le sue foglie di velluto argentato e da sotto i piedi si sprigiona il profumo del timo strisciante, il giardino si rivela, in buona sostanza, naturale, semplicissimo e originalmente decorativo, basato sull’uso di massi, pietre e ghiaie locali e sull’impegno quasi esclusivo di decorative graminacee come motivo ricorrente.
Filo conduttore e riferimento estetico tra le sue parti è la luminosità delle ghiaie e dei ciottoli colorati di cui sono coperti il terreno a monte della piscina, l’ingresso della proprietà e tutti gli spazi tra le piante del giardino roccioso. Con gli stessi colori sono anche stati dipinti i preesistenti muri di sostegno in cemento: una scelta che ha cambiato drasticamente l’aspetto del giardino, inondandolo dalla calda luce dei colori di terra.
Tra le painte usate: Amelanchier canadiensis e Ligustrum sinensis per le siepi, bambù attorno al masso sorgente, Pennisetum orientale, Carex baldensis, Festuca Glauca, Sesleria autunnalis, Melica transilvanica, varietà alte e strisciantidi sedum, Hottuinia “Chamaeleon”, Stachys lanata, Cerastium alpinum, Santolina chamaecyparissus e diverse varietà di timo e rosmarino.
Foto di Manuela Cerri