Giardino in Costiera

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Lungo la cresta delle scogliere, invisibile finché non lo si percorre, un giardino di Bougainvillea aggrappato alla pietra, perpendicolare al mare svolge la caduta libera delle sue terrazze

Da Sorrento a Vietri infatti la strada di Costiera, un solco saraceno scavato nella roccia, è caratterizzata dagli affacci su paesaggi sorprendenti, giardini pensili che si avvitano giù fino al mare.  

I proprietari nell’ideare l’insieme, aggiunto e ritmato alla spontaneità territoriale, hanno voluto la bouganvillea nelle sue diverse specie come filo conduttore dell’assetto. Ovunque lo charme perentorio dell’arbusto, che deve il suo nome al gentiluomo francese Louis Antoine de Bougainville, navigante e sognatore, qui la fa da padrone.

Brattee lievi porpora, rosa schocking, aranciate e viola dal cancello d’ingresso accompagnano la storia del luogo, nastro fiammeggiante che trapunta e marca il paesaggio.

Questo è spartito in due grandi campiture piane, una superiore e una inferiore raccordate fra loro da una serie di balze trattate ad aiuole-giardino longitudinali e da una scala tagliata nello scoglio. Una prodigiosa cascata rosaviola apre il viale largo che attraversa il pianoro ellittico del belvedere, il primo terrapieno, seguendo l’andamento naturale del suolo fra bordure di santolina e lavanda. Sotto i palmizi il dorso a prato delle aiuole/giardino, scoscese verso il bordo rotondo della grande balza a mare, ospita composizioni botaniche.

Lagerstroemia vermiglie, Magnolia soulangeana, boschetti di camelie e cespugli di cotognastri. Spalliere di mirto invece assiepano ortensie, Lantana camara, rose cinesi, araucarie, dature, clivie e i biancocrema di spirea e viburni. Dal sottobosco di acanto emergono le canne giallorosse contro tassi e cipressi, le cui cime emerse dall’azzurro sottostante, sembrano spuntare da un nulla appoggiato sul vento.

Nel punto in cui il belvedere si cuce alla casa, il viale cede il passo alla scala impigliata di convolvoli e gelsomini; nella discesa sfiora i margini degradanti dei salti fioriti, lecci, l’ombrello di un pino e approda alla campitura bassa annidata sul palmo di uno sperone di roccia.

Il mare vicino, fuso al cielo addensa acuto di sole e di sale il profumo delle essenze mediterranee

Questo secondo terrapieno articola il semicerchio intorno alla base di quello soprastante, a sinistra il graticcio di una pergola sorregge il peso dell’antica limonaia, i frutti cerati e le zagare profumano una spalliera di plumbago e pelargoni, più in là nel brusio smanioso delle api, si sovrappongono ibiscus, rose rampicanti, il miele fitto dei caprifogli e insieme tramano verso la piscina da cui erompono le fogliature extralarge delle gunnera, banani e palme impolverati di plumbago.

Intorno al parterre di prato dovunque imperiosa la Bougainvillea stende i grappoli carezza l’erba, incendia le griglie del parapetto  incorniciando la Costiera, solletica ibischi, agavi, cipressi, pini e intinge il viola dei racemi insolenti nel blu sottostante.

A destra invece il bassopiano rimonta addentrandosi nel tepore umido del ”selvatico” dove la cortina di palme, corbezzoli, lecci, ulivi, sorbi attutisce la petulanza delle cicale e avvolge d’ombra calle e Agapanthus. Lungo la risalita una viottola muscosa fende Asparagus, acanti costeggiando il precipizio abbagliante. In un’ansa sul capofitto indaco una Butia capitata divincola le barbe bionde mentre intorno il crepitare scarlatto delle bouganvillee, riannoda di rosso le storie del giardino.

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