Giardino in alta Normandia

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A Limesy, un’antica famiglia di Francia possiede da oltre cinque secoli la vasta tenuta di Frontebos, fascinoso itinerario di paesaggi impensati e accessi dimenticati fra pascoli e selva che il fiosiocrate Roustain de Frontebosc, signore del luogo, arricchì di cedri del Libano, Thuja e Lirodendron tulipifera, cui sono stati aggiunti reimpianti d’alto fusti

L’invasione di Normandia distrusse il settecentesco castello di famiglia al centro del complesso e i discendenti, volendo continuare ad abitare la loro terra affidarono all’architetto Raoul Leroy la riconversione di una “coquetterie”, remoto allevamento di volatili della tenuta, in una vera dimora normanna che ricorda il nome del luogo.

 

Per arrivare alla sorpresa della casa si deve attraversare la luce densa della foresta, inerpicarsi, su e giù, sul dorso delle colline pigramente osservati dagli sguardi curiosi delle candide mandrie di vaches charolaises, un simbolo di Normandia e, all’improvviso, dietro una scacchiera di tigli scolpiti, sbuca la “Coquetterie” con la sua storia d’architettura e paesaggio

Il giardino, in piano, è suddiviso in sezioni ideali. Dall’ingresso è interessante la raffinata fusione del parterre moderno con il rincorrersi di tetti, piccole cuspidi, finestre, porte di squisita tradizione in laterizi e legni della villa. Circa dieci anni fa l’architetto paesaggista Pascal Cribier ha riformulato, su desiderio della proprietaria, il disegno della corte d’ingresso con l’originale scenografia del jardin potager.

Nella campitura della corte casa e scuderie si affrontano mentre i lati sono delimitati da uno steccato che sorregge piccoli meli in vaso e da un rettangolo di prato dove tre carpini topiati a forma d’uovo, tutori a piante di pomodoro, precedono un lauro del Caucaso cui lo scultore Lalanne ha dato l’insolita forma di una capanna

 

Sull’imbrecciata centrale Cribier ha allineato il parterre à potager di trentasei quadrati, identici, bordati di pietra, ognuno dedicato ad una sola essenza ornamentale o aromatica. Timo, rosmarino, basilico, fiori d’aglio, insalate, porri, origano, dragoncello, cipolle, cavoli, carciofi, si alternano a lavanda, santolina, salvia, forsizia, pansèes, tulipani, astri e ginestre, potate quadrate, in una perenne fioritura fragrante, golosa e colorata che non annoia mai lo sguardo e si anima di continuo. Davanti al movimento della facciata principale, fra intrecci di rampicanti, azalee, camelie ed altre specie in vaso, in un bordo di prato e pavé il paesaggista ha accoccolato ranghi di piccole sfere di bosso in una sensazione viva di movimento.

 

Un saut – de – loup, confuso da  spalliere di cipressi e annuali, sponda il paesaggio retrostante e lascia libera la vista impedendo il passaggio agli animali selvatici

Intorno, alle spalle della dimora, il giardino si dilata nella cornice maestosa degli antichi altofusti. Sulle radure si avvicendano le pertinenze attorte di rose rampicanti, siepi di sempreverdi intagliati, oasi di ortensie di ogni specie, fragili alberetti di Rosa ‘Iceberg’ e bassi filari di meli. Due monumentali cipressi gemellati aprono un sipario sulla piscina ospitata in un dislivello di prato raccordato alla campagna da pilastri di pietra stemmati e affiancato da una lunga e larga plat-bande. disegnata da Cribier, debordante di vividi Phlox rosa, dalie, crisantemi, Kniphofia dagli aspersori gialli e Aster.

Ovunque la vista spazia a volo d’uccello sull’infinito senza barriere assecondando il profondo senso di libertà visiva e spirituale che la proprietaria non ha mai voluto fosse delimitato

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