Giardino Heubad di Fiè allo Sciliar

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Un raffinato angolo di montagna tra vecchi meli, aiuole, bossi e splendide rose

Man mano si sale lungo la strada che dalla piana di Bolzano porta a Fiè allo Scilliar, a circa 900 m di altitudine, l’aria si fa più fresca e più tersa e, curva dopo curva, il paesaggio che si apre alla nostra vista, si fa sempre più ampio e soleggiato.  In breve, siamo a Fiè, con le tipiche case altoatesine dai balconi fioritissimi, le stradine linde e, tutt’intorno, prati di smeraldo e pascoli e boschi che si arrampicano sino ai roccioni dello Scilliar che dall’alto, come una fortezza, domina il paese. Ed eccoci all’ Hotel Heubad, nome che in italiano si traduce in Bagni di Fieno e sta ad indicare l’antica cura che qui si pratica.  “La Signora è in giardino…” ci dicono all’ingresso. La signora è Maria Kompatscher che, assieme al marito, si occupa della conduzione dell’albergo di famiglia e in particolare della cura e della manutenzione del giardino che lei stessa ha creato.

Entriamo quindi in giardino e ci vien subito da osservare che non si tratta di uno spazio verde allestito per rappresentanza, magari bello e curatissimo, ma impersonale come lo sono di solito i giardini degli alberghi. Questo raffinato giardino ha invece l’aria raccolta e romantica di un amatissimo giardino di famiglia, un luogo di assoluta armonia e quieta bellezza.

Romanticismo inglese e tradizione

Troviamo Maria Kompatscher con le mani nella terra intenta a strappare un’erbaccia e mentre ci parla di come è nato il suo giardino continua i gesti soliti di chi è abituato a coltivare, qui raddrizza il tutore di una spiga di speronelle, là taglia una rosa sfiorita, poi coglie un’erba odorosa e apre l’acqua che irriga la terra… “Sino a quindici anni fa, ci racconta, qui c’era uno spazio verde con un grande orto, dei filari di meli, dei noccioli, un sambuco e qualche vite, poi ho deciso che  l’avrei trasformato in un giardino e che il lavoro l’avrei fatto da sola, con le mie mani…”

Così si è documentata, ha frequentato vivai specializzati, ha chiesto qualche consiglio e ha iniziato il lavoro. Ne è nato un giardino che si ispira alla tradizione inglese e quindi ha i tipici bordi misti colmi di arbusti e di erbacee perenni, le pergole ed i sentieri ricoperti da perfetti tappeti erbosi; ma che è stato arricchito da molti segni della tradizione locale. Così sono stati salvati alcuni vecchi meli sui quali ora si arrampicano tralci di rose, e una vecchia vite che fa da sipario alla piscina. E non mancano i bossi, i gerani e i fiori mescolati alle verdure e alle aromatiche come è d’uso qui in Alto Adige. E poi ci sono le rose. Tante bellissime rose, scelte con cura fra quelle antiche e soprattutto  tra quelle che resistono bene all’inverno che quassù si fa sentire. Ad esempio ‘Clair Matin’ perfetta da far arrampicare su vecchi tronchi , o ‘Fleurette’ dai fiori semplici sfumati di rosa, o la candida ‘Bobbie James’ adatta a coprire archi e poi ‘Iceberg’ che fiorisce e rifiorisce sino  all’autunno, quando per il giardino è ormai tempo di riposo.

Colori sul verde

Il bianco, l’azzurro, il rosa e molti toni di verde: sono questi i colori che predominano in giardino e che lo rendono particolarmente armonico e fresco. Il bianco degli ellebori, dei narcisi, di tante rose, delle spiree, delle clematidi. Il rosa nelle diverse sfumature, delle peonie, delle digitali, delle altee, delle Astilbe… L’ azzurro dei lillà, degli Allium, dei Delphinium, delle campanule, delle lavande, delle salvie… Dalla primavera all’autunno, le fioriture si alternano ma restano gli stessi tenui colori. E poi ci sono i tantissimi verdi, da quelli delle numerose Hosta, a quelli delle graminacee, delle euforbie, dei bossi, del timo, del tappeto erboso…

Soltanto a questi colori si affida l’autrice del giardino che non ama né i toni troppo accesi, né i fiori dalle corolle troppo vistose che potrebbero alterare l’armonia dell’insieme.

(Foto di Ermes Lasagni)

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