Giardino di Beatrice Consonni

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Il regno degli arbusti insoliti

Nei primi dieci secondi, quasi ti prende un moto di delusione e ti chiedi: “Ma non era un giardino particolare…?”. Da Beatrice Consonni – architetto paesaggista e vivaista per passione e per storia famigliare – ci si aspetta molto, anzi moltissimo, soprattutto da parte di chi, nelle varie mostre, ha avuto modo di ammirarne l’ampia e variata offerta nel settore degli arbusti ed alberelli ornamentali. Non le solite azalee o i soliti Prunus, ma specie e cultivar davvero inconsuete e rare, per non dire sconosciute. “Il suo giardino personale – pensi – deve essere qualcosa di speciale…”. E così è, infatti, perché basta percorrerlo con agio e soprattutto con la sua guida, per capire che fino a ieri credevi di sapere molto sulle piante da giardino, mentre ora ti senti piccolo piccolo. Non importa, con i suoi modi dolci ma sicuri, Beatrice ti spiega tutto e t’informa su tutto, basta che tu non abbia troppa fretta e che ti faccia sopraffare da quella stessa curiosità che anima lei da sempre. Così, quello che in un primo momento sembrava un banale giardino di periferia che ruota attorno ad una villetta, come se ne vedono a milioni, si trasforma (e non per incanto, ma realmente) in una piccola giungla del sapere botanico, un luogo dove uno può davvero capire che fare giardinaggio non significa necessariamente ripercorrere le strade note e arcinote. Qualche foto, ma soprattutto le sue parole, sono qui a dimostrarlo.

– Com’è nata la sua storia di vivaista?

– L’azienda fu creata da mio padre nel dopoguerra. Tutto ebbe però inizio con mio nonno, che lavorava a Padova con i celebri Sgaravatti. Poi mio padre Carlo e mio zio Paolo si associarono e fondarono una ditta qui a Erba, sui terreni del nonno. Ora l’azienda storica (“Vivai Nord”) è condotta da mio fratello Vittorio e da mio cugino, mentre io ne ho aperta un’altra più piccola. Dopo il liceo artistico, mi sono laureata in architettura, occupandomi poi di paesaggismo, ovviamente senza lasciare il lavoro. La conoscenza delle piante, tuttavia, si fa solo tramite l’esperienza.  

– Nella sua azienda cosa produce?

– Quasi solo arbusti e alberi, poche erbacee e qualche conifera.

– Questa è stata una scelta aziendale fin dall’inizio?

– Da subito c’è stata la ricerca di piante per lo meno inconsuete, il desiderio di proporre specie un po’ diverse, già ai tempi del papà che era un appassionato. Tuttavia, le cose insolite spesso hanno poco mercato: mi sono sempre chiesta il motivo, forse perché la tradizione giardiniera italiana moderna è piuttosto recente… C’è da lavorare molto anche sui giardinieri, che a volte non vogliono rischiare e vanno sul sicuro, sulle cose già note.

– Per i lettori curiosi: perché per rinnovare il mio giardino io dovrei mettere un arbusto insolito?

– Perché può avere una fioritura in ogni momento dell’anno, può avere dei fiori diversi e anche frutti o belle cortecce. Anche una spina può essere interessante… Non solo la primavera, ma ogni stagione ha la sua particolarità. E il giardino può essere goduto tutto l’anno.

– Il lettore però vorrà sapere a cosa va incontro nella coltivazione di queste piante che sono pressoché ignote, non solo a lui ma anche al suo giardiniere.

– Prima di proporre delle piante, le coltiviamo per anni: si provano anche in situazioni diverse, così che quando si passa alla vendita si hanno determinate certezze, anche se le bizze del clima sono sempre in agguato. Certo non si può testare per vent’anni, però le caratteristiche principali si definiscono. Secondo me, è da sfatare il mito del giardino a bassa manutenzione, che non esiste: il giardino richiede lavoro, soprattutto se si vuole avere qualcosa di bello in ogni momento dell’anno. E’ ovvio che ci sono lavorazioni differenti: potature, concimazioni e molto altro. Il giardino, poi, è in perenne trasformazione; alcune piante per qualche anno si comportano in un certo modo, poi cambiano il portamento….non si può sapere tutto subito. Per esempio il Distylium all’inizio sembra avere una forma espansa e prostrata, poi invece si sviluppa in verticale, ma dopo cinque o sei anni….

– Quindi bisogna entrare in questo mondo con una certa conoscenza ….

– Anche qui è difficile dire, perché abbiamo molte informazioni inglesi o americane, ma da noi, rispetto a queste esperienze, è molto diverso, perché una pianta che altrove si comporta in un certo modo, qui si comporta in un altro. C’è sempre una dose di imprevedibilità…

– I suoi clienti, che sono su questa strada, sanno che devono prepararsi culturalmente?

– C’è una clientela molto preparata, che segue le mostre, che ha una buona conoscenza delle piante e le vuole provare e preferisce la pianta piccola per vederla crescere. Poi c’è invece una parte di clientela , quella soprattutto che richiede il progetto, che è meno esperta e vuole il cosiddetto pronto effetto. Io tendo a soddisfare la prima, pur comprendendo le ragioni della seconda.

– Dove va a cercare le sue piante?

– Ovunque: le abbiamo prese in Australia, Nuova Zelanda, Cina e Stati Uniti, recandoci soprattutto direttamente, anche se oggi esiste una rete commerciale più organizzata. C’è una continua ricerca, poi cambiano molto le varietà e in tal caso le informazioni si attingono dagli specifici centri di orticoltura scientifica. Per quanto riguarda invece le specie selvatiche, si ‘viaggia’ o sui testi o su Internet, anche se poi è spesso difficile trovarle materialmente. Il nostro catalogo oggi annovera più di 600 ‘chicche’.

– Senza andare sul difficile, che cosa propone ai lettori di “Giardini”, tra le piante che le sono particolarmente piaciute e che la soddisfano…?

– Una specie non ‘strana’ è Stachyurus praecox, un arbusto che fiorisce in abbondanza un po’ prima della Forsythia. Ha un racemo con una serie di campanelline gialle che compaiono prima delle foglie: è rustico, facile da coltivare, di crescita vigorosa, vuole un terreno neutro e alla fine raggiunge facilmente i 3 m di altezza e altrettanto di ampiezza, ma può essere contenuto in dimensioni più ridotte. E’ bella anche la foglia, che è molto ampia, leggera e acuminata. Ha una piacevole forma naturale: io la poto in modo deciso, perché il fogliame ricresce rapidamente e copre i segni della potatura; nel periodo della fioritura è più bella la pianta non potata.

– Lo vede accanto ad altre piante oppure isolato?

– Io lo utilizzerei insieme con altre piante, anche perché le specie con fiori che sbocciano sul tronco nudo risaltano meglio su uno sfondo scuro. In ogni caso, ha bisogno di spazio. Poi ci sono i Viburnum: per es., c’è V. plicatum ‘Popcorn’, una selezione americana abbastanza recente, dalla fioritura molto abbondante in maggio. E’ bello perché ha molti fiori distribuiti sui rami, di un bianco puro e in capolini sferici. Un altro che ho in giardino è V. plicatum ‘Kerm’s Pink’, anch’esso a fiore sferico e di un bianco sfumato di rosa, ma la foglia è più scura, con venature porpora.

– E per l’inverno?

– Consiglio, per es., Daphne bholua che fiorisce a febbraio: una fioritura abbondante, profumatissima e abbastanza prolungata; è semi-sempreverde, mantiene le foglie finché fiorisce, poi le perde e si rigenera, ma ha una fioritura eccezionale, con un fiore poco vistoso ma delicato, bianco- rosato. Non è facilissima da coltivare e inoltre un po’ tutte le dafne non hanno una vita molto lunga. Va bene un terreno siliceo, non tollera i trapianti, quindi una volta messa a dimora è meglio non spostarla. Non teme il freddo ed esige un terreno ben drenato: io l’ho concimata pochissimo ed ho avuto buoni risultati. Ho trovato meno difficoltà con D. bholua che non con D. retusa o D. collina.

– Allora il suo giardino personale è…?

-Uso il mio giardino come luogo di sperimentazione e non vi presto particolari cure, perché voglio sperimentare cosa accade lasciando le piante lavorare per conto proprio. Non ho un impianto d’irrigazione e annaffio solo nelle giornate in cui si vede che le piante soffrono: le piante già un po’ adulte non le bagno neppure. Le ortensie invece sì, ma solo quelle un po’ particolari, Hydrangea paniculata, H. quercifolia…Altra pianta decisamente insolita è Chionanthus virginicus, che fiorisce abbondantemente in maggio, ma attenzione perché è un albero. Si tratta di una specie abbastanza particolare, che richiede un suolo piuttosto leggero ma neutro. Il mio esemplare ha 5 o 6 anni ed è già un bell’arbusto che ho potato solo leggermente. 

– Qualche altro suggerimento?

– Questa in vaso è un’Azara dentata, che ha foglie un po’ più grandi di A. microphylla: fiorisce in aprile ed è profumata; è sempreverde con fioritura gialla con una fragranza simile alla vaniglia. Una pianta dal bel tronco è Pseudocydonia sinensis, una specie con un fusto che dopo parecchi anni si sfoglia ed è molto decorativo, così come accade per alcuni aceri, per es. Acer griseum, ed alcuni ciliegi, come Prunus serrula, per non dire delle betulle.

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