Giardino del Mulino delle Pile

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La pubblicità lo portò alla ribalta, facendolo conoscere a milioni di italiani, non senza una serie di modifiche artificiali relative a colore, ambientazione, paesaggio circostante e all’imposizione del nome “Mulino Bianco”

L’attuale proprietario decise di far rivivere questo luogo particolare come agriturismo: l’impresa prese il via nel 1997 e terminò nel luglio del 2001. L’obiettivo principale della ristrutturazione edilizia e ambientale, infatti, fu quello di ricreare e conservare il più possibile il carattere e l’atmosfera particolare del luogo.

Anche se proprio vicino al mulino il fiume forma alcuni grandi e limpidi bacini che fungono da vasche naturali, si rese indispensabile una piscina vera e propria, da inserire con delicatezza nel paesaggio. Un pianoro a monte del mulino si rivelò il posto più adatto. Alla bellissima apertura sul panorama collinare circostante si aggiunse la presenza di due rustici già esistenti in una posizione ideale: una fortuna, visto le severissime leggi regionali che regolano le nuove costruzioni e le ristrutturazioni di edifici storici in Toscana. Il primo edificio, un vecchio pollaio, fu adibito a spogliatoio, bagno e locale di servizio: l’altro, un antico deposito ombreggiato da grandi alberi, divenne il bar della piscina.

Nel rispetto dell’ambiente e delle sue caratteristiche, il pianoro fu ampliato con un consistente riporto di terra per creare una prospettiva più generosa e per disporre di un ampio spazio per feste e/o ricevimenti attorno alla piscina; un altro terrazzamento appena sottostante ospita adesso un piccolo campo sportivo multifunzionale. Enormi massi di pietra locale, posati ad uno ad uno, e ombreggiati da grandi alberi, servono come tribuna disinvolta e informale agli spettatori. Gli stessi massi, in misure assortite, furono usati anche per consolidare la rapida ma sinuosa scarpata a monte della piscina; una fitta piantagione di piante mediterranee e di fioriture estive, tra cui corbezzolo (Arbutus unedo), alloro (Laurus nobilis), ginestra (Spartium junceum), rosa e lagerstroemia (Lagerstroemia indica), evita l’erosione della scarpata e il dilavamento della terra nella piscina sottostante.

Una terrazza solarium collega il piccolo bar all’acqua; costruito con un ampio mosaico di pietra naturale posato a secco, il pavimento si estende verso la piscina dove, in una morbida discesa la pietra stessa va a formare un’ampia spiaggia sommersa, posto ideale per la sosta rilassante in acqua di chi non ha voglia di una nuotata.

La zona balneabile è invece collegata con la spiaggia tramite una larga gradinata sommersa a semicerchio. Tutti i bordi, sia quelli della spiaggia che quelli del perimetro, sono formati da antiche lastre in granito lavorate e toro. Per una perfetta tenuta, la pietra sott’acqua è incollata con un prodotto specifico direttamente sul telo di impermeabilizzazione. La disinfezione dell’acqua è ottenuta con un vaso di ionizzazione con elettrodi di rame-argento, questo sistema rende l’acqua completamente inodore, in quanto la concentrazione di cloro scende dai tradizionali 1,5 agli 0,5 mg/l.

Nel concetto progettuale non poteva mancare il ripristino del funzionamento della vecchia ruota del mulino che oggi, pur senza la necessità di macinare alcunché, forma parte inscindibile della storia e del fascino di questo luogo. Senza pensare al ripristino del vecchio sistema idraulico, alquanto complesso, era ancora a disposizione la concessione delle acque; per azionare nuovamente la ruota, la soluzione si trovò nella costruzione di un ruscello-canale: con la partenza a monte della piscina, in una decorativa sorgente artificiale, il corso d’acqua supera la scarpata con varie cascate, per scorrere infine sul piano tra piscina e spogliatoio, dove piccoli ponti costruiti con monoblocchi di granito ne permettono l’attraversamento.

L’acqua prosegue la sua corsa sul sentiero che collega la piscina al mulino, per immettersi infine nel vecchio canale che alimentava già in precedenza la ruota; rivestito con pietra a vista e illuminato di notte dall’interno, è anche calpestabile: gioia e divertimento garantito per piccoli e meno piccoli. Non solo: per molti bambini che non sano ancora nuotare, il ruscello è senza dubbio un posto fresco molto più sicuro della piscina stessa.

Le calde notti estive portano con loro una gradevole sorpresa: tutto l’ambiente del mulino è illuminato dolcemente e la forte presenza micacea nella pietra naturale di Luserna di cui è coperta la spiaggia sommersa, sotto l’effetto dei faretti subacquei, crea una bellissima quasi irreale luce fosforescente, come a sottolineare nuovamente l’incontro tra passato, presente e futuro in questo luogo magico.

(Foto di Manuela Cerri – Progetto di ristrutturazione degli esterni di Anja Werner)

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