









L’impatto è immediato. La morbida e rilassante campagna di questi luoghi all’improvviso svanisce non appena si entra nell’ombroso viottolo di ghiaia. Questo, delimitato dal Coelus e da alte e impenetrabili siepi di Canna, attira il visitatore nei segreti di questo ben delineato, strano e misterioso giardino.
E’ senza dubbio un’altra dimensione. Il sentiero svolta improvvisamente ed è come entrare in una piccola e silenziosa stanza-giardino carica di colori ed energia. Vi sono prorompenti ibridi di Tagetes in ogni tonalità di giallo ed arancione che contrastano con il verde scuro delle foglie di Canna. Sento la voce di Martina Reinhardt da dietro la siepe: “Dovunque guardi e comunque ti giri, avrai sempre una visione diversa del giardino…è progettato per essere visto a 360°”. Ruoto su me stessa e capisco cosa intende.
Ci muoviamo, sforzandoci di capire intimamente l’essenza di questo giardino così “diverso”. Occupa una superficie di poco superiore al mezzo ettaro ed è stato progettato nel pieno rispetto dell’ambiente, per non disturbare la naturalezza della campagna circostante; ai passanti, infatti, risulta praticamente invisibile.
Ogni angolo suscita emozioni. Fitte tappezzanti come Hypoestes phyllostachya dal fogliame maculato e Catharanthus, tanto resistenti alla siccità quanto belli, ricoprono i bordi del sentiero. Tra i protagonisti di questo giardino vi sono i Fiori di Vetro (Impatiens), disseminati un po’ ovunque, quasi sempre in zone di semi ombra. Queste ed altre annuali “comuni” infondono un senso di familiarità e di antica semplicità che arricchisce di spiritualità questo giardino.
Qua e là nelle aiuole si trovano cavoli ornamentali e Brassicae varie. Il fogliame verde scuro ed i carnosi steli rosso-viola della bieta, Beta Vulgaris, si affiancano alle bianche e candide zinnie giganti; a fianco, poi, stacca il Cordyline con il suo tipico fogliame simile alle yucca. I contrasti di questo tipo sono appositamente studiati per sollecitare la curiosità del visitatore.
Si possono ammirare splendidi giochi di tessiture diverse nella collezione di amaranti sud americani, tra i quali Amaranthus hypochondriacus, dalla coda lunga e pelosa, Amaranthus cruentus, con le sue lance fiorite e Amaranthus gangeticus, detto anche “Elephant Head” per via delle lunghe proboscidi di colore rosso scuro.
In vari punti cresce l’Eliotropio, Heliotropium arborescens, con il suo sublime profumo di vaniglia e anche la Verbena bonariensis abbonda, a formare un secondo anello di fioritura sopra le tappezzanti del piano sottostante. Quattro giardinieri si occupano di tenere le aiuole pulite e ben pacciamate.
Ogni pianta ha un ruolo preciso e nulla è lasciato al caso. Con l’avvicinarsi della pioggia la luce cambia e danza con i colori brillanti, aggiungendo Pathos a ogni angolo del giardino… osservarlo è un’esperienza straordinaria.
Le piante non sono etichettate; i nomi perdono di significato in questo luogo assolutamente insolito. Ogni spazio è riempito da piante di altezza diversa, e le annuali acquerellano quadri viventi che trasportano la mente ed i sensi in un mondo impressionista.
Non vi è posto dove sedersi. Il giardino ci spinge ad andare avanti come in un labirinto, senza ansia o stress. Il percorso sui sentieri di ghiaia è obbligato giacché le aiuole sono piantate fitte e ravvicinate; ogni tanto i sentieri si dividono per poi ricongiungersi ma non ci si sente mai perduti perché non esistono vicoli ciechi. Ogni angolo infonde un senso di segretezza ed intimità e fa di questo giardino un luogo di entusiasmo e di serenità.
Fuori, al di là della siepe di Canna alta due metri, dove i visitatori generalmente non vanno, c’è un grande ammasso marrone di scarti della lavorazione del cacao, prodotta da un marchio celebre di cioccolata che a poca distanza ha un impianto. Questo è usato per la pacciamatura.
Al primo gelo, e qui le temperature d’inverno scendono a –12 °C, le piante di Canna vengono tagliate quasi al suolo e pulite dalle foglie morte. Successivamente i rizomi vengono coperti con una ventina di centimetri di concime naturale (qualunque disponibile; quest’anno si trattava di pollina) e sopra lo strato di concime si posizionano teli di plastica spessa e nera. Alla fine dell’inverno si rimuove la plastica e la Canna si risveglia, immersa nel ricco nutriente, crescendo con eccezionale vigore e velocità e riproducendo di nuovo l’impenetrabile siepe.
Questo complesso ma razionale giardino dei Reinhardt è rigenerato ogni anno. Nasce a primavera, raggiunge la piena maturità alla fine dell’estate e poi, semplicemente, muore in autunno. Le piante annuali hanno vissuto il loro ciclo. Come sarà il prossimo anno?
Sarà sicuramente nuovo di zecca. Thomas e Martina Reinhardt usano sementi di prima qualità e scovano i migliori ibridi disponibili sul mercato mondiale. “Alcuni semi li acquistiamo qui in Italia, ma ci serviamo anche di fornitori americani, inglesi e soprattutto tedeschi e austriaci.”
Fanno crescere le piante direttamente dai semi e poi Thomas, come spennellando dalla palette i colori sulla tela di un quadro, realizza nel giardino stupefacenti effetti di luce utilizzando l’effetto effervescente dei colori delle piante annuali.
Nessuno aveva realizzato, prima d’ora, un giardino così poco tradizionale e duraturo come questo, un giardino che muore alla fine della stagione e viene re-inventato ad ogni primavera. Sempre nuovo, appassionante e positivo grazie al geniale utilizzo delle annuali comuni che sono così facilmente riconoscibili, così dimesse e così svincolate dalle mode. Ogni anno il luogo si rinnova e raggiunge la piena maturazione da metà agosto a tutto settembre, in tempo per accogliere le visite.
Senza dubbio il futuro di questo giardino sarà poliedrico, come per un seme che ha appena iniziato a germogliare in una nuova vita.
http://www.giardinoreinhardt.com/it/index.html
(Foto di Giustino de Lorenzo)