














Un museo giardino per il recupero e la salvaguardia di specie rare di rose antiche
Realizzare un “Museo della rosa” appare a prima vista un’idea quantomeno originale. In realtà la rosa, che non possiamo certo considerare un fiore comune ma “il fiore” per eccellenza, possiede una storia antica e parallela a quella delle principali civiltà: ellenistica, romana cinese… e ancora oggi continua ad essere materia di ricerche e discussioni per studiosi e appassionati di tutto il mondo.
E’ quindi comprensibile la necessità di ricostruire e raccontare le origini e l’evoluzione delle rose dei giorni nostri, anche se l’impresa non è certo semplice. Al di là dei numerosi libri e manuali esistenti, cosa meglio del contatto diretto può esporre una materia così vasta e complessa?
Ecco quindi l’idea di creare un museo il cui centro è costituito da un giardino dove sono raccolti i “reperti archeologici”, rappresentati da centinaia di specie e varietà di questo fiore che, dall’età antica, ha mantenuto inalterato il suo fascino fino ai giorni nostri.
Come spesso accade, la motivazione iniziale che ha portato a questa realizzazione deriva dalla passione. Roberto Viti e Paola Medici, imprenditori nel settore dell’arredamento, hanno dedicato per anni il loro tempo libero al giardinaggio ed in particolare alle rose: raccogliendo documentazione, studiando, ricercando e coltivando differenti specie e varietà. Nel tempo ha preso forma un progetto e una sfida: dedicarsi a tempo pieno alle proprie passioni e interessi trasformandole in un’impresa.
E’ iniziata così la realizzazione del “Museo giardino della rosa antica”. Difficile definirne esattamente l’essenza: giardino didattico, vivaio, centro conferenze, collezione botanica …È tutto questo ma non solo. L’intenzione è di ricercare e sviluppare tutto quanto riguarda le rose in senso trasversale, a 360 gradi. Ecco quindi che, accanto alla collezione di diverse specie e varietà di rose “storiche”, si stanno sviluppando e progettando attività che riguardano la fotografia, la cucina, la cosmesi, la letteratura, l’abbigliamento e chissà cos’altro. In realtà il progetto è ancora in evoluzione e probabilmente lo sarà per sempre, poiché guidato dalla volontà di rimanere aperto a nuove proposte e contributi.
Rose al “naturale”
Il Museo della rosa antica è stato inaugurato ufficialmente il 1 maggio 2003 ed occupa circa 20.000 metri quadri, sui quali si trova la collezione di rose antiche, attualmente 1036, che ne ripercorre la storia. La visita è comunque un’occasione per apprezzare la grande variabilità della rosa che, nelle diverse specie, si presta a molteplici utilizzi ornamentali e ognuno potrà facilmente trovare la “rosa ideale” adatta agli spazi e al contesto del proprio giardino.
Un’ altra prerogativa della collezione varietale è di non essere un’ordinata esposizione di rose allevate ad alberello, allineate in aiuole separate da vialetti. Al contrario, ciascuna specie e varietà, viene lasciata sviluppare liberamente e, percorrendo i semplici sentieri tracciati lungo un dolce pendio erboso, si potrà osservare e valutare lo sviluppo e il portamento naturale.
Questa impostazione deriva da una delle scelte di fondo del progetto: non alterare, anzi risanare, l’ambiente e il territorio circostante. Per questo il terreno non è stato spianato, non si sono creati percorsi artificiali e si è deciso di non utilizzare prodotti chimici né “forzature” nella coltivazione delle rose. Anche l’irrigazione è gestita solo con interventi di soccorso.
La coltivazione
Per la difesa dai parassiti non viene eseguito nessun intervento, nemmeno con insetticidi o fungicidi biologici. Viti confida nell’ambiente ventoso, che riduce alcuni problemi fitosanitari, e nei predatori naturali che limitano lo sviluppo degli afidi. In ogni modo preferisce comunque sacrificare la bellezza di alcune rose a vantaggio della salute di visitatori e territorio.
Anche la potatura o, più spesso, la non potatura è gestita con attenzione e rispetto. Prima di tutto si osserva e si cerca di capire il modo di vegetare di ogni specie e varietà, poi si interviene assecondando o al massimo “anticipando” il naturale comportamento della pianta. I tagli sono quindi ridotti al minimo: si eliminano i rami che sarebbero destinati a morire, perché in posizione ombreggiata o troppo deboli, e si dirada leggermente la chioma se troppo densa e poco arieggiata.
Una visita al “Museo della rosa antica”, oltre alla rassegna offerta dalla collezione varietale, può rappresentare un’occasione per valutare un’esperienza di coltivazione della rosa secondo criteri naturali e trovare consigli sulla scelta delle varietà e la tecnica colturale.
Il percorso alimentare
Ricco e intrigante con ricette selezionate e corsi di cucina; oltre alla confettura, i piatti da non perdere: antipasto di mela verde, lamponi e petali di rosa rossa, risotto alla R. gallica ‘Officinalis’, marinata di salmone alla R. x centifolia ‘Muscosa’, bavare alla R. x centifolia ‘Chapeau de Napoleon’
Dove e quando
Il “Museo della rosa antica” si trova a Montagnana di Serramazzoni, circa 25 km a sud di Modena. Provenendo dalla città si deve raggiungere Maranello dove si può visitare una museo di tutt’altro genere, quello della Ferrari. Si deve poi proseguire lungo la via Pietro
Giardini in direzione Serramazzoni – Abetone. Dopo circa 7 km, poco prima dell’abitato di Montagnana, si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per il museo.
Le visite sono possibili tutto l’anno, dal mercoledì alla domenica compresa, dalle 10.00 alle 18.00
I mesi ideali per la visita sono maggio-giugno, anche se le fioriture continuano fino all’autunno
Costo del biglietto: € 8,00, ridotto € 5,00
In ogni stagione vengono organizzati corsi e iniziative che spaziano dalla potatura all’uso delle rose in cucina.
Per informazioni tel. 0536 93 90 10, www.museoroseantiche.it, info@museoroseantiche.it
I corsi
Le proposte spaziano dai corsi più tecnici relativi alla coltivazione del fiore, potatura, cura delle malattie e parassiti, a sessioni di fotografia; dalla preparazione di marmellate di bacche di rosa, a stage di creatività