











Un giardino tra cielo e mare
Il luogo, Villa Rufolo a Ravello, è splendido e antico. Lo stesso luogo in cui il Boccaccio ambientò il suo “Decamerone e del quale il poeta parla nella quarta novella: ”sopra una piccola montagnetta, da ogni parte lontano alquanto alle nostre strade… era un palagio con pratetti d’attorno e con giardini meravigliosi e con pozzi d’acque freschissime…
Molti secoli sono trascorsi da allora, ma nella piccola Ravello, solitaria, tranquilla e quasi appartata sull’alta costa amalfitana, resta ancora quel “palagio” anche se ha perso purtroppo, molto del suo antico splendore. E, soprattutto, resta il suo giardino che ogni anno è meta di visitatori da tutto il mondo.
Splendore e decadenza
Villa e giardino risalgono al 13° secolo. Fu nel 1270, infatti, che Nicola Rufolo li fece costruire per testimoniare la potenza e la ricchezza raggiunte dalla propria famiglia grazie ai commerci con i Paesi del vicino Oriente. Poi, con il decadere della famiglia Rufolo, anche il palazzo e il giardino furono trascurati fino a che, era il 1853, vennero acquistati da sir Francis Nevil Reid, uno scozzese appassionato di botanica, che li fece restaurare. I lavori di restauro furono affidati a Michele Ruggiero, allora direttore degli scavi di Pompei, che fece sistemare piante e fiori accanto ai ruderi, così che questi diventassero parte integrante del giardino e motivo di grande fascino.
In quegli anni Villa Rufolo conobbe un nuovo periodo di splendore. Soprattutto il giardino ritornò a nuova vita e doveva essere davvero magnifico se, il 26 maggio 1880, Richard Wagner, in visita a Ravello, esclamò guardandolo: ”Ecco trovato il magico giardino di Klingsor!” e la visione lo ispirò nel concepire la scena del secondo atto del Parsifal.
Villa e giardini, oggi
Oggi villa e giardini sono di proprietà dell’Ente Provinciale per il Turismo di Ravello che ne ha promosso il restauro. Così, dopo anni di abbandono, un nuovo verde rigoglioso e ben curato è tornato a far da cornice a capitelli e a statue. Il nuovo restauro ha restituito al giardino l’aspetto romantico che aveva nell’800, un romanticismo temperato però dai colori e dai profumi mediterranei che sono di casa sotto questo cielo, e caratterizzato dalle note esotiche delle piante che sir Reid aveva importato da terre lontane.
Così il verde di pini marittimi, di olivi, cipressi, oleandri e aranci, convive in piena armonia con quello di cycas, dracene, palme e insieme formano uno scenario ideale per far risaltare i colori accesi delle Bougainvillea e delle vivacissime annuali.
Esplorando il giardino
L’ingresso alla villa è segnato da una torre moresca che si affaccia sulla piazza principale di Ravello; si passa sotto un arco ogivale e ci si trova subito in un grande viale di altissimi cipressi che conduce alla casa. Qui, fra resti di curiose costruzioni in stile arabo-siculo, chiostri decorati di arabeschi, logge e torri che raccontano l’antica potenza dei Rufolo, si intravvedono macchie di verde e di fiori che accompagnano ogni stagione. Questo è il giardino fresco, quieto e ricco di penombra che ricrea l’atmosfera tipica di un giardino arabo e che si può trovare in molti dei chiostri di cui la costiera amalfitana è ricca. In questa rigogliosa penombra spiccano le foglie striate di giallo dei Phormium tenax, le grandi foglie delle Colocasia antiquorum allevate in enormi orci e le palme snelle circondate ai piedi da dense distese di Hosta. Si salgono alcuni gradini a sinistra del viale, per ammirare verso la parte alta del giardino, il piccolo parco con alberi d’alto fusto intorno alla gran torre di guardia: sono pini domestici dalle altissime chiome, vecchi cipressi, alberi di Giuda e poderosi carrubi, un tempo assai comuni in queste terre ma oggi sempre più rari. Più in basso, verso il mare, ecco il giardino ad aiuole disegnato secondo l’architettura scelta dai giardinieri italiani del 13° secolo.
Al sole del Mediterraneo
Suddiviso su terrazzi che su diversi livelli si protendono verso il mare, questo giardino si compone di aiuole geometriche delimitate da pietre tufacee corrose dal tempo. Ogni aiuola porta al centro una pianta importante, cycas monumentali, altissime dracene, yucche arboree e, tutt’intorno, a formare tappeti colorati, piccoli fiori annuali che cambiano con il mutare delle stagioni. Non mancano poi, al centro del giardino, vasche d’acqua orlate di fiori dove si alzano i ciuffi piumati dei papiri. Non c’è periodo dell’anno in cui le aiuole non siano fiorite perché il clima mite, il sole del Mediterraneo e le cure di attenti giardinieri consentono ricche fioriture anche in pieno inverno. Così i cuscini di solari tageti, di celosie piumate, di salvie splendenti, di verbene e calendule che i bordi di pietra sembrano contenere a fatica, si alternano a distese di viole, di Coleus, pelargoni e peperoncini ornamentali.
Dal terrazzo superiore, attraverso due scaloni sempre fioriti, si scende alla terrazza inferiore che sembra sporgersi nel vuoto. E’ questa la terrazza detta “di Wagner”, ed è qui che ogni anno, d’estate, fra le aiuole in fiore, vengono organizzati i concerti wagneriani, un appuntamento importante che ha il pregio di unire il fascino della musica a quello di una natura incantevole. Una balaustra in pietra rivestita da una siepe verde, delimita il termine della terrazza e si interrompe in mezzo per lasciare ammirare, fra quattro leggere colonnine, il blu intenso del mare che, 350 metri più in basso, lambisce la costa.
Preparazione dell’aiuola “geometrica”:
• si eliminano i residui della piantagione precedente (radici, fusti, ecc.); si apporta sostanza organica e si lavora il terreno fino a renderlo ben strutturato e friabile
• si procede al perfetto livellamento del terreno; una leggera baulatura facilita lo sgrondo delle acque e, nel contempo, permette di meglio apprezzare il disegno dell’aiuola
• si traccia il disegno dell’aiuola sul terreno realizzando un piccolo solco che faciliterà la messa a dimora
• si effettua la messa a dimora delle piantine, una volta terminata si bagnerà abbondantemente.
Informazioni utili
Ravello si trova sulla Costiera Amalfitana, su un terrazzo che, a 350 m di altezza, si protende verso il mare, tra la Valle del Dragone e quella del Reginna. Per raggiungerla, partendo da Napoli che dista 56 Km, si percorre l’autostrada A3 e poi la strada panoramica del valico di Chiunzi che porta sino a Ravello.
Partendo da Salerno, si deve invece percorrere la strada n. 163 della Costiera Amalfitana sino ad Atrani e di qui salire per Ravello per un totale di 26 Km.
http://www.villarufolo.it/
(Foto di Ermes Lasagni)