Isolanti eco-efficienti

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I materiali isolanti naturali oltre a difendere dai rumori e dalle alte e basse temperature, permettono un risparmio fino al 50 % sulle spese di riscaldamento in inverno e di condizionamento in estate.

Caratteristiche che in bioedilizia i materiali isolanti devono rispettare:

  • essere inodori
  • esenti di tossicità e radioattività
  • essere fono-assorbenti e termoisolanti
  • elettricamente neutri
  • ignifughi
  • inattaccabili da insetti e roditori
  • biodegradabili al 100 %
  • devono ridurre l’umidità degli ambienti e favorire la traspirazione

Inoltre anche le sostanze eventualmente usate per la lavorazione devono essere esenti da tossicità.

Legno e fibra di legno

Il legno possiede eccellenti proprietà isolanti. Per fare pannelli termoisolanti e fonoassorbenti si utilizza prevalentemente il legno di pioppo, betulla e di alcune conifere.

La fibra di legno si ottiene dagli scarti della lavorazione delle segherie sminuzzati, pressati, sottoposti al calore e auto incollati con la lignina, che è il collante naturale in essa contenuto. La fibra di legno viene poi compressa e compattata in pannelli.

Sughero

Prodotto principalmente nel Nord Africa, si ottiene distaccando lo strato più esterno della corteccia del tronco della quercia da sughero, Quercus suber. E’ leggero, ignifugo, imputrescibile, privo di ristagni idrici. La corteccia una volta raccolta viene frantumata, ridotta in granuli, ventilata per eliminare elementi estranei ed infine, con il calore e con l’azione collante della suberina presente nel sughero viene aggregata e compattata in pannelli.

Fibra di canapa

Questa fibra si ottiene da Cannabis sativa, una pianta erbacea annuale la cui coltivazione è stata nuovamente legalizzata in Italia nel 1998, purché contenga meno dello 0’2% di THC, il principio attivo stupefacente. La fibra, che si ottiene dalla parte esterna del fusto, è fortissima, con essa si costruiscono pannelli isolanti eco-efficienti per tetti, solai, pavimenti e pareti.

Canna palustre

Si utilizzano i fusti di Arundo donax, una graminacea che cresce nelle zone umide e paludose. Le canne raccolte oltre che per coperture di tettoie o gazebo, si usano per rivestire internamenti i tetti rustici.

Fibra di cellulosa

Si ottiene dalla carta stampata da macero, riciclata, dapprima sminuzzata in fiocchi e poi insufflata per eliminare i metalli pesanti, piombo compreso, usati per la stampa. Venduta in fiocchi, grani o pannelli, serve per coibentare intercapedini di pareti e coperture.

Fibra di Kenaf

La fibra si ricava dalla parte esterna del fusto di Hibiscus cannabinus, una malvacea di origine africana. E’ una fibra forte simile alla canapa, con capacità altamente isolanti e traspiranti. I pannelli di Kenaf hanno fibre tridimensionali che li rendono indeformabili e resistenti alle vibrazioni.

Fibra di cotone

Il cotone si ottiene da piante annuali del genere Gossypium, famiglia delle Malvacee, ma prevalentemente da Gossypium hirsutum. I frutti sono formati da capsule che a maturazione si aprono e lasciano intravedere una lanuggine bianca che avvolge i semi. Mediante la sgranatura e la cardatura si ricava la fibra, molto resistente, poco elastica e molto igroscopica. Con essa si realizzano stuoie e pannelli termoacustici isolanti, che in particolare riparano dal calore.

Fibra di lino

La fibra di lino si ricava da un’erbacea, Linum usitatissimum, trattata con un susseguirsi di bagnature ed essiccazioni che ne provocano l’ammorbidimento. In commercio si trova il feltro di lino, venduto a rotoli, per l’insonorizzazione dei pavimenti, ovvero per smorzare i rumori e le vibrazioni da calpestio. La fibra del lino, inoltre, per la sua elevata igroscopicità isola dal caldo, i pannelli si ottengono dalle fibre di lino assemblate con collante naturale a base di amido.

Fibra di mais

Dai frutti del granturco, Zea mais, si ottiene una fibra usata sia in abbigliamento, che in bioedilizia. La fibra si ottiene estraendo i carboidrati in essi presenti, e fatti fermentare. I polimeri dei prodotti di questa fermentazione costituiscono la fibra del mais. I pannelli in fibra di mais interposti tra due pannelli in fibra di legno offrono eccellenti prestazioni isolanti termoacustiche.

 

Fibra di cocco

La fibra di cocco è una fibra scura, inodore, leggera e resistente che si ricava dal mesocarpo dei frutti di cocco, Cocos nucifera. È prodotta prevalentemente in India e in Indonesia ed è costituita dalla cellulosa e dalla lignina che la rende una fibra dura. Si ottiene trattando le noci di cocco con acqua e aria, sottoposte poi a battitura e successivamente ad essiccamento. Infine la fibra cardata, tessuta e poi pressata, viene venduta in rotoli o in pannelli.

Fibra di juta

La juta è la fibra tessile vegetale più economica; proviene, per la maggior parte, dall’India e dal Bangladesh. Si ricava dal fusto di due malvacee: Corchorus capsularis e da Corchorus olitorius, la prima da una fibra con riflessi argentei, la seconda una fibra con riflessi dorati. Gli steli raccolti si fanno macerare in acqua, per poi procedere all’aggugliatura. La fibra che si ottiene, ruvida, rigida e resistente, viene usata oltre che per sacchi da imballaggio e per tappeti, anche in bioedilizia come materiale termoacustico isolante.

(Foto di Mario Giannini)

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