Carta di canapa

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La canapa è una pianta dalle infinite risorse dalla quale si possono ricavare alimenti, cosmetici, combustibili, tessuti, carta ecc. Il suo impiego ha origini antichissime: da millenni le tele delle vele delle imbarcazioni, comprese quelle dei fenici, sono fatte con la canapa, poiché è l’unico tessuto naturale che resiste alla salsedine del mare; in Cina, dove ha avuto inizio la fabbricazione della carta, ne è stato ritrovato un piccolo pezzetto che risale al I secolo a.c.

Fino al 1975, quando entrò in vigore la legge che vietò la coltivazione di tutta la canapa, la produzione mondiale di carta derivante da questo vegetale era il 90 %; poi seguì un lungo periodo di declino durato fino al 1998, quando una nuova legge consentì la coltivazione di Cannabis sativa a basso contenuto di THC (tetraidrocannabinolo), il principio attivo stupefacente, che per legge deve essere inferiore del 0,2 %. Attualmente soltanto il 5 % della carta prodotta nel mondo deriva da piante annuali quali la canapa, il lino, il cotone ecc.
 

L’utilizzo della pianta di canapa

La carta si ricava dal fusto, sia dalla sua parte esterna, costituita da fibre, sia da quella interna, legnosa denominata canapulo.

Il fusto della canapa è costituito da:

  • 15-20 % circa da fibre
  • 80% circa da canapulo
  • 4% da lignina e pectina, che costituiscono il collante organico.

 

Con le fibre lunghe si realizzano tessuti, mentre con le fibre medie, la stoppa, si produce carta (e ormai solo in rari casi si impiegano anche in campo idraulico).

Le fibre medie, ricavate dalla parte fibrosa del fusto, sono lunghe 2 mm ed hanno uno spessore di 0,02 mm. Da esse si ottiene una carta pregiata, sottile, dura ed un po’ ruvida. Mentre con il canapulo, la parte legnosa della canapa, si produce un tipo di carta soffice, piuttosto spessa ed un po’ meno resistente.

 

Le qualità della carta di canapa

Questo tipo di carta, rispetto alle altre è molto più forte e resistente quasi indistruttibile, perché per produrla non si usano gli acidi, che rendono gli altri tipi di carta soggetti a decomposizione col tempo. La mancanza di trattamenti evita anche gli ingiallimenti. È dunque una carta forte ed estensibile, resistente a strappi e lacerazioni, ad attacchi di muffe ed insetti, resistente al calore e alla luce.

 

Una pianta “ecologica”

La canapa è una pianta erbacea annuale con fusto cilindrico eretto, alta da 80 cm a 5 m, che produce una enorme quantità di biomassa con la quale si può creare energia.

Coltivare la canapa ha grandi vantaggi ambientali, tra cui quello di evitare di abbattere gli alberi per fare la carta, considerando poi che gli alberi impiegano 20 anni circa per svilupparsi mentre la canapa cresce soltanto in 3-4 mesi, e che con un ettaro di terra coltivato a canapa si produce tanta carta quanta ne produrrebbe un bosco di 4 ettari.

La canapa è una pianta molto rustica e resistente che non necessita di annaffiature di soccorso o fertilizzanti per crescere. Si sviluppa così rapidamente che nel campo dove è coltivata non riescono a crescere erbe spontanee, soffocate dalla sua fitta vegetazione, è quindi una pianta che non necessita neppure di diserbo. Inoltre, migliora la fertilità del terreno, in quanto le foglie che cadono lo arricchiscono di sostanze minerali e le lunghe radici robuste migliorano la struttura del suolo.

La produzione di carta dalle fibre di canapa non necessita di acidi, ne occorrono solo piccole quantità per la lavorazione del canapulo; al contrario sono necessarie molte sostanze chimiche, quali solfati e solfiti, per sciogliere e separare le fibre di lignina negli alberi, contenute in quantità del 20%.

Infine, la pianta di canapa è talmente forte e resistente che la carta si può riciclare fino a 7 volte, a differenza di altri tipi di carta che è possibile riciclare al massimo 3 volte.

 

Dalla pianta alla carta

Ecco le varie operazioni necessarie per il processo di trasformazione:

  • pulitura da terriccio, sassi e materiali estranei
  • separazione di tutte le fibre con processi meccanici o chimici per dar origine alla polpa di canapa
  • taglio delle fibre a misura, secondo una data grandezza, per fare i fogli di carta
  • suddivisione delle fibre da classificare per ordine, scartando quelle troppo sottili, o troppo corte o toppo lunghe
  • per la sbiancatura è sufficiente un po’ di acqua ossigenata, la carta di canapa infatti è già abbastanza chiara e non serve il cloro, indispensabile invece per altri tipi di carta
  • la raffinazione consiste nel rendere la superficie delle fibre più ruvida in modo da agevolarne l’adesione ed avere una miglior legatura
  • la polpa di fibra si diluisce poi con acqua per renderla omogenea
  • successivamente si impasta e si versa sopra un reticolo per eliminarne l’acqua e pressarla, formando i fogli di carta
  • infine, i fogli ottenuti, ancora bagnati, vengono fatti asciugare

 

Gli impieghi

La carta derivante dal canapulo si usa per fare cartoni, giornali, fazzoletti, tovaglioli ecc. Per alcuni impieghi particolari dove è indispensabile che la carta derivi da fibre ed abbia delle peculiari doti di elasticità e resistenza si usa la carta di fibre di canapa, che viene impiegata per fare carta per sigarette, filtri per caffè, sacchetti filtro per the, carta per filtri ad uso tecnico o scientifico, carta artistica, carta isolante per uso elettrico…

 

(Foto di Mario Giannini)

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