Autore: Paolo Cottini

Fuchsia

di

Guy Fagon, il medico personale di Luigi XIV (il Re-sole), insistette molto con il sovrano perché padre Charles Plumier, gesuita e fine botanico, prendesse parte a quattro spedizioni nell’America Centrale con il compito di riportare in patria piante di Cinchona officinalis, l’albero del chinino. La caccia del reverendo Plumier fruttò, fra l’altro, il ritrovamento di una curiosa pianticella, che nel

Erodium

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Ogni appassionato di giardini moderni e colorati sa che il Regno Unito era e rimane – se non il più importante – uno dei principali punti di riferimento per tutti, sia per l’acquisizione di nuove specie e varietà ornamentali, sia per l’apprendimento di sempre più appropriati impieghi e tecniche di coltivazione e moltiplicazione. Nel caso degli Erodium, però, almeno in

Ellebori

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Gli ellebori, chiamati anche “rose di Natale”, avendo accumulato ben quattro secoli di coltivazione ornamentale, possono ragionevolmente competere con i fiori più rinomati, anche per il fatto di possedere un privilegio rispetto a molti altri rivali: l’epoca di fioritura, che essendo indubbiamente la più infelice di tutto l’anno è di conseguenza la meno prodiga di fiori.

Elicrisi

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In Francia viene chiamato “Immortelle hélichryse” o anche semplicemente “Immortelle”, così come nel Regno Unito è conosciuto sotto il nome di “Everlasting Flower”: il che equivale a dire che cambia la lingua ma non il concetto. In Italia, a parte il manzoniano “Perpetuino” che non sembra aver incontrato gran successo, le nove specie spontanee di Helichrysum che vivono

Delphinium

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Ci sia concesso, una volta tanto, di parlare di un genere che non è alla portata di tutti. I Delphinium, infatti, non sono facilmente coltivabili, non certo a causa dell’impreparazione del giardiniere o perché sia molto difficile acquistarne le piante o i semi, ma più semplicemente per motivi di natura ambientale e climatica. A scanso di equivoci e giustificate proteste,

Dalie

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Con una miriade di colori caldi e forti, le dalie non tradiscono mai le loro origini tropicali in nessun ambiente, anche il più distaccato, trasmettendo al giardino un forte tocco di sensualità rinascimentale. La loro bellezza esotica richiama gli infuocati territori messicani, dove gli antichi Aztechi ne coltivavano almeno due specie spontanee che essi chiamavano cocoxochitl. Il loro scopo era

Corydalis

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“Arriva un giorno, verso la fine di marzo, in cui soffia un lieve venticello, da ovest o da sud-ovest. Il sole si è irrobustito, così che è piacevole sedersi fuori, in giardino, o meglio ancora in qualche nicchia aprica della boscaglia. C’è un posto del genere fra le betulle dal tronco argenteo, circondate dalla splendida ricchezza di masse

Campanule

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Quando le incontriamo in natura – le più piccole, magari, occhieggiano fra le rocce di una montagna, mentre le più alte spuntano nell’erba di un prato – non possiamo fare a meno di fermarci a guardarle con ammirazione. Se poi si presentano in folti gruppi, l’incantesimo è assicurato e solo il nostro autocontrollo c’impedisce di raccoglierne un mazzo da portare

Bucaneve

di

Nel Regno Unito, patria incontestabile della coltivazione d’ogni genere di piante, gli appassionati di bucaneve sono chiamati scherzosamente ‘galantofili’, esperti cioè di Galanthus, uno dei pochissimi generi di bulbose perenni in grado di rivaleggiare in questa stagione con gli arbusti invernali da fiore, come Camellia sasanqua e Hamamelis. “I galantofili si aggirano nei giardini spogli, rovistando tra le

Aster

di

Nella mente e nel cuore di molti americani il panorama autunnale di un giardino intessuto di masse fiorite di Aster può provocare uno shock sentimentale, perché forse nessun’altra pianta è in grado di rievocare con uguale forza, in un animo sensibile, le immagini e i ricordi del tempo perduto. Quando i dintorni di New York non erano stati completamente sopraffatti

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