Autore: Paolo Cottini
Meli da fiore

Ci sono piante che esprimono il meglio di sé nel corso di una sola stagione (la maggioranza); poi ve ne sono altre che, al contrario, sono attraenti tutto l’anno (la minoranza); ed infine altre ancora che giocano a nascondino per un paio di stagioni, allo scopo di riapparire in tutto il loro splendore nelle restanti due. I meli
Magnolie decidue primaverili

Per molti anni ancora, parlando di magnolie decidue, ci dovremo confrontare con la figura di uno dei più straordinari giardinieri dei nostri tempi, sir Peter Smithers, che era anche politico, diplomatico, ambasciatore di Gran Bretagna e molto altro, ma soprattutto grandissimo uomo ed amico sincero. Nel suo giardino terrazzato di Vico Morcote (Cantone Ticino) – dove pure vivevano,
Aceri decidui

I turisti del verde che, a metà ottobre, decidono di visitare il celebre “Acer Glade” del Westonbirt Arboretum (Gloucestershire, Inghilterra), quasi non credono ai propri occhi davanti a tanta meraviglia del creato e dell’uomo. Bastano poche cifre per intuire le ragioni dell’estasi: 25 chilometri di sentieri, 17.000 alberi e più di 250 varietà diverse di aceri giapponesi
Agrumi

Se è vero che i grandi imprenditori si distinguono soprattutto per la capacità di rischiare il massimo possibile al momento opportuno, non c’è dubbio che ai fratelli Giorgio e Sergio Tintori, figli del celebre Oscar fondatore dell’impresa, vada riconosciuto tale merito. Quando, negli anni Settanta, gli si presentò l’occasione di trasformare radicalmente l’indirizzo della loro azienda florovivaistica di Castellare di
Acquatiche: Nymphaea

Chi possiede un laghetto, uno stagno o anche solo una piccola vasca magari artificiale, è inevitabilmente conquistato dalla forte tentazione di riempirla con “qualcosa” che la renda allegra e piacevole. Il primo pensiero normalmente va ai pesci tropicali, ma subito dopo a piante acquatiche, magari coloratissime, che vivacizzino l’ambiente a partire dalla tarda primavera, per tutta l’estate e anche oltre.
Tropaeolum (nasturzi)

E’ vero che non si tratta di un caso unico e nemmeno raro, ma i Nasturzi (Tropaeolum) si sono dimostrati assolutamente fantasiosi nel tentativo di nascondere il loro vero nome, perché nel corso di oltre tre secoli d’onorato servizio in Europa hanno saputo presentarsi con le denominazioni volgari più disparate, come se si vergognassero di fornire le proprie effettive generalità.
Lonicera (caprifogli)

Sono davvero trascorsi molti anni – o meglio, secoli – dall’epoca in cui si riteneva che con le foglie e i frutti del comune caprifoglio dei boschi, allora chiamato anche ‘madreselva’ e ‘vincibosco’, si potessero guarire i “difettosi di milza” e “coloro che malagevolmente rispirano” (Mattioli, 1564).