… Pericolo “forasacchi”

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Piccole spighe di graminacee selvatiche che si attaccano al pelo degli animali

 

Le giornate che si allungano, e le temperature sempre più piacevoli sono un invito incalzante a passare il tempo libero assieme ai nostri amici a quattro zampe. Lunghe corse in mezzo ai campi e passeggiate immersi nella natura sono un vero e proprio piacere per cani e proprietari. Bisogna però essere a conoscenza di un potenziale pericolo legato alla crescita nel periodo primaverile-estivo di infiorescenze di alcune graminacee selvatiche. Queste piccole spighe, infatti, caratterizzate dalla tipica forma lanceolata si sono evolute appositamente per attaccarsi al pelo degli animali che utilizzano come mezzo di trasporto per diffondersi nell’ambiente.

La forma a lancia e il rivestimento caratterizzato da una fitta e ispida zigrinatura gli conferisce la capacità di attaccarsi al pelo ed in alcuni casi, forare la cute e penetrare al suo interno.

Una volta penetrata la cute, la loro conformazione gli impedisce di uscire o di retrocedere muovendosi esclusivamente in avanti, creando tragitti fistolosi all’interno dell’organismo ed andandosi poi a fermare nelle più diverse parti del corpo.

Le specie di graminacee più diffuse sono il cosiddetto “forasacco” (Hordeum murinum e Avena sterilis), presenti nei prati di campagna incolti, nei giardini urbani, ai lati della strada, lungo le rive dei fossi o nelle aiuole. Sono spighe simili a quelle del frumento che iniziano a spuntare tra maggio e giugno e diventano pericolose quando maturano, seccandosi e staccandosi dallo stelo.

E’ frequente dopo passeggiate in mezzo ai campi trovare spighe all’interno di orecchio, naso, gola, spazi interdigitali, ano e vulva del nostro cane, ma i veterinari ben sanno che a volte possono localizzarsi in zone meno frequenti e inaspettate come intestino, ovaie, colonna vertebrale, albero bronchiale e polmone.

Nell’orecchio. Se la spiga si incunea all’interno dell’orecchio l’animale inizia a scuotere la testa, anche in modo convulso e a grattarsi con la zampa posteriore, se questa non viene rimossa può veicolare patogeni determinando infezioni dell’orecchio medio ed interno con fuoriuscita di pus, otite e in alcuni casi “testa ruotata” tipica manifestazione d’infezione all’orecchio interno.

Nel naso. In altri casi la spiga può venire inspirata e fermarsi all’interno del naso creando un grande fastidio all’animale che inizierà a starnutire insistentemente e a sfregarsi il naso con la zampa nel tentativo di rimuoverla. Se attraverso lo starnuto il cane non riesce ad espellere l’intruso è bene recarsi dal proprio veterinario che metterà in anestesia l’animale e rimuoverà il forasacco.

Nell’albero bronchiale. Non è rara la localizzazione delle spighe anche nell’albero bronchiale e, talvolta, una loro ulteriore migrazione attraverso il parenchima polmonare, fino a raggiungere le pleure, il diaframma, la cavità addominale o, più raramente, la superficie ventrale dei corpi vertebrali. In caso di localizzazione nell’albero respiratorio, i sintomi si manifestano nell’animale con tosse non produttiva e generalmente incoercibile, dalla comparsa improvvisa dopo una battuta di caccia o una passeggiata in un campo.
Spesso, in caso di accessi di tosse particolarmente violenti, si assiste alla comparsa di conati di vomito; nei casi protratti, la tosse è accompagnata da muco striato di sangue e dispnea costante.
In queste situazioni il veterinario dovrà avvalersi dell’uso dell’endoscopio che consente nello stesso tempo la formulazione di una diagnosi certa e l’eventuale immediata terapia.

Sotto la pelle. Quando invece il forasacco penetra attraverso la pelle e si ferma nel sottocute causa un’infezione, che si manifesta con gonfiore, arrossamento e leccamento frequente della zona interessata. Se non ci si accorge entro tempi brevi dell’ingresso della spiga, questo ha il tempo di allontanarsi dal foro di entrata e per il veterinario sarà più difficile individuarla e rimuoverla e spesso dovrà mettere l’animale in anestesia ed effettuare una micro-chirurgia per asportare la spiga. L’utilizzo di antibiotici andrà poi a sanare l’infezione causata dal tragitto della spiga.

 

Prevenzione

Per non avere problemi sarebbe opportuno evitare di far correre il cane nell’erba alta. Non sempre questo è possibile, si raccomanda dunque di ispezionare l’animale dopo ogni passeggiata e tenerlo sempre pulito e toelettato, affinché si possano notare con più facilità eventuali forasacchi. I cani che rischiano di più sono quelli a pelo lungo. Potrebbe pertanto essere d’aiuto tosare l’animale durante la stagione estiva limitando così i rischi.

Per chi ha un giardino in cui crescono queste graminacee è consigliabile tenere il prato tosato e raccogliere gli sfalci d’erba a seguito della tosatura, in modo tale da ripulire l’ambiente da tutte le spighe.

 

Bibliografia:

1.  Bergeaud P. Patologie legate alle spighe. SUMMA 1995 (1) 33-41.

2.  Brennan K. E. et Coll. Grass awn migration in dogs and cats: a retrospective study of 182 cases.

3.  Cucinotta G. , Musicò M., Iannelli N., Estrazione endoscopica di corpi estranei vegetali dall’albero bronchiale del cane: cinque anni di esperienza. Veterinaria 1998 (5)

 

AMBULATORIO VETERINARIO “XX SETTEMBRE”

Dott. Adriano Artoni Dott. Mauro Martini

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