Istrice

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L’istrice è un animale di cui ancora pochi hanno esperienza diretta, ma il suo areale è in continua espansione. Gli incontri fortuiti nel bosco, gli attraversamenti di strada e le visite negli orti sono sempre più frequenti e fanno ben sperare per l’espansione demografica e geografica di questo splendido mammifero che ha uno ed un solo nemico: l’uomo.

Come tutti gli animali rari o poco comuni l’istrice è circondato da credenze popolari e leggende infondate: la più nota riguarda la sua capacità di lanciare aculei come fossero veri e propri dardi in caso di aggressione, leggenda che risale all’antichità. La verità, invece, è assai lontana. Come anche i più comuni ricci, l’istrice impiega le lunghe spine per difendersi, le erge con forza a raggiera, assumendo un volume assai maggiore di quello che ha a riposo per impressionare l’assalitore, li sbatte rumorosamente, ma non lancia aculei. Non esistono meccanismi di espulsione e in questa convulsa operazione di difesa è più facile che qualche aculeo si distacchi per un ricambio del tutto fisiologico. Chi cammina nei boschi può avere, infatti, la fortuna di ritrovare qualche singolo isolato aculeo che, non più irrorato alla base dai vasi sanguinei, cade, proprio come accade ai peli del mantello.

Nell’orto

L’istrice è un animale di indole schiva, prevalentemente notturna, facile vittima dei fari delle automobili che lo abbagliano, ma dotato di una sorprendente velocità e di una non comune capacità di sgusciare fra i rami ed i cespugli del sottobosco come sotto le barriere dei guardrail.

Ha un regime alimentare piuttosto vario, ma ha imparato ad apprezzare le patate dei campi e degli orti. I segni della sua presenza sono inequivocabili, impossibile confonderli con quelli dei cinghiali, dei caprioli, dei daini o dei cervi.

L’istrice nelle sue razzie è incredibilmente metodico. E’ un animale che non butta via o spreca niente. Una volta individuato un orto, se non viene cacciato in malo modo, lo visita ogni sera fino a quando resta qualcosa di suo gradimento. E spesso non da solo, ma, data l’epoca, solitamente a fine estate, in piccoli nuclei familiari dove uno o più adulti hanno al seguito la nidiata dell’anno. Quando “attaccano” un solco di patate, dissotterrano metodicamente tutti i tuberi prodotti da ogni singola pianta prima di passare alla successiva ed in modo sequenziale, senza saltare a destra e a manca causando danni disordinati. La sera seguente, mostrandosi abitudinario e puntuale, riprende dal punto dove si era interrotto.

Come scacciarlo

Gli istrici non sono facili da dissuadere: aggirano gli ostacoli, scavano sotto alle reti, nonostante la loro mole approfittano di pertugi inesistenti. Esistono solo due tecniche per difendere il proprio orto: aspettare di notte l’arrivo dell’istrice per scacciarlo in modo rumoroso, inseguendolo per un buon tratto con una scopa di saggina, così da poterlo spingere senza fargli alcun male; oppure scavare una trincea intorno al perimetro e affondare una lastra di metallo per almeno trenta centimetri e sopra fissarvi la rete.

 

(Disegno di Gabriella Gallerani)

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