
Cane e giardino: una convivenza non sempre facile, ma possibile…
Non c’è nulla di meglio per chi ha un cane di possedere anche un luogo dove l’animale possa scorrazzare libero, correre, stendersi al sole, giocare. Quando però quello spazio, è un giardino curato, la convivenza può rivelarsi problematica, e non rimane che trovare un equilibrio.
Il primo e più sentito problema è la propensione del cane a scavare. E’ un istinto naturale che ben difficilmente l’animale perde, anche se rimproverato. Il più delle volte sospenderà l’attività per alcuni giorni per riprenderla, con ogni probabilità negli stessi siti. In questi casi, è bene rimproverare l’animale, senza mai picchiarlo, ma con l’uso della voce, e con leggeri, ma non amichevoli, buffetti. Per dargli modo di capire qual è la ragione del nostro comportamento chiamiamo il cane sul luogo del “misfatto” ed indichiamoglielo con chiarezza.
Per ridurre al minimo il desiderio di scavare, non lasciamo a disposizione dell’animale cibo in sovrabbondanza, tanto meno ossa, così che non sia tentato di sotterrarlo.
La tendenza a scavare può accentuarsi quando il cane è lasciato solo per molto tempo, o teme di esserlo, come se vede tutta la famiglia salire sull’auto dopo aver caricato dei bagagli: è un primo sintomo di stress da abbandono. Ogni volta lasciamo l’animale da solo in giardino, rassicuriamolo del nostro ritorno con una piccola attenzione.
In definitiva però, è una battaglia persa ed è molto più saggio lasciare che l’animale scelga una zona dove scavare, anche se ciò non è di nostro gradimento: spesso è ai piedi di cespugli, in prossimità di muri esposti al sole, in aiuole con pacciamatura di corteccia.
Per proteggere un nuovo impianto di bulbi, che il cane potrebbe portare alla luce per curiosità, attratto magari anche dalla terra smossa, o dall’impiego di nuovo terriccio, umido e odoroso, si può stendere sul terreno una rete a maglie larghe fissata con aghi metallici presi dal corredo di una tenda per campeggio.
Ricordiamoci che alcuni cani adorano il letame, specie se fresco, ed hanno la tendenza a rotolarvisi sopra.
Il secondo problema in ordine di importanza è il calpestio, specie se ci si trova di fronte ad animali pesanti che percorrono sempre lo stesso tracciato, compattando il terreno e danneggiando irrimediabilmente il cotico erboso. La ferita che si apre sul prato è inizialmente un segno pressoché impercettibile, ma col tempo peggiora, si allarga e richiede un intervento vero e proprio di ripristino. Si deve intervenire appena l’animale inizia a percorrere avanti e indietro lo stesso tracciato inserendo degli ostacoli che lo costringano a cambiare direzione. Gli ostacoli devono essere spostati spesso, in particolar modo nei giorni di pioggia quando il terreno è bagnato.
Per terminare, ad essere messa a dura prova è l’integrità delle siepi quando queste rappresentano un elemento di separazione fra due parti del giardino, ammenoché non esista uno spazio fra la recinzione e la siepe dove il cane possa correre o inseguire gatti e gli animali selvatici.
(disegno di Gabriella Gallerani)