… Avvelenamenti nel cane e nel gatto

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Conoscere le sostanze potenzialmente nocive e il comportamento di primo soccorso può salvare la vita all’amico animale

Ogni giorno nei centri di pronto soccorso veterinari arrivano numerosi casi di avvelenamento, alcuni di questi hanno origine dolosa (bocconi avvelenati), altri accidentale. Maggiormente colpiti sono i cani rispetto ai gatti, probabilmente a causa della loro maggiore curiosità e propensione ad ingerire qualsiasi cosa. Il 95% degli avvelenamenti avviene infatti tramite ingestione, seguita poi dall’esposizione cutanea e dall’inalazione. Le sostanze più frequentemente segnalate come causa d’intossicazione sono i farmaci, le sostanze chimiche utilizzate nell’ambiente domestico, i cibi, i pesticidi, le piante e i fertilizzanti. Ma vediamo ora nello specifico quali sono le sostanze maggiormente responsabili di avvelenamento negli amici a quattro zampe e cosa fare nel primo soccorso.

Anticoagulanti. Rappresentano circa il 30% dei casi di intossicazione, sono utilizzati come topicidi, e il loro effetto si manifesta di solito almeno 48 ore dopo l’ingestione, inibiscono la coagulazione causando emorragie, possiamo vedere così sanguinamenti dal naso, dalla bocca, dagli occhi o da piccole ferite cutanee… in più i sanguinamenti sono associati spesso a depressione e inappetenza. Fortunatamente per questo veleno esiste un antidoto, la Vitamina K.

Antiparassitari. Rappresentano una delle cause più frequenti d’intossicazione nel gatto, di solito a seguito di applicazione da parte del proprietario di un anti-parassitario per cani. I sintomi sono rappresentati da tremori, ipersalivazione e convulsioni. Se ci si accorge di aver compiuto questo errore laviamo subito il gatto con acqua tiepida e shampoo per almeno 15 minuti, in modo tale da bloccare l’assorbimento del farmaco e rechiamoci in seguito dal veterinario.

Paracetamolo. È una sostanza utilizzata come antipiretico in medicina umana, diffusa in tutte le nostre case, dove si trova con i nomi di Tachipirina, Tachidol, Tachifludec. Mezza bustina di tachipirina 1000 mg è già tossica per un gatto medio che pesa all’incirca 5 kg. Nel cane la dose tossica è invece circa 200 mg/kg. Il suo potere tossico è legato ad un suo metabolita attivo che nell’arco di 2-4h, ossida l’emoglobina a metaemoglobina, una forma che non è più in grado di trasportare ossigeno, inoltre causa un danno epatico acuto.

Acido acetilsalicilico. È conosciuto con il nome di aspirina, questa sostanza è molto più pericolosa per il gatto che per il cane, anche se bastano dosi molto basse per avvelenare entrambi. I sintomi che conseguono alla sua ingestione sono: depressione, ipertermia, vomito con sangue, respirazione frequente e a volte anche coma e morte. Se la suddetta sostanza viene somministrata ripetutamente possono insorgere inoltre ulcera gastrica con perforazione, epatite di tipo tossico, anemia.

Metaldeide. Questa sostanza è presente nei molluschicidi, si presentano di solito in forma di granuli bluastri/verdastri e viene utilizzata per proteggere l’insalata dalle lumache, la sua ingestione determina una sintomatologia neurologica la cui gravità varia in base alla dose ingerita. Possiamo così avere tremori, ipersalivazione e aumento della temperatura corporea fino ad arrivare a crisi convulsive. Negli ultimi anni è la sostanza maggiormente ritrovata nei bocconi avvelenati in quanto è di facile reperibilità.

Stricnina. È un pesticida molto potente, si presenta sotto forma di polvere biancastra, questa sostanza è stata per anni la maggiore responsabile di avvelenamento negli animali, ma ora è stata eliminata dal commercio; è tossica per ingestione, viene assorbita dal tratto gastro-enterico in maniera rapidissima, i sintomi compaiono entro 10 – 30 minuti dall’ingestione, l’intervallo che intercorre tra la comparsa dei sintomi e la morte spesso è molto breve. A seguito dell’ingestione compaiono convulsioni, con contrazioni degli arti, aumento della temperatura e irrigidimento del corpo. Per questa sostanza purtroppo non esiste alcun antidoto.

Organofosforici e carbamati. Utilizzati essenzialmente come insetticidi, sono frequente causa di avvelenamento sia negli animali da compagnia che da reddito. L’intossicazione può avvenire per via orale, percutanea o respiratoria. Il tossico colpisce il sistema nervoso provocando vari sintomi tra cui lacrimazioni, contrazioni, convulsioni, e paralisi. Nel caso di esposizione a queste sostanze bisogna recarsi immediatamente dal medico veterinario.

Cioccolato (teobromina). La dose tossica nel cane va dai 100-500 mg/kg, bisogna tenere conto che il cioccolato fondente è molto più pericoloso in quanto contiene il triplo di teobromina rispetto a quello al latte. La sua ingestione in quantità elevate può dare aumento della pressione sanguigna, aritmie, convulsioni, fino a morte del soggetto nel giro di 24 h nel caso di ingestione di grandi quantità.

Glicole etilenico. È una sostanza liquida che viene usata come antigelo per motori. I primi sintomi compaiono di solito entro le 12 ore dall’ingestione con segni neurologici, a volte convulsioni, i quali sono poi seguiti da sintomi respiratori e circolatori e infine renali, con insufficienza renale e arresto della produzione di urina. La prognosi, per questo tipo di avvelenamento, varia tra grave, gravissima, infausta.

Hashish e Marijuana. Purtroppo l’utilizzo sempre più esteso di queste sostanze nell’ambiente domestico ha come conseguenza un aumento dell’esposizione anche nei nostri amici a quattro zampe. I sintomi si presentano spesso in seguito all’ingestione da parte dell’animale della sostanza lasciata incustodita o più raramente a seguito di inalazione dei fumi da essa liberati durante il consumo. La sintomatologia tipica si presenta con sonnolenza, incoordinazione, abbattimento e a volte tremori, la gravità varia in base alla dose ingerita. Raramente queste intossicazioni hanno un esito fatale, ma è comunque indicato eseguire un trattamento medico per velocizzare l’eliminazione della sostanza.

 

Cosa fare?

Sebbene ogni sostanza agisca con meccanismi diversi le pratiche di gestione nel primo soccorso sono comunque le stesse. Ogni azione deve essere volta a diminuire l’assorbimento e aumentare l’eliminazione del tossico dall’organismo. La prima cosa da fare in caso di esposizione cutanea al veleno è effettuare un bagno con abbondante acqua, proteggendosi con dei guanti, per lavare via il tossico e impedire un ulteriore assorbimento.

Se l’animale è depresso o in preda a tremori e convulsioni deve subito essere condotto in ambulatorio, dove il clinico metterà in atto la valutazione iniziale e deciderà quale sarà la terapia più indicata. Purtroppo per la maggior parte dei veleni non esiste un antidoto, il veterinario dovrà quindi, in questi casi, attuare una terapia volta a supporto delle funzioni vitali dell’animale, limitando l’ulteriore esposizione, prevenendo l’assorbimento continuato e promuovendo l’eliminazione del veleno.

In caso di ingestione si cerca di prevenire l’assorbimento completo della sostanza inducendo il vomito e/o eseguendo una lavanda gastrica per poi somministrare ripetutamente carbone attivato che ha effetto adsorbente per la maggior parte delle sostanze tossiche ingerite.

Ma prima di tutto vale il detto “prevenire è meglio che curare” , conoscere le sostanze potenzialmente nocive, attuare alcuni accorgimenti domestici come porre le sostanze tossiche in posti sicuri per i nostri amici a quattro zampe ed avere maggiore attenzione durante le passeggiate possono prevenire e diminuire notevolmente il rischio di intossicazioni ed avvelenamenti.

 

Bibliografia:

“Dog and cat exposures to hazardous substances reported to the Kansas state veterinary diagnostic laboratory: 2009-2012.” J Med Toxicol. Ali Mahdi; Deon van der Merwe. June 2013; 9 (2): 207-11.

“Causes of death in dogs in the province of Rome (Italy)” Eleni C, Scholl F, Scaramozzino P. Vet Ital. 2014 Jun 30; 50 (2): 137-43.

 

AMBULATORIO VETERINARIO “XX SETTEMBRE”

Dott. Adriano Artoni Dott. Mauro Martini

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