Lampone

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Lampone (Rubus idaeus)

Il lampone, dall’inconfondibile colore acceso che piacevolmente contrasta con il suo aspetto vellutato, è, fra i frutti spontanei del bosco aperto e della prateria montana, quello più ricercato, quello che più facilmente si gusta in loco senza volere e senza aspettare di rientrare a casa. Un gusto particolare, che anche quando è reso caldo dal sole estivo ha sapore di fresco e di aria pulita.

Un frutto capace di appagare non soltanto la vista per il suo prezioso colore e per il suo gusto pieno, ma anche il tatto per la sua consistenza elastica e setosa.

Un arbusto facile da riconoscere

Il lampone si presenta come un arbusto con fusti eretti, ma spesso arcuati nella parte terminale, di forma cilindrica, muniti di aculei piccoli, diritti e non paragonabili per potere aggrappante e offensivo a quello delle rose e ai rovi.

Le foglioline, di colore verde chiaro nella pagina superiore e di colore bianco argenteo nella pagina inferiore, e di forma ovato-oblunga-acuminata dal margine seghettato, sono raccolte in numero di tre-cinque in una foglia imparipennata.

I fiori sono raccolti in racemi solitari e corti con ricettacolo spugnoso. Questa struttura è destinata ad ospitare i frutti: piccole drupeole che nell’insieme costituiranno il corpo fruttifero. Il lampone di colore prima verde e poi rosso è di forma subglobosa e pubescente.

Facile da trovare       

Il lampone predilige i terreni freschi delle zone montane e submontane dove si può trovare nelle radure, negli incolti in via di ricolonizzazione, ai margini dei boschi, nelle praterie declivi, nei boschi aperti. Raggiunge i 1500 metri d’altitudine. Il nome scientifico, Rubus idaeus, risale a Dioscoride che lo cita per la prima volta nel suo “De materia medica”. Il termine idaeus secondo il Mattioli indicherebbe nel monte Ida il luogo d’origine del frutto. La leggenda vuole che sul monte Ida, nell’isola di Creta, la dea dell’amore Afrodite raccogliesse lamponi per i suoi molteplici amori e per il figlio Enea.

In realtà il lampone può essere considerato originario di un vastissimo areale che comprende l’Europa, l’Asia minore e le regioni settentrionali dell’Asia.

Il gusto della raccolta           

Il lampone deve essere raccolto a piena maturazione e cioè quando il colore si presenta pieno, ma ancora brillante e non opaco, di consistenza elastica e soda tanto da permettere di essere spiccato senza sgranare e perdere succo.

Ponete i frutti raccolti in contenitori rigidi, e prestate attenzione a non metterne troppi perché l’eccessivo peso tende a schiacciare quelli del fondo riducendo il tutto in una poltiglia, che in buona parte andrà perduta nelle operazioni di conservazione domestica e che è in ogni modo inadatta anche al consumo fresco. Meglio allora prevedere piccoli contenitori seriali che consentano ai frutti di respirare, come i cestini vuoti delle fragole, le cassettine di legno basse, o, anche, le vaschette per gelato non chiuse. Una volta che la raccolta è terminata non lasciate i frutti al sole o nel baule dell’auto, che nelle ore più calde rischia di trasformarsi facilmente in un vero e proprio forno.

Ricco di vitamine, poco calorico

Il lampone è caratterizzato dalla completa edibilità del frutto composito e dal suo limitato apporto calorico, che è pari a sole 35 calorie per 100 grammi.

L’acqua è di gran lunga il maggiore componente superando il 90% della composizione dei frutti. Trascurabili i contenuti in grassi e proteine. Soltanto gli zuccheri, pari a circa il 6%, sono ben rappresentati. Ottimi gli apporti vitaminici per vitamina C (circa 200 mg. per 100 gr. di frutti), B1, B2, PP, e provitamina A.

Il sapore tipico è conferito dalla combinazione di acidi organici, alcoli e composti carbonilati.     

Un lampone in giardino

Già ai tempi del noto autore italiano sopra citato, il Mattioli, circa quattrocentocinquanta anni or sono, il lampone sarebbe stato oggetto di coltivazione domestica: “trapiantato negli horti per vaghezza”.

Oggi è possibile trovarlo in molti giardini e in molti orti, ma anche in vere e proprie coltivazioni specializzate in piccoli frutti, in grado di rifornire anche i mercati della grossa distribuzione in aree lontane da quelle originariamente vocate.

La crostata degli orsi

In ogni favola che si rispetti che abbia per protagonisti una famiglia di orsi, inevitabilmente nel testo o nelle illustrazioni a fianco del barattolo di miele compare sempre una trionfante crostata con la marmellata di lamponi.

La marmellata di lamponi si prepara in poco tempo e senza troppa fatica perché la frutta non richiede lavorazioni preventive di tipo particolare.

Una ricetta che consente di limitare al massimo i tempi di cottura salvaguardando il più possibile le caratteristiche nutritive e il colore dei frutti, senza aggiungere prodotti conservanti industriali, prevede l’impiego di una limitata quota di mele. A 500 grammi di lamponi unite 100 grammi di mela tagliata a fettine molto sottili ancora con la buccia. Cuocete in pentola per almeno il tempo necessario a rompere tutte le drupeole e a far fuoriuscire il sugo, circa venti minuti. Aggiungete 350 grammi di zucchero, il succo di un quarto di limone biologico e la parte gialla della buccia finemente tritata. Terminate la cottura e invasate calda. 

Una torta veloce e disordinata da servire calda

I lamponi raccolti non giustificano la preparazione della marmellata e desiderate ancora gustarne il sapore? Qualche amico vi raggiunge per una serata e non avete preparato niente perché vi siete attardati nella vostra passeggiata in montagna?

Prendete i soliti 500 grammi di lamponi e metteteli con due cucchiai di zucchero nella teglia che userete per infornare la torta. Metteteli sul fuoco molto basso e nel frattempo preparate la pasta. Preparate un impasto morbido con 100 grammi di burro fuso, 200 grammi di farina integrale, 100 grammi di zucchero di canna o metà zucchero normale e metà zucchero mascobado, che potrete facilmente reperire nei punti vendita del mercato equosolidale, un cucchiaino di lievito ed uno di zenzero macinato sul momento, e un’ombra di cannella. Versatelo direttamente sui lamponi ormai cotti e infornate a circa 125°C. In trenta minuti è pronto da servire, dopo aver pennellato il tutto con un cucchiaio di miele mescolato a qualche goccia di fiori d’arancio.

Un tè riposante

Raccogliete anche qualche foglia durante le vostre passeggiate e fatele seccare al riparo del sole. Potrete impiegarle, semplici o mescolate a quelle del rovo, per preparare un tè da consumare anche freddo. Ideale per ritemprare dagli eccessi della fatica.

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